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Un maestro: "Bambini, quant'è brutto quel compagno nero", e lo fa girare. Poi: "Esperimento sociale"

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In una scuola di Foligno, nella civilissima Umbria, accade un fatto degno del Sudafrica dell'apartheid. 

Protagonista un maestro supplente. Uno di quelli che dovrebbe insegnare ai suoi studenti che tutti gli uomini e i bambini sono uguali, ed invece si ritrova ad insegnare la discriminazione e l'odio. Entra in classe, guarda un bambino di colore e chiede al resto dei compagni: "Bambini vero che è brutto?".

Non finisce qui. Si dirige verso la finestra, scrive sul vetro, chiama quel bambino e gli ordina di girarsi e di guardare verso l'esterno, così non potrà incrociare il suo sguardo, non se lo vedrà più di fronte. Lui e tutti i bambini bianchi, che fino a quel momento lo avevano considerato un proprio compagnetto di classe, uno di loro. Perché ai bambini il colore della pelle non interessa, a molti adulti, razzisti fino al midollo, si.

Dalla scuola non traspare nulla, non sappiamo se per ignoranza dei fatti o per omertà o per coprire qualcuno. Ma l'accaduto si affaccia sui social, timidamente, poi viene rimosso, poi ritorna ancora. L'indignazione è più forte della paura, magari quella di genitori che temono, chissà, ritorsioni a carico dei propri figli.

Come una freccia dall'arco scocca, diceva Faber, vola veloce di bocca in bocca. Non si può più controllare nulla, ed emergono altri particolari. Qui il maestro sarebbe recidivo, avrebbe assunto, in altre occasioni, gli stessi comportamenti. A fare le spese anche una bambina, la sorella del primo, presente in un'altra classe della stessa scuola.
"Un altro giorno – emerge – è entrato in un'altra aula, ed ha ripetuto la stessa scena con la sorellina. Ha detto difronte a tutta la classe che era brutta, ed ha poi chiesto ai compagni se la ritenessero anche loro brutta, per poi invitarla a guardare fuori dalla finestra".

I genitori si ribellano, ed indirizzano una nota al dirigente scolastico: "Il maestro si sarebbe giustificato sostenendo che si trattasse di una sorta di esperimento sociale aggiungendo che si sarebbe ispirato ad altri casi analoghi presenti anche in rete".

Siamo senza parole, attoniti. Ci sentiamo lesi nella nostra dimensione umana. Non basta la solidarietà, occorrono ora atti concreti e riparazioni. Il ministro dell'Istruzione ha il dovere di intervenire subito, disponendo un'inchiesta nella scuola interessata per capire se qualcuno sapeva, così come quel maestro riteniamo debba essere immediatamente sospeso dalle funzioni, perché uno così non è degno di insegnare nulla.

 

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