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Se consultiamo il dizionario Treccani, per una definizione di "povero", troviamo questo significato: "Riferito a persona, che non dispone a
sufficienza di quanto è essenziale per vivere, per sostentarsi, che ha scarsi mezzi economici, che manca del denaro necessario e di tutto quanto il denaro può procurare".
La povertà è presente nella nostra società fin dagli albori della comparsa umana sulla terra. Ed ogni epoca ha offerto motivo di analisi, di proposte, di interventi affinché si evitasse il sorgere di tumulti, di generale malcontento, di rivoluzioni…!
Anche in letteratura non mancano esempi di proteste robuste. Chi non ricorda "L'assalto ai forni" di manzoniana memoria. E gli esempi potrebbero continuare.
Un libro interessantissimo è quello di Jean Pierre Gutton, "La società e i poveri", Oscar Studio Mondadori che ci offre un quadro completo della povertà nei secoli passati.
Qualche anno fa, ricordiamo tutti, l'euforia di un giovane e inesperiente, politicamente parlando, ministro che affacciatosi dalla finestra di Palazzo Chigi con una bottiglia di prosecco in mano si mise a gridare: "Abbiamo sconfitto la povertà".
Sarebbe ingeneroso non riconoscere che durante i secoli passati le fasce della povertà, lentamente, ma molto lentamente, rispetto alla popolazione del periodo in esame, hanno conosciuto possibilità di affrancarsi dal loro status.
Indagini recenti, dimostrano che un giovane che vive in una famiglia povera possa riscattare il suo status non prima di cinque generazioni.
Lo scorso 17 ottobre 2022 la Caritas italiana ha pubblicato il suo 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo "L'anello debole".
"Il testo prende in esame le statistiche ufficiali sulla povertà e i dati di fonte Caritas, provenienti da quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas su tutto il territorio nazionale. Il volume presenta anche i risultati di due indagini empiriche: una ricerca quantitativa e qualitativa sul tema della povertà ereditaria e intergenerazionale, realizzata su un campione rappresentativo di utenti dei Centri di Ascolto Caritas; una indagine transnazionale condotta complessivamente in 10 paesi europei, congiuntamente a Caritas Europa e Don Bosco International, sul tema della transizione scuola-lavoro per i giovani che vivono in famiglie in difficoltà. Il Rapporto si conclude con una valutazione delle politiche di contrasto alla povertà, con particolare attenzione alle prospettive di riforma e investimento derivanti dal Pnrr e dal programma europeo Next generation EU".
Un Rapporto che si può leggere anche in internet.
Il Papa, in occasione di una tra le più recenti Giornata internazionale di lotta alla povertà, leggerà un documento in 10 punti per illustrare, tra l'altro, le condizioni di gravissima indigenza in cui vivono 1.960.000 famiglie pari 5.571.000 persone, come risulta dal Rapporto della Caritas Italiana.
"1."… 'Gesù Cristo si è fatto povero per voi" (cfr 2 Cor 8,9). Con queste parole l'apostolo Paolo si rivolge ai primi cristiani di Corinto, per dare fondamento al loro impegno di solidarietà con i fratelli bisognosi. La Giornata Mondiale dei Poveri torna anche quest'anno come sana provocazione per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente". Per chi volesse leggere l'intero documento questo è il link:
Papa Francesco, attento ai dati e ai numeri, illustra i motivi dell'esplosione di larghissime fasce di "povertà assoluta".
Il Covid, certo, ma come se non bastasse, è arrivata, nove mesi fa, la guerra tra Ucraina e Russia alle porte dell'Europa che, per ora, oltre alle migliaia di morti e ad un intero paese, l'Ucraina, distrutta da bombardamenti quotidiani.
Allora: che fare? È la domanda che si pongono tutte le persone di buona volontà.
Il Papa ha trovato una risposta a queste domande: "… Per amore si è fatto servo obbediente, fino a morire e a morire in croce (cfr Fil 2,6-8). Per amore si è fatto «pane di vita» (Gv 6,35), perché nessuno manchi del necessario e possa trovare il cibo che nutre per la vita eterna. Anche ai nostri giorni sembra difficile, come lo fu allora per i discepoli del Signore, accettare questo insegnamento (cfr Gv 6,60); ma la parola di Gesù è netta. Se vogliamo che la vita vinca sulla morte e la dignità sia riscattata dall'ingiustizia, la strada è la sua: è seguire la povertà di Gesù Cristo, condividendo la vita per amore, spezzando il pane della propria esistenza con i fratelli e le sorelle, a partire dagli ultimi, da quanti mancano del necessario, perché sia fatta uguaglianza, i poveri siano liberati dalla miseria e i ricchi dalla vanità, entrambe senza speranza".
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Rosario Antonio Rizzo
Dopo il conseguimento del diploma di insegnante di scuola elementare all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Vittoria, 1962, si reca in Svizzera, dove insegna, dal 1964 al 1975, in una scuola elementare del Canton Ticino.
Dal 1975 al 1999 insegna in una scuola media, sempre nel Canton Ticino e, in corso di insegnamento dal 1975 al 1977 presso l’Università di Pavia, acquisisce un titolo svizzero, “Maestro di scuola maggiore” per l’insegnamento alla scuola media. Vive tra Niscemi e il Canton Ticino. Ha collaborato a: “Libera Stampa”, quotidiano del Partito socialista ticinese; “Verifiche” bimensile ticinese di scuola cultura e società”; “Avvenire dei lavoratori”; “Storia della Svizzera per l’emigrazione”“Edilizia svizzera”. In Italia: “Critica sociale”; “Avanti”; Annali” del Centro Studi Feliciano Rossitto; “Pagine del Sud”; “Colapesce”; “Archivio Nisseno”.