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La scomparsa del sostituto procuratore della Repubblica di Enna, Giovanni Romano, ha suscitato grande emozione nell'opinione pubblica siciliana. In tanti, in queste ore, hanno espresso e stanno esprimendo ai familiari e ai colleghi del magistrato il proprio cordoglio, ricordandone le doti umane e professionali.
Tra i messaggi pervenuti, uno tra quelli che ha suscitato grande emozione è arrivato da una scuola. Gli studenti hanno preso carta e penna, alla notizia della morte del loro amico magistrato, per raccontare a tutti le emozioni che avevano provato nel momento in cui lui, Giovanni, era andato a trovarli nella loro scuola per parlar loro di legalità e di lotta alla mafia.
"Abbiamo appreso oggi – scrivo dall'istituto Bonfiglio Colozza – con enorme dolore, la notizia della tragica scomparsa di un giovane e tenace Magistrato, che aveva in poco tempo lasciato una grande impronta nel suo cammino per contrastare la Mafia. Siamo tutti attoniti e vogliamo stringerci in un grande abbraccio ai familiari di questo uomo che con la passione, il coraggio con cui ha vissuto il suo impegno, resta un esempio per tutti noi. È ancora nei nostri ricordi più emozionanti il suo intervento a scuola, per testimoniare i principi di giustizia e legalità che ha voluto raccontare ai nostri studenti. Grazie Giovanni Romano per essere stato l'eroe del quotidiano, nella tua straordinaria semplicità ed umanità, in questa tua breve vita terrena sei stato uno fra i Giusti di cui noi Siciliani, noi Palermitani, siamo orgogliosi di poterti annoverare, oggi, domani, sempre".
"Giovanni non era un amico. Era l'Amico, quello con la A maiuscola. E non lo dico perché oggi, improvvisamente, se ne è andato".
A parlare è un amico del magistrato, Marco Mantelli: "Se n'è andato e io lo devo ancora realizzare. Lo dico perché lui ti capiva al volo. Se non ti facevi sentire per un pò, intuiva, fra i mille impegni, che c'era qualcosa che non andava e riusciva a trovare il tempo per una chiamata.
Era una certezza, quindi. Se avevi un problema potevi stare sicuro che lui, comunque, e in qualche modo, ci sarebbe stato. Per anni abbiamo sognato di diventare entrambi magistrati, per alcuni eravamo i nuovi Falcone e Borsellino, nei nostri sogni. Un paragone eccessivo, ovviamente. E per anni abbiamo inseguito questo sogno, studiando duramente. Solo lui ci è riuscito, forse perchè più caparbio di me o perchè troppo poco interessato all'avvocatura.
Quando ha vinto il concorso ero felice come se lo avessi vinto io. Abbiamo condiviso praticamente tutto, dallo studio alle delusioni con le ragazze, dai viaggi, alle chiaccherate infinite durante le sere d'estate, alle partite allo stadio, dietro il dolce e l'amaro che solo il Palermo può regalare. Parlava tanto, a differenza mia, ma mai a sproposito. Sempre curioso e innamorato della vita, nel profondo.
Sognavo di dargli la gioia di mettere al mondo un figlio mio per farlo crescere con Lorenzo, suo figlio di appena un anno, anche se non gliel'ho mai detto. Ci stavo lavorando, non ho fatto in tempo. Mi spiace, Giovi ma non era affatto il momento di lasciarci".
Cordoglio anche dalle istituzioni. presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha esresso «profondo dolore» per la morte del sostituto procuratore: «Alla famiglia del magistrato - afferma il governatore - va il mio più sentito cordoglio, al quale unisco la vicinanza della comunità siciliana».
David Ermini, vicepresidente del Csm, che si sta ora recando a Termini Imerese, dove è stata portata la salma del magistrato, ha sottolineato: "Un destino terribile. Esprimo ai familiari di Giovanni Romano la vicinanza e il cordoglio mio e dell'intero Consiglio superiore della magistratura in questo momento di atroce dolore".
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