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"Liberiamo Nasrin". Colleghi in toga con nastrino rosso, il cuore grande dell'avvocatura nocerina

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L'associazione Nazionale Forense a.t.a. di Nocera Inferiore "Avv. Luigi Tenore" ha aderito alla campagna nazionale promossa da A.N.F. e dall'associazione "Non C'è Pace Senza Giustizia" in favore della liberazione dell'attivista per i diritti civili ed avvocato iraniana Nasrin Sotoudeh. Così, il 20 marzo, come ci ha comunicato  la Collega Carolina Parma, Avvocato dal 2003 iscritta a quel Foro - che ringraziamo - moltissimi avvocati si sono dati appuntamento per manifestare e firmare la petizione "liberiamo Nasrin" appuntando sulla loro toga durante le udienze un filo rosso in segno di solidarietà con l'avvocato Sotoudeh e di testimonianza del loro impegno quotidiano a tutela dei diritti dei cittidani. Una foto, quella, bellissima, che  mostriamo in copertina, per indicare il profondo dissenso anche dell'avvocatura nocerina al dramma che sta vivendo Nasrin Sotoudeh semplicemente per aver svolto il suo lavoro, cioè difendere una ragazza iraniana dall'accusa di essersi tolta in pubblico il hijab, il velo che coprire il capo delle donne musulmane in Iran, simbolo di oppressione del genere femminile, che si è ritrovata una condanna ad una pena detentiva lunghissima (trentotto anni) ed a centoquarantotto frustate.

"In tutti i tribunali italiani e nelle nostre sedi inviteremo gli avvocati del nostro Paese, certi di una loro forte risposta, a firmare l'appello rivolto alle istituzioni italiane ed europee affinchè compiano ogni passo politico e diplomatico verso il governo iraniano, perchè la nostra collega Nasrin Sotoudeh venga liberata al più presto. Chiediamo inoltre a tutti i colleghi di appuntare alla toga, segno distintivo della nostra professione che ovunque nel mondo è simbolo di tutela dei diritti dei cittadini, un filo rosso, finchè Nasrin Sotoudeh e il suo collega Amir Salar Davoodi non vedano revocata la misura detentiva inflittagli dal regime di Teheran". Lo dichiarano il segretario generale dell'Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini e Giulia Schiavoni di Non c'è Pace Senza Giustizia, in merito alla drammatica vicenda di Nasrin Sotoudeh, l'avvocata iraniana conosciuta per aver difeso donne che avevano tolto il loro hijab (velo) per protestare contro l'obbligo di indossarlo, e che è stata condannata a 33 anni di prigione e 148 colpi di frusta. "Ci uniamo dunque –continuano - alla mobilitazione necessaria per fare la maggior pressione possibile sul regime iraniano, nella convinzione che difendere Sotoudeh significa difendere tutti i prigionieri politici in altri Paesi". "Il caso di Sotoudeh è emblematico della soppressione della funzione fondamentale che l'avvocato ricopre ad ogni latitudine, ovvero di essere strumento indifferibile di difesa dei diritti fondamentali, oltre che rappresentare una violazione macroscopica dei principi sanciti dalle Nazioni Unite, che prevedono che le autorità pubbliche debbano assicurare che gli avvocati siano in grado di svolgere tutti i loro doveri professionali senza ostacolo, intimidazione, molestia o indebite interferenza".

 

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