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"Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Parole di Gesù, riportate da Matteo. Chissà se Papa Francesco ha pensato anche a queste parole ieri pomeriggio, quando, a sorpresa, si è recato all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per visitare i bambini arrivati dall'Ucraina.
Sono 19 ad essere ricoverati là. Alcuni combattevano mostri terribili, altri, in salute, si sono trovati di fronte mostri umani. Bambini dilaniati, traumatizzati dal suono delle sirene, dalle esplosioni, dalla distruzione delle case, dalle città deserto, dai morti per strada. Traumi non minori di quelli fisici, chi li subisce rischia di ricordare sempre. Oltre a curarli nel corpo, bisognerà pensare alla loro anima.
Papa Francesco ha voluto vederli, li ha salutati uno per uno. Mi ha commosso la mano di un bambino così stretta a quella del Papa, da non volerla più lasciare, e il palmo della mano di Francesco sulla fronte di una bambina. Come a benedirla, a farle scudo. Una preghiera, forse. Tu puoi liberarla da ogni male.
L'inferno dei viventi, parole di Calvino, non è qualcosa che sarà, è quello che è qui, accanto a noi. Ma l'amore ha sempre la meglio e si espande in ogni angolo dell'Universo, anche in guerra; a dircelo Papa Francesco. Che chiede a ogni uomo di cambiare, perchè nulla è per caso e il male di adesso è figlio del male di ieri. Come scrisse Fëdor Dostoevskij, il grande scrittore russo. "Ricorda che non puoi essere giudice di nessuno. Perché non vi può essere sulla Terra nessuno che giudichi un criminale se prima non abbia riconosciuto di esserlo egli stesso". Ci sia solo bene. Grazie, Papa Francesco.
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