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Nuova pronuncia della Cassazione sul mantenimento dei figli. 29 anni? Si presume la possibilità di rendersi autonomi

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 Nuova ordinanza della Cassazione riguardo l'assegno di mantenimento ai figli maggiorenni.

Sappiamo che la legislazione italiana non prevede una soglia di età raggiunta la quale decade il dovere del genitore al mantenimento dei figli.

Per l'effetto,  l'assegno sarà dovuto anche per gli adulti che non risultino ancora in grado di provvedere da soli, oltre che in favore di figli minori e disabili.

L'obbligo di mantenimento viene meno quando il figlio sia autosufficiente economicamente, ossia nel momento in cui svolga una professione, corrispondente alle competenze acquisite nel percorso di studio e in linea alle condizioni di mercato, tale da ricavarne un reddito sufficiente per fronteggiare autonomamente alle proprie esigenze quotidiane.

L'onere probatorio spetta al genitore che ritenga di essere esonerato dall'obbligazione e che pertanto dovrà provare che,  il figlio è divenuto autosufficiente, o che il mancato svolgimento di una attività lavorativa sia allo stesso imputabile, o che è stato posto nelle condizioni concrete di conseguire un'autonomia economica, oppure che il mancato svolgimento di un'attività lavorativa dipende da un atteggiamento colposo o inerte del figlio stesso.

 Ovviamente i genitori non potranno avere un impegno illimitato nel tempo e per tale ragione volendosi favorire un atteggiamento di maggiore responsabilità dei figli, ultimamente sempre più spesso le pronunce impongono lo stop all'assegno mensile per i figli maggiorenni che, pur essendo in condizione di studiare o lavorare, non si sforzino abbastanza per rendersi indipendenti.

Di recente è intervenuta la Cassazione con una decisione che, in linea con precedenti pronunce dichiara lo stop al versamento da parte del padre dell'assegno di mantenimento a favore delle due figlie gemelle che avevano raggiunto l'età di 29 anni.

Per la Suprema Corte, a tale età si presume che i figli siano in grado di lavorare e quindi di rendersi completamente autonomi rispetto ai genitori, tranne nel caso di figli disabili o di altri impedimenti comunque da provare.

La Cassazione, accoglie così il ricorso del genitore obbligato in primo e secondo grado a riconoscere alle due figlie un importo complessivo di 500 euro.

 L'orientamento della Suprema Corte è pertanto quello di ritenere in considerazione dell'età,  che le ragazze sono in grado di lavorare, stante l'assenza di disabilità o di altri impedimenti o percorsi di studi incompleti.

Questa la decisione che si può leggere nell'ordinanza n. 2056/2023 della Cassazione.

Il tribunale in occasione del divorzio aveva difatti riconosciuto alla ex moglie ed alle figlie un assegno mensile complessivo di 800 euro.

La Corte d'Appello nel rigettare l'impugnazione confermava 300 euro a favore della ex e 500 euro per le due figlie.

L'ex marito decide allora di ricorrere in Cassazione contestando la violazione, da parte della sentenza di appello, dei principi sanciti dalla Cassazione in ordine al mantenimento dei figli maggiorenni, visto che le stesse, emigrate entrambe in Germania, risultavano essere economicamente indipendenti.

La Cassazione chiarisce allora che, relativamente alle due figlie, il raggiungimento dell'età di 29 anni, in effetti porta a presumere la possibilità per entrambe di lavorare e provvedere ciascuna al proprio mantenimento.

La decisione poteva essere diversa o nel caso di impedimenti provati dalle figlie, ad esempio un percorso di studi incompleto oppure la presenza di una disabilità, fattori tutti assenti nel caso specifico.

 

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