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Nel 1975 ho visitato Israele con il Gruppo Amici Svizzera/Israele. Un viaggio interessante e ci ha aiutato a capire cosa stesse succedendo in quelle zone in quel preciso momento storico.
Abbiamo incontrato funzionari, qualche ministro, la leggendaria Stella Levi, alta graduata dell'esercito di "Liberazione", così la chiamano questa guerra gli israeliani. Si tratta di quella guerra del 1948, quando finisce il protettorato inglese e nasce lo Stato di Israele.
Ma abbiamo visitato, anche, città, paesi, villaggi, Musei carichi di storia millenaria. Abbiamo dormito nei kibbutz, costruiti nel deserto che producono agrumi, e vi costruiscono università e città, quelle di Be'er Sheva (o Be'er scebba), si trovano nel deserto del Negev, dove ha insegnato l'autore che presenteremo in questa nota.
Siamo rimasti a bocca aperta davanti alla maestosità di Gerico, la città più antica del mondo, inquieti davanti al Muro del Pianto a Gerusalemme o visitando la grotta della natività a Betlemme. Prendendo il bagno nel Mar Morto ci siamo sentiti inaffondabili e meravigliati davanti alle antiche città romane.
Amos Oz 1939-2018), è stato uno scrittore e un saggista israeliano. Raffinatissimo. Ha pubblicato numerosi romanzi e saggi. È stato anche giornalista e docente di letteratura alla Università Ben Gurion del deserto del Negev, a Be'er Sheva. E proprio in questa città, in questa settimana, ci sono stati quattro vittime per la ripresa di attentati, dopo qualche anno di pace relativa.
È stato un attivista impegnato, e non ha mai fatto mistero, di appartenere a quel gruppo di intellettuali israeliani che hanno sempre perorato la causa della necessità di arrivare alla soluzione dei due Stati: quello palestinese e quello israeliano. E siglare un pace, sempre desiderata a mai realizzata.
Vivendo, e lavorando, in Israele ha dovuto affrontare non pochi problemi con gli ambienti reazionari, e non sono pochi, compreso quello di cui faceva parte suo padre.
Bisogna leggere il suo romanzo autobiografico Una storia di amore e di tenebra, Feltrinelli, 2015, dove lo scrittore si occupa della storia millenaria del suo Paese e il racconto della sua famiglia, le sue tragedie famigliari, le sue scelte di vita.
Le pagine sulla"guerra di indipendenza", gli attacchi terroristici dei Fedayyin, la vita nei kibbutz, l'occupazione dei territori dei Paesi arabi confinanti, le numerose guerre.
Poi ci sono pagine struggenti sulla tragedia della sua famiglia. La madre che si toglie la vita, quando Amos aveva dodici anni.
Lo scrittore, in cuor suo, addebita al padre l'esasperazione che ha condotto la madre al suicidio
Inizia un momento difficile nell'elaborazione del lutto per la grande perdita materna. Iniziano i contrasti con il padre e che convincono lo scrittore ad abbandonare la casa paterna. Si rifugia in un Kibbutz e decide di cambiare cognome Klausner "Oz, che significa in lingua ebraica "forza".
Bellissime pagine che ci fanno rivivere momenti di intensa sofferenza.
Di tutt'altro taglio e il secondo libro di Amos OZ, "Giuda" edizioni Feltrinelli, Universale economica, 2016, come possiamo leggere nella quarta di copertina.
"Gerusalemme, l'inverno tra la fine del 1959 e l'inizio del 1960. Shemuel Asch decide di rinunciare agli studi universitari, e in particolare alla sua ricerca intitolata 'Gesù visto dagli ebrei', a causa dell'improvviso dissesto economico che colpisce la sua famiglia e del contemporaneo abbandono da parte della sua ragazza, Yardena. Shemuel è sul punto di lasciare Gerusalemme quando vede un annuncio nella caffetteria dell'università.
Vengono offerti alloggio gratis e un modesto stipendio a uno studente di materie umanistiche che sia disposto a tenere compagnia, il pomeriggio, a un anziano disabile di grande cultura. Quando si reca all'indirizzo riportato nell'annuncio, Shemuel trova una grande casa abitata da un colto settantenne, Gershom Wald, e da una giovane donna misteriosa e attraente, Atalia Abrabanel. Si trasferisce nella mansarda e inizia a condurre una vita solitaria e ritirata, intervallata dai pomeriggi trascorsi nello studio di Gershom Wald. Chi è veramente Atalia? Cosa la lega a Gershom? Di chi è la casa dove vivono? Quali storie sono racchiuse tra quelle mura? Shemuel Asch troverà la risposta nel concetto di tradimento, non inteso in senso tradizionale, bensì ancorato all'idea che si ritrova nei Vangeli gnostici, dove emerge che il tradimento di Giuda, aver consegnato Gesù alle autorità e a Ponzio Pilato, non fu altro che l'esecuzione di un ordine di Gesù stesso per portare a termine il suo disegno".
Risposte che troveremo al termine della lettura delle 327 pagine che si leggono tutto d'un fiato.
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Rosario Antonio Rizzo
Dopo il conseguimento del diploma di insegnante di scuola elementare all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Vittoria, 1962, si reca in Svizzera, dove insegna, dal 1964 al 1975, in una scuola elementare del Canton Ticino.
Dal 1975 al 1999 insegna in una scuola media, sempre nel Canton Ticino e, in corso di insegnamento dal 1975 al 1977 presso l’Università di Pavia, acquisisce un titolo svizzero, “Maestro di scuola maggiore” per l’insegnamento alla scuola media. Vive tra Niscemi e il Canton Ticino. Ha collaborato a: “Libera Stampa”, quotidiano del Partito socialista ticinese; “Verifiche” bimensile ticinese di scuola cultura e società”; “Avvenire dei lavoratori”; “Storia della Svizzera per l’emigrazione”“Edilizia svizzera”. In Italia: “Critica sociale”; “Avanti”; Annali” del Centro Studi Feliciano Rossitto; “Pagine del Sud”; “Colapesce”; “Archivio Nisseno”.