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Giovanni Valentini (1948) è un giornalista che, fin da giovanissimo, non solo ha collaborato con le testate giornalistiche più importanti d'Italia, dalla "Gazzetta del Mezzogiorno" al "Mattino di Padova" a "La tribuna di Treviso al "Giorno" a "la Repubblica". Ma è stato anche direttore di prestigiose testate di settimanali: dal "L'Europeo" al "L'Espresso". Dal 2015 collabora con "Il Fatto Quotidiano", dopo aver abbandonato "la Repubblica", che assieme a Eugenio Scalfari aveva contribuito a fondare, dopo aver denunciato la fusione tra il "Gruppo Espresso" e la "Stampa" di Torino proprietà della famiglia Elkann-Agnelli "vista a suo dire come pura operazione di potere".
Ha pubblicato diversi libri.
Don Antonio Sciortino (1954).
Il 20 settembre del 1980 è ordinato sacerdote paolino. Compie gli studi teologici presso la Pontificia facoltà teologica San Bonaventura, dove successivamente si licenzia in teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana.
In seguito si specializza in giornalismo presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Nel 1984 entra nella redazione di Famiglia Cristiana, come inviato speciale per seguire i viaggi di Giovanni Paolo II. Nel 1986 diventa giornalista professionista.
Nel 1988 diventa vice-direttore di Famiglia Cristiana, nel 1992 è condirettore.
Nel 1997 copre temporaneamente la carica di direttore fino al rientro di Leonardo Zega. Nel 1999 diventa infine direttore di Famiglia Cristiana, carica che ricopre fino al 2016, dando una linea politica di indipendenza dai partiti e a favore della famiglia.
Eugenio Scalfari, è troppo noto per trascrive una sua biografia.
Questi tre Personaggi, importanti per le loro biografie e per i ruoli che hanno ricoperto nella società italiana, motivo per cui ho voluto ricostruirne una breve sintesi all'inizio di questa nota, affinché il lettore comprenda la materia di cui ci stiamo occupando e la professionalità degli Autori.
"La morale la fede e la ragione". Sulla nuova Chiesa di Papa Francesco. Imprimatur editore, 2015, è un dialogo tra Giovanni Valentini e don Antonio Sciortino, con una bella Prefazione di Eugenio Scalfari.
"La storia della Chiesa cattolica attraversa una fase assai delicata, e per molti aspetti critica, in Italia e nel mondo: a cinquant'anni dall'inizio del Concilio Vaticano II, l'istituzione millenaria è chiamata a nuove sfide per riformarsi e cogliere 'i segni dei tempi'. Le recenti elezioni politiche italiane hanno registrato il declino dei cattolici in Parlamento, proprio in coincidenza con le inaspettate dimissioni di Benedetto XVI, dopo gli scandali che hanno coinvolto la Curia romana. Il nuovo Pontefice è chiamato ora a guidare la Chiesa e la comunità dei fedeli in una società che pone interrogativi pressanti sulla famiglia, sulla giustizia sociale ed economica, sul rapporto con la morte e con la malattia. Don Sciortino, direttore di 'Famiglia Cristiana', il più importante settimanale cattolico, si confronta con Giovanni Valentini, editorialista de "la Repubblica", indicando la strada per un dialogo fruttuoso tra laici e cattolici, in questo Paese che sembra aver smarrito i suoi valori cristiani", come possiamo leggere
nel risvolto di copertina.
La Chiesa cattolica, in questo dialogo, viene analizzata senza falsi pudori. Viene esaminata in rapporto al nuovo Papa, alla morale, all'economia alla politica e ai mass media.
Eugenio Scalfari, nella Prefazione, chiarisce i termini del dialogo tra un laico e un cattolico, che non ha paura di confrontarsi sui temi più scottanti che hanno, negli ultimi decenni, coinvolto la Curia romana.
Scrive Scalfari nella prefazione.: "La figura professionale e religiosa di don Antonio è dunque abbastanza complessa e ha indotto Giovanni Valentini a dedicargli un libro-intervista. Credo sia stata una buona idea e Valentini l'ha sfruttato fino in fondo ponendo domande a tutto campo: la morale, la religione, la politica, il Vaticano, l'Italia. Domande specifiche, capaci di delineare un quadro generale, ma entrando anche nei dettagli, nei fatti concreti, nelle cause che li hanno determinati, nei personaggi che ne sono stati i protagonisti. E don Antonio ha risposto a tutte, senza imbarazzo né reticenza. Ne esce in quasi trecento pagine, la voce d'un cattolico moderno, prete fino in fondo ma anche moderno così come il Concilio Vaticano II l'ha configurato".
Le prime domande chiedono conto di ciò che potrà fare un papa argentino e, come se non bastasse, anche gesuita.
Don Antonio risponde: "Papa Bergoglio è un uomo mite, quasi un asceta, vicino alla gente e ai più poveri, ma non gli difetta la fermezza necessaria per dare una svolta autentica alla Chiesa a cominciare dalla pulizia al suo interno". E ricorda un episodio illuminante quando, subito dopo l'elezione, papa Francesco riunisce nella Cappella Sistina i cardinali che l'avevano eletto a tenersi lontani da ogni forma di mondanità. "Chiedo che tutti noi abbiamo il coraggio proprio il coraggio, di camminare alla presenza del Signore. Quando non si cammina ci si ferma. E quando non si confessa Gesù Cristo si confessa la mondanità del diavolo".
Più chiaro di così.
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Rosario Antonio Rizzo
Dopo il conseguimento del diploma di insegnante di scuola elementare all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Vittoria, 1962, si reca in Svizzera, dove insegna, dal 1964 al 1975, in una scuola elementare del Canton Ticino.
Dal 1975 al 1999 insegna in una scuola media, sempre nel Canton Ticino e, in corso di insegnamento dal 1975 al 1977 presso l’Università di Pavia, acquisisce un titolo svizzero, “Maestro di scuola maggiore” per l’insegnamento alla scuola media. Vive tra Niscemi e il Canton Ticino. Ha collaborato a: “Libera Stampa”, quotidiano del Partito socialista ticinese; “Verifiche” bimensile ticinese di scuola cultura e società”; “Avvenire dei lavoratori”; “Storia della Svizzera per l’emigrazione”“Edilizia svizzera”. In Italia: “Critica sociale”; “Avanti”; Annali” del Centro Studi Feliciano Rossitto; “Pagine del Sud”; “Colapesce”; “Archivio Nisseno”.