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E' notorio, oggi la tecnologia è estremamente avanzata, ma anche che la sua utilizzazione concreta rappresenta una percentuale delle sue potenzialità. Il più delle volte conosciamo una piccola parte, ad esempio, delle funzionalità dei software che utilizziamo anche frequentemente.
Non sarebbe molto logico, ad esempio, comprare una Ferrari per andare a sessanta all'ora perché non sappiamo guidarla.
Se vogliamo, in futuro, sfruttare al massimo il nostro investimento tecnologico dovremo investire sulla tecnologia che le nostre aziende sono effettivamente in grado di utilizzare.
E'evidente che per fare un buon investimento in tecnologia, bisogna sicuramente investire nella formazione del personale, e quindi, delle persone, affinché interamente venga sfruttata appieno.
L'investimento più profittevole è proprio quello effettuato sulle persone. Mentre la tecnologia è disponibile sul mercato e il suo prezzo è analogo per tutti i competitori, il grado di utilizzo della stessa deriva dalla cultura digitale degli operatori e fa la vera differenza tra i competitor.
Va, infatti, distinta, la tecnologia disponibile, potenzialmente utilizzabile in azienda, dalla tecnologia praticata. Quest'ultima è l'unica a dover essere presa in considerazione.
Utilizzare il digitale comporta un modo di pensare e dei costrutti mentali (digital mindset) diversi da quelli analogici a cui molti di noi sono abituati. Dobbiamo cioè sviluppare capacità che in passato non usavamo e tenerle in allenamento.
Utilizzare appieno tecnologie digitali significa quindi sforzarci di cambiare il modo con cui affrontiamo il lavoro e i problemi. Anche qui la formazione è essenziale non solo per utilizzare materialmente gli strumenti, ma soprattutto per calare la nostra professionalità e le nostre competenze nel nuovo ambiente digitale.
In futuro, quindi, serviranno caratteristiche come creatività, capacità di innovare, esercizio dell'autonomia, ma queste caratteristiche avranno la necessità di essere esercitate con l'aiuto di tecnologie. Dovremo quindi formarci, per essere più innovativi, creativi e autonomi, ma nel nuovo contesto digitale.
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Sono un’appassionata di diritto delle nuove tecnologie e lo faccio da Avvocatessa e giornalista, studiando, applicando e raccontando le regole e le politiche dell’innovazione in ambito nazionale ed europeo.