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Avvocatura ed Alexa…pareri a colpi di click.

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 In un'epoca sempre più digitale, dove aumentano le comodità per l'individuo e l'illusione di poter fare tutto, o quasi, anche restando comodamente a casa propria, ecco che arriva un'altra novità che questa volta ha fatto insorgere l'avvocatura.

I possessori del dispositivo Amazon Echo potranno consultare la mitica Alexa per chiedere pareri legali dopo aver scaricato la skill "La legge per tutti".

Quindi non più solo ricette di cucina, canzoni preferite o le previsioni meteo del giorno, ma, la possibilità di chiedere all'avvocato virtuale, cosa fare se il tuo vicino ti disturba.

Alexa è nata nel 2014 in occasione del lancio del primo Amazon Echo ed il suo utilizzo è talmente facile da poter essere utilizzata anche dai bambini.

Si tratta di un'intelligenza artificiale che vive all'interno degli smart speacker e cioè dispositivi usati per l'ascolto della musica, ma, anche per rispondere a domande diverse.

 A quanto pare la famosa Alexa si sta evolvendo sempre di più e potrà dare risposte anche in merito ad alcune categorie legali che potranno spaziare dal diritto di famiglia ad altre curiosità giuridiche.

L'utente potrà ascoltare gli ultimi articoli in base alla categoria selezionata oppure interagire con Alexa, facendo direttamente alcune domande.

Tutto ciò è stato realizzato grazie alla partnership con un portale giuridico, ma l'avvocatura è insorta chiedendosi se sia corretto giungere ad utilizzare la tecnologia per offrire un servizio che consentirà all'utente di avere per così dire in qualsiasi momento un avvocato a disposizione.

Per non parlare del rischio connesso alla tutela dei diritti dei cittadini che potrebbero pensare di fare affidamento su pareri privi di garanzia.

Molto duro l'intervento del presidente dell'Associazione italiana giovani avvocati (Aiga), Francesco Perchinunno il quale ha affermato che Amazon mette in vendita, anzi svende, la professione legale ed ancora che, la nascita del primo avvocato digitale gratuito a portata di clic, costituisce un attacco alla dignità della categoria forense, pertanto si augura un intervento immediato del governo e dell'antitrust.

 In effetti se la tecnologia può senz'altro essere di ausilio a tutti, non potrà mai certamente tramutarsi nella figura dell'avvocato il quale svolge una funzione ed un servizio difficilmente sostituibili da parte di un software.

Vi è poi il problema della gratuità che violerebbe i principi basilari di concorrenza rispetto all'attività di un legale.

La consigliera del Cnf Carla Secchieri e vicepresidente del Comitato IT del Ccbe, invita alla prudenza affermando che, da quanto si apprende il cittadino potrà attendere una risposta da un assistente vocale effettuando una ricerca e navigando tra varie opzioni proposte, in un certo senso, l'evoluzione digitale e moderna del vecchio testo "L'avvocato nel cassetto" che molte famiglie hanno tenuto in casa al pari del libro "Medico nel cassetto"!

Quindi, continua la consigliera definire tutto ciò come una rivoluzione che porta alla nascita dell'avvocato digitale…sembra eccessivo.

Purtroppo, il rischio, e questo sì costituisce un vero problema, è che vengano date risposte non corrette e che poi i cittadini facciano affidamento su informazioni ricevute non aderenti al caso concreto. Per non parlare del fatto che, la funzione del legale non si esaurisce nella mera applicazione della norma giuridica.

L'avvocato, per fortuna, è molto di più!

 

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