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Il vecchio avvocato guardò la signora in panni stretti, con il seno prorompente e le spalle nude. Era un processo strano, balordo, non gli piaceva il suo cliente, non gli piaceva la parte offesa, non gli piaceva l'impronta che aveva preso la vicenda, finita senza un perché sulle pagine dei giornali locali. Si trattava di molestie sessuali, che probabilmente, anzi sicuramente ci stavano tutte. Ma il suo cliente era chiaramente un babbeo, che si era fatto trascinare dalla passione bieca e travalicato i limiti intravalicabili, ed essendo un villano non aveva saputo fermarsi per tempo. Dall'altra parte, peraltro, non c'era sicuramente una viola mammola. Lui odiava questo genere di processi, ma un avvocato è un avvocato, se accetta una difesa la deve portare fino in fondo. Aveva scelto quindi una strada tranquilla, fatta di silenzio, di strada apparentemente lasciata libera al Collega di parte civile, con puntuali precisazioni e piccole frecciatine.
Poi aveva fatto la sua irruzione la stampa, e lui scappava dai cronisti con le biro sotto il naso, con i taccuini, con i microfoni, con le telecamere. Non voleva, no, non voleva, dare spazio al prurito mediatico, e appena finiva l'udienza usciva con il volto corrucciato e a grandi falcate si allontanava.