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Nuove sfide per l’avvocatura.

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 Sembra esserci un unico filo conduttore che attraversa tutti gli ordini professionali della nostra penisola, dal nord al sud: in primo luogo, la fuga sempre più massiccia degli avvocati che tentano di ottenere il tanto agognato "posto fisso " tanto desiderato dal comico Checco Zalone in un noto film "Quo vado", ed in secondo luogo la maggiore fuoriuscita delle donne rispetto agli uomini per le difficoltà a conciliare casa, famiglie e lavoro in considerazione della poche risorse investite in tal senso dal nostro Stato.

Le criticità emerse sembrano essere legate da una parte alla crisi pandemica e dall'altra al rilancio da attuare.

La presidente Vincenza Gaziano del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Agrigento, il foro più grande in Sicilia dopo Palermo che abbraccia anche Lampedusa, ritiene che i problemi che stiamo affrontando siano più che altro legati a problemi esterni ai quali si aggiungono le falle del nostro sistema che, spesso, non riesce a dare le giuste risposte alla richiesta di giustizia dei cittadini.

Il rischio per gli avvocati da evitare è diventare dei meri burocrati del sistema giudiziario. Parlando del Pnrr l'avvocatura ha chiesto maggiori investimenti umani e risorse anche materiali per adeguare le infrastrutture e non solo.

Ma, oltre a ciò le difficoltà riguardano principalmente la scarsa redditività e il massiccio ricorso dei cittadini al patrocinio a spese dello Stato che se non possibile per condizioni reddituali, porta l'utente a cercare il servizio con la tariffa più bassa, con maggiore svilimento della professione forense. 

 Lo stato di salute di una professione lo si può evincere dalla lettura dei dati riportati dall'albo e ciò che emerge da quando si sono avviate le tante assunzioni da parte della Pubblica Amministrazione, è la cancellazione di decine di iscritti che, seppur spesso a malincuore, lasciano la professione per una maggiore stabilità e conciliabilità con la vita personale e familiare.

Per il Presidente del COA di Catania Rosario Pizzino, la tendenza anche qui è simile a quella del resto dell'Italia, i concorsi pubblici possono rappresentare l'occasione della vita, pertanto è facile che soprattutto le donne tra i 36 ed i 45 anni tentino questa strada, colleghi preparati che evidentemente trasferiranno le loro competenza in questi ambiti. Anche qui per il presidente si tratta di una crisi che dura da molti anni, in primis di natura economica con clienti che pagano poco ed una pressione fiscale e previdenziale invece sempre puntuale; da questo punto di vista la causa principale non è stata quindi la pandemia che ha accentuato problemi che comunque esistevano già.

Passiamo a Firenze dove il Presidente del COA Giampiero Cassi, afferma che la professione diventa ogni giorno più impegnativa tra norme che si sovrappongono, innovazioni tecnologiche ed un problema rappresentato anche dalla rete e dalle notizie spesso fuorvianti che circolano inducendo i clienti ad interpretazioni spesso sbagliate di cui però il cliente si fida. Non viene più dato il giusto valore alla professione dell'avvocato, ma, il Presidente è ottimista ritenendo che il leggero calo registratori anche nel foro fiorentino potrebbe portare ad un innalzamento della qualità.

 Anche il Presidente del COA di Milano, Vinicio Nardo è convinto che la fuga di molti sia espressione di una crisi che ha le sue origini da almeno un decennio, che ha ragioni più profonde e che la crisi pandemica ha solo acuito la crisi.

Sono almeno tre, difatti, le crisi che il nostro paese ha attraversato negli ultimi decenni: dalla crisi finanziaria del 2008, alla crisi delle risorse della pubblica amministrazione del 2010 e infine con l'arrivo della pandemia nel 2020.

Il lavoro è inevitabilmente cambiato e quindi è necessario rinnovarsi e saper essere resilienti.

Una possibile soluzione? Saper offrire servizi di qualità con professionisti all'altezza delle situazioni.

Non ci saranno meno toghe ma professionisti più capaci di competere e far competere cittadini, imprese, associazioni. Va sostenuta con forza la digitalizzazione ed anche le specializzazioni. Ad esempio la mediazione per gli avvocati milanesi non è una forma di giustizia alternativa, ma, una risorsa da vedere come difesa di interessi che consentono all'avvocatura di lavorare con più efficacia alla difesa dei diritti.

Il Pnrr? Una bella opportunità anche per gli avvocati, una straordinaria rampa di rilancio, anche in vista degli effetti del post pandemia che non abbiamo ancora del tutto vissuto.

Insomma,  per l'avvocato Nardo occorre trasformare la crisi in opportunità, ecco la nuova sfida dell'avvocatura!

 

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