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Un alunno di appena sei anni affetto da un disturbo da deficit di attenzione con iperattività (Adhd) di tipo combinato associata a marcata difficoltà nella regolazione degli aspetti comportamentali e aggressivi, viene sospeso da scuola per ben 17 giorni.
Ma, i genitori, avvisati tramite una email dalla scuola, non ci stanno e fanno ricorso al Tar che dopo appena tre giorni dal deposito del ricorso del legale, dispone la sospensione del provvedimento e l'immediato rientro in classe del bambino.
I giudici, inoltre, con lo stesso decreto cautelare dispongono che al minorenne siano attribuite le ore di sostegno di cui necessita "compatibilmente con la gravità dell'infermità di cui è affetto".
Dopo la vittoria al Tar i genitori si recano pertanto a scuola, dove, non vengono ammessi pertanto, procedono facendo denuncia per inottemperanza di un ordine giudiziario.
Oggi il piccolo è tornato tra i banchi ma le polemiche non si placano.
Per quale ragione impedire ad un bimbo di soli sei anni di rientrare a scuola? Il preside ribatte affermando che la segreteria non aveva ancora aperto la posta e che quindi non erano a conoscenza della decisione del Tar.
Alla luce di quanto accaduto intanto il ministro dell'Istruzione ha disposto una ispezione per comprendere come mai il decreto del Tar non fosse stato rispettato.
Secondo la versione del Preside, una volta letta la decisione del Tar, egli avrebbe dato disposizioni di non impedire più l'accesso a scuola del bimbo.
La questione ha sollevato un forte dibattito e tra le altre questioni, una ha riguardato anche il forte aumento negli ultimi 20 anni delle certificazioni.
Infatti, gli studenti con disabilità sono aumentati, addirittura triplicati con tre tipi di disabilità: l'autismo (un terzo dei certificati 104), l' ADHD (disturbo dell'attenzione e iperattività), e il DOP (disturbo oppositivo provocatorio).
Si tratta di disabilità accomunate da una caratteristica, e cioè da "comportamenti problema" ovvero con comportamenti "anomali, spesso aggressivi e fortemente reattivi".
L'esplosione ha seguito la diffusione del DSM V, il classico manuale statunitense di psichiatria del 2012 che viene ormai seguito dalle pratiche diagnostiche dei paesi europei.
Il fatto è che anche le basi scientifiche di queste diagnosi sono discusse. Non esiste una certezza e neppure "cure" farmacologiche particolarmente condivise.
L'unica certezza è la tendenza ad isolare questi bambini e ragazzi ritenuti "pericolosi" per i compagni di classe, attenzionati da docenti ed educatori in modo da non essere lasciati soli. .
Del caso del bambino di Ladispoli si è parlato tanto anche per l'abnormità della sanzione, ma il problema è più diffuso di quanto si pensi.
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Mi chiamo Elsa Sapienza, ho studiato legge e sono diventata avvocato nel 2008.
Da sempre appassionata del diritto di famiglia, ho compreso negli anni che non mi bastava occuparmi di studiare, interpretare ed applicare norme giuridiche, ma, nutrivo un sincero interesse verso la cura delle relazioni tra le persone. Così mi sono avvicinata sempre di più al mondo delle mediazione ed ho approfondito sempre di più le mie conoscenze in tale settore, divenendo prima mediatore familiare, poi mediatore civile e commerciale, penale e scolastico.
Ho fondato l’Associazione Logos Famiglia e Minori, oggi EOS, acronimo di educazione – orientamento – sostegno, affascinata dalla prospettiva di lavorare in sinergia con altri professionisti, offrendo un servizio a 360° alle persone bisognose di un valido supporto ed offrendo loro uno spazio – luogo dove sentirsi accolte e ascoltate attraverso un approccio multidisciplinare.
Sono avvocato specialista in diritto delle persone, delle relazioni familiari e dei minorenni, tutore e curatore speciale dei minori.
Ho frequentato il Master in Situazioni di Affido e Adozione, settore di cui mi occupo da molti anni anche grazie alle esperienze maturate all’interno del mondo dell’associazionismo. Amo fare passeggiate nei boschi soprattutto d’estate, il mare della mia splendida città e viaggiare!