Se questo sito ti piace, puoi dircelo così

Tribunale Napoli sospende Statuto m5s, ecco l'ordinanza integrale

La prima macchina dell'avvocato Peppino Lanza (da "Avvocà, non solo grazie")

I clienti, se non pagano subito, non lo faranno mai più. Fate così (da "Volevo fare l'avvocato")

Le liti giudiziarie hanno le loro stelle e il loro destino (da "Avvocà, per ora grazie")

Far bene le parcelle legali, consigli utili (da "Volevo fare l'avvocato")

I corridoi di Palazzaccio, tra i quali si cammina senza che si arrivi mai (da "Avvocà, per ora grazie")

 I corridoi di Palazzaccio, il grande palazzo di travertino sede della Suprema Corte di Cassazione, sono immensi corridoi con grandi vetrate: sono ampi, larghi dieci metri, alti almeno 20 metri, lunghissimi, a volte angosciosi, perché si cammina e sembra di non arrivare mai da nessuna parte. Ogni tanto piccole porte rivelano una fuga di corridoi, o portoni grandi come quelli di un condominio del quartiere Prati si aprono su scale che scendono e salgono. Qualche commesso appare e scompare nei corridoi laterali, spingendo carrelli pieni di fascicoli.

Mi viene in mente un dramma di Ugo Betti, nel quale un commesso che lavora all'archivio dei processi definiti dice: "Io sono il becchino. "Questo (battendo sul carrello carico di fascicoli) è il carro funebre, e questi sono i cadaveri. E mostrò i fascicoli. E poi continuò: Quando penso alla quantità di sudore, soldi e sospiri racchiusa anche nella più stupida delle carte che formano il più piccolo di questi fascicoli! Noi ci incolliamo un numero, li registriamo in un bel librone, e la gente fa finta di credere che tutto ciò resti importante per saecula saeculorum, e si possa sempre ritrovare il filo di tutto...e poi, prima ancora dei topi e dei tarli, sono gli stessi interessati a dimenticare..."

Nelle navate del Palazzaccio, in questi grandi, enormi corridoi dove ci si sente soli e smarriti, e piccoli di fronte all'immensità della Giustizia e ai suoi misteri, il sole entra dalle grandissime vetrate: come in un enorme porticato, con gli archi altissimi chiusi da vere e proprie finestre. A volte, il sole entra di traverso, e disegna sul pavimento quattro grandi riquadri di luce, che corrispondono alla ripartizione delle vetrate in altrettanti riquadri di vetro. E quindi i fasci della luce del sole entrano di sbieco, e sono perfettamente visibili nella lieve penombra del corridoio, e finiscono come ho detto contro il pavimento.

Proprio l'altro giorno, in uno di questi riquadri di luce era fermo un signore su una carrozzella da invalido.

Mi avvicino lentamente (con incedere elegante). Sembra dormire, e l'unica nota di colore è una sciarpa rossa che porta al collo: la carrozzella è scura, il vestito è nero, appesa dietro la carrozzella una borsa nera, i capelli della testa china in avanti sono neri. Solo la sciarpa rossa spicca nel riquadro disegnato dal sole, e quei raggi la rendono ancora più rossa e viva, quasi l'unica cosa animata.

L'accompagnatore delle clienti, come neutralizzarlo fin dalla prima parola (da "Volevo fare l'avvocato")

Maria Masi, avvocata di Nola, è presidente del CNF, prima volta per una donna

Olimpia e Caroleo, l'amore all'ombra del Palazzaccio (da "Avvocà, per ora grazie")

Avvocati non si diventa, si nasce, ed io lo nacqui (da "Volevo fare l'avvocato")

"Salve, Avvocata nostra...". Quel rapporto speciale tra gli Avvocati e l'Immacolata, da Alfonso a Bartolo Longo

Niente assistenza da Cassa Forense per due avvocati ammalati di Covid

Importante sentenza della Consulta sul gratuito patrocinio delle vittime dei reati a sfondo sessuale

Ecco il testo integrale del Decreto Natale pubblicato oggi in GU

DAI BODY “SCEMI-NG” CI DIFENDE LA CASSAZIONE

Barbu Iscovescu, Ritratto dell'avvocato Avram Iancu

Angelo dall'Oca Bianca, Ritratto dell'avvocato Arnaldo Alberti (1930)

Umberto Boccioni, Ritratto dell'Avvocato Zironda

Ridolfo del Ghirlandaio, Ritratto dell'avvocato Silvestro Aldobrandini (1517)

“Tardi ti amai, Tu eri dentro di me, e io fuori". Agostino, la preghiera si fa poesia

Cerca nel sito