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Giustizia: servizio per la comunità o potere?

Naturalizzazione cittadini stranieri: irrilevante il periodo di residenza effettiva.

La sottile linea (bianca) di confine tra rivendicazione del diritto ad un salario equo ed insubordinazione: Cass. sent. n. 27713/2023.

Dagli ordini professionali la spinta verso la riforma della normativa antiriciclaggio

Separazione delle carriere: l’insopportabile stortura del “tu” tra PM e giudici.

Appalti pubblici: legittima la clausola che assegna un punteggio più alto chi riassorbe il personale già in servizio.

 In tema di appalto la clausola del disciplinare che preveda l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo al concorrente che assorba risorse umane in numero superiore ai minimi di legge, assicurando ad esse mansioni e inquadramento analoghi a quelli precedenti, in modo da garantire la massima continuità nell'esecuzione dell'appalto, non entra in conflitto con i vincoli di concorrenza derivanti dal diritto unionale, tenuto conto che essa non comporta l'imposizione di un obbligo, ma accorda in via opzionale ai concorrenti la possibilità di conseguire un punteggio maggiore garantendo la continuità dei rapporti lavorativi e delle mansioni dei dipendenti del precedente appaltatore.

Tale previsione peraltro non si appalesa illegittima poiché, tra i criteri di aggiudicazione, possono essere compresi anche criteri di natura sociale riferiti all'applicazione di un determinato contratto collettivo di lavoro o di una determinata tipologia di contratto di lavoro individuale, volti a conseguire specifici obiettivi di stabilità occupazionale e di trattamento economico e normativo dei lavoratori impiegati nell'appalto; fermo restando il limite da tempo individuato dalla giurisprudenza europea, ossia che il requisito non trasmodi nella previsione di criteri sociali che, abbandonando il legame con l'oggetto del contratto (nei termini sopra richiamati), prendano in considerazione gli aspetti relativi alla politica generale dell'impresa o altri aspetti estranei al programma contrattuale.

Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, sentenza del 20 settembre 2023, n. 5155.

Licenziato in tronco il dipendente goliardico che lancia pacche e fa apprezzamenti sul sedere della collega.

  Una mano sul fondoschiena o l'invito a mostrare il "sedere giovanile" non possono considerarsi comportamenti "rispettosi" della dignità di persona e della professionalità delle lavoratrici, e ciò indipendentemente dal significato che l'agente abbia inteso attribuire alla propria condotta - se abbia inteso dare una pacca sulla schiena o abbia invece mirato proprio a colpire il sedere, se abbia agito con intento goliardico, oppure con concupiscenza e malizia -, né, tantomeno, conta come le stesse dipendenti, vittime delle condotte contestate, abbiano valutato tali condotte e quale gravità le stesse abbiano attribuito. Simili comportamenti, specie se valutati in un contesto formale come quello lavorativo, assumono, invece, una connotazione fortemente mortificante della persona ed, inoltre, devono ritenersi contrari alle basilari norme della civile convivenza e dell'educazione.

Contributi Cassa Forense: compensabili fino al 30 ottobre i crediti per G.P. maturati dopo il 30 aprile.

L’accordo Italia-Libia su estradizione detenuti.

Il disinteresse di un genitore per il figlio legittima il cambio del cognome. L’estensione dei principi espressi nella sentenza 131/2022 ad altre fattispecie.

Personale RSA: i tempi per il passaggio di consegne e di svestizione rientrano nell’orario di lavoro.

Magistratura onoraria: dispensa dal servizio solo per infermità che impedisca in modo definitivo l’esercizio delle funzioni.

Il COA non può subordinare l’accesso agli atti del procedimento al pagamento dei diritti di ricerca e visura.

Licenziabile il dirigente che complotta per sovvertire la governance della società.

Processo amministrativo: ancora valide le notifiche presso la segreteria del TAR.

Il dipendente lavora a casa ma non dimostra di utilizzare beni dell’impresa? Manca l’organizzazione aziendale.

Pratica forense: l’obbligatorietà dei corsi di formazione oggetto di interrogazione parlamentare.

Domanda di equa riparazione ammissibile anche in caso di mancata presentazione dell’istanza di accelerazione.

Richiesta di trasferimento rifiutata per ben dodici volte: non è mobbing.

Controlli sui lavoratori: pedinamento e digital forensics consentiti solo se si prova la preesistenza di un fondato sospetto.

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