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Appena entro vedo il Pm.
Colpo di scena, signori e signori. E' il galantuomo che sta indagando su di me. Mi giro a guardare Agata che ricambia l'occhiata. Non abbiamo bisogno di dirci nulla. Queste sono le cose che mi fanno veramente infuriare. La Salmaso si siede vicino a me, vestita della sua dignità. Ha lo sguardo fermo. Sta guardando in faccia i suoi giudici. Ora bisogna vedere quali assi stia per calare il PM. Ho controllato gli atti fino a ieri mattina e non c'era nulla di nuovo. Non vorrei trovarmi la sorpresa di giornata, però. Inizia la relazione del Giudice. E' una donna, come la Salmaso. Legge un resoconto completo dell'accaduto. Non tralascia nulla. Si sofferma sull'audizione del minore e sottolinea come il bambino risulti essere molto legato alla zia indagata. Fa presente che è stato sempre sentito in assenza di uncontraddittorio con la difesa. Tombola. Termina la relazione e guarda il PM. Non sembra uno sguardo amichevole. Il PM si alza e dice subito – in via preliminare – che intende depositare proprio questa mattina una richiesta di incidente probatorio per l'audizione del bambino. L'ha già depositata nella cancelleria del GIP ieri e ne fornisce debita attestazione. Insiste sulla ricostruzione del fatto osservando che le intercettazioni telefoniche e quelle ambientali confermano l'intero quadro accusatorio sul punto dei gravi indizi posti alla base della misura cautelare. Termina dicendo che i contatti tra zia e nipote vanno comunque elisi del tutto – usa il verbo elidere – perché la Salmaso è "un soggetto dalle tendenze comportamentali esiziali per lo sviluppo psico - fisico del minore il quale è già stato minato nella sua identità e nel proprio io".
Sento la mia cliente fremere vicino a me. Le nocche delle sue mani sono chiuse a riccio. Bianche. Mi alzo a mia volta ed osservo subito che la richiesta del PM è il più grande autogoal che lo stesso potesse compiere e lo ringrazio pubblicamente.
- Grazie PM, lei ci ha fatto davvero un grande regalo. La sua onestà intellettuale non ha prezzo -,mi scappa pure.
- Non si permetta di fare dell'ironia !
Ribatte l'uomo dagli occhi acquosi.
Il Presidente – che è un napoletano dotato d'immensa dottrina e dal polso come quello di un comandante tra i marosi – ci richiama all'ordine.
- Signori, niente polemiche nella mia aula. Non vi permettete proprio, scordatevelo. Lei, avvocato Squinzati, spieghi il motivo del suo incipit, augurandosi che ci sia un argomento giuridico ben preciso dietro le sue parole perché le polemiche gratuite non mi piacciono per niente e tantomeno i calembour che devono stare fuori dalle aule di giustizia. Prego.
- Presidente, le chiedo scusa, la mia non era una battuta. Proprio per nulla. Il motivo giuridico è molto serio. Il PM non ha mai depositato prima di oggi richieste di incidente probatorio per ascoltare il nipotino della mia assistita. Il bambino è stato inquinato da assistenti sociali, polizia, e maestre. L'incidente probatorio si doveva chiedere subito, subito, e non oggi quando il danno è stato ormai fatto. E c'è di più.
Prendo respiro ma ormai sono partito. Sono furibondo. I giochetti dell'ultima ora mi mandano in bestia. Li ho sempre considerati un abuso del diritto, un esempio atomico di slealtà processuale.
- Il PM ha depositato soltanto questa mattina un'istanza di incidente probatorio, almeno davanti a questo Tribunale. In questi casi – come noto a tutti in quest'aula – l'accusa ha l'obbligo di depositare tutti gli atti di indagine compiuti in un procedimento per violenza sessuale. Oggi io sono qui a cercare di difendere una persona senza avere cognizione di tali atti d'indagine, o meglio, apprendo che ci sono soltanto questa mattina ma mi sfugge la loro materiale disponibilità. Si tratta di un pessimo uso del diritto che soltanto per eufemismo non chiamo un abuso vero e proprio.
Il Presidente mi interrompe.
- Mi scusi avvocato se la interrompo. PM, lei ha depositato gli atti cui fa riferimento la difesa ?
- Sono depositati nel fascicolo.
- Non mi sono spiegato. Quando li ha depositati nel fascicolo ? E scusi, di grazia, in quale fascicolo ?
- Li ho depositati questa mattina. Nel fascicolo del Gip, naturalmente.
- Ho capito. Di naturale però non c'è proprio nulla se non il fatto che noi – intendo il Tribunale del Riesame – non siamo in grado di giudicare questo procedimento perché lei non ha neanche usato la cortesia di trasmettere una copia di tutti gli atti d'indagine nel nostro, di fascicolo.
Si gira verso il cancelliere e detta un'ordinanza secca come una fucilata. L'udienza è rinviata di una settimana per consentire alla difesa di leggere tutti gli atti e per permettere al PM di depositarli in copia anche presso la Cancelleria del Riesame.
- Un'ultima cosa, Pm - aggiunge il Presidente.
- Non mi piacciono le sorprese, e soprattutto, non mi piace trovarmi costretto a rinviare le udienze, e certe udienze, per colpa delle parti. Non deve più succedere. Non se lo dimentichi.
Il mio avversario esce a testa bassa dall'aula alla velocità della luce senza guardare nessuno. La Salmaso mi stringe il braccio. Agata è già schizzata fuori. Il sole irrompe dalle vetrate. E' un anticipo della vittoria ? Calmo, devo stare calmo. Mi tocco il colletto della camicia. E' bagnato. Significa che mi sono scaldato senza accorgermene.
La tensione non si sente mai.
Ma c'è.
Torniamo a casa tronfi come tacchini. La Salmaso mi ha pure dato due baci. Incredibile. Come al solito, però, non mi sento tranquillo. E' soltanto un rinvio strategico. Quello che mi preoccupa di più sono gli atti depositati dal PM. Non so cosa troveremo. Di certo costui ha fatto una pessima figura davanti al Riesame e questo per oggi mi basta ma resta sempre molto importante non sottovalutare l'impatto umano nei giudici. Agata canta in macchina a squarciagola. Io mi godo l'aria che entra dal finestrino. Mi sono pure slegato i capelli. Li ho sciolti dalla coda da udienza che mi stringo sempre quando discuto. Sono un avvocato con più di quarant'anni di età che porta ancora la coda come gli AC / DC. Dove cazzo vado, a volte me lo chiedo ancora. Ho già pensato di rasarmi a zero. Prima o poi lo faccio. Quando arriviamo in studio e proviamo a guardare i vari siti on line, vedo che la notizia del rinvio sta impazzando. I giornalisti non trattano neanche tanto bene il PM, anzi alcuni lo prendono a pesci in faccia. La cosa più curiosa è come abbiano fatto a conoscere la notizia nel giro di così breve tempo. Praticamente in tempo reale. Noi non abbiamo parlato con nessuno ed escludo che l'abbia fatto il PM stesso. Resta il dubbio su chi abbia rivelato la notizia. Comunque, siccome è favorevole alla nostra linea difensiva, decido di godermi anche questa modesta sfumatura accessoria. Ora comincia la metabolizzazione dell'adrenalina che mi ha letteralmente irrorato in udienza. E' difficile dire cosa si provi ma credo sia di molto vicino ad iniettarsi una dose di digitale in vena. Ti ritrovi carico di forza ed energia pronte ad esplodere ed il mondo sembra acceso di un colore che salta soltanto ai tuoi occhi. E' uno dei pochi momenti in cui la mia professione sembra smaltata di luce, con un orizzonte lontano da raggiungere. Fare l'avvocato significa qualcosa. Non voglio rovinarmi l'attimo. Sento il bisogno di riposare. Me ne vado a casa. Mi aspetta un giro a piedi sulle colline ed un'orata in forno. Sto per imboccare la porta quando Agata mi blocca sull'uscio.
-Vieni ad ascoltare il messaggio che Bianchetti ha lasciato in segreteria.
Bianchetti è un mio ex cliente che ogni tanto, con andamento ciclico, mi insulta e mi minaccia sulla segreteria telefonica perché pensa che gli abbia fatto perdere una causa che in realtà ha vinto. Si tratta dell'ultimo contraccolpo della vita di un avvocato: venire perseguitati da un pazzo che con accento emiliano ti lascia detto di tutto sul tuo telefono quando entra in crisi.
- Allora Squinzati, lo vogliamo trovare un perché a questa storia, eh? Non era finito tutto il 22 novembre ? Trova una soluzione oppure vengo giù io e quei tremila euro me li restituisci con tutti gli interessi. Squinzati, te lo dico una volta per tutte: fammi riavere la patente altrimenti la società te la metto a posto io, brutto finocchio francese.
Agata sta ridendo come una pazza. E anche io.
Anzi, me lo registro pure sul cellulare questo monologo psichedelico. Così, quando sono giù di corda, lo riascolto e rido di pancia come un orango rimbecillito su di un banano alto venti metri. Esco con il sorriso dallo studio e penso in fatto di telefoni che la Giannini non mi chiama da un po'. Ho sempre avuto un rapporto molto stretto con il telefono. Sarà per questo che subisco attacchi concentrici per opera di più gestori telefonici da clienti folli. Forse mi piace di più una pazzia del genere – dissennatezzain libertà -che non quella fredda e raziocinante di certi PM. Vado via con il cuore lieve, o forse meno disperato del solito . La pazzia altrui rende tutto possibile.
Anche la nostra.
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