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Una via d’uscita per il “caso” forfettari

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Dopo il discutibile invio di migliaia di comunicazioni da parte dell'Agenzia delle Entrate in relazione alla mancata compilazione del quadro RS da parte dei contribuenti forfettari, il Governo ha parzialmente rimediato prevedendo, all'interno del decreto "Proroghe", una disposizione che proroga al 30 novembre 2024 il termine per gli obblighi informativi posti a carico dei contribuenti in regime forfetario relativi al periodo d'imposta 2021, da indicare nei righi da RS371 a RS381 del quadro RS.

Ma, dall'analisi dell'intera vicenda, si appalesa, più che una proroga, una vera e propria bocciatura dell'invio massivo di comunicazioni: infatti, se entro il 30 novembre 2024 verrà attuata la delega fiscale nella parte che prevede la revisione degli adempimenti dichiarativi a carico dei contribuenti, questo tipo di comunicazioni saranno ritenute, in massima parte, illegittime

Rinviando la patata bollente al 30 novembre 2024 il Governo lancia di fatto una sorta di sfida all'Amministrazione finanziaria. 

Se entro tale data verrà infatti attuata la parte della delega fiscale contenuta nella Legge n. 111/2023 che prevede la revisione degli adempimenti dichiarativi a carico dei contribuenti, le tipologie di invii massivi come quelle in oggetto saranno ritenute, in massima parte, illegittime. Secondo l'art. 2 della legge n. 111/2023 infatti, dovranno essere ridotti gli oneri documentali richiesti ai contribuenti, anche mediante il "rafforzamento del divieto", per l'Amministrazione finanziaria, di richiedere al contribuente documenti già in suo possesso. Il Legislatore, usando la locuzione - rafforzamento del divieto - , vuole rimarcare il fatto che tale divieto esiste già ma l'Amministrazione finanziaria, unica destinataria del precetto normativo in commento, lo disattende sistematicamente.

Analizzando le informazioni richieste ai contribuenti forfetari nel quadro RS e nelle comunicazioni ricevute nei giorni scorsi, si appalesa inequivocabilmente come, nella maggioranza dei casi ciò che deve essere indicato è già nella disponibilità dell'Amministrazione finanziaria. Infatti, la fatturazione elettronica, i corrispettivi telematici, il "Grande Fratello" fiscale delle banche dati a disposizione del fisco, consente all'AdE di avere tutte le informazioni richieste inopportunamente ai contribuenti. Si tratta di informazioni che sono già nella banca dati fatture integrate, a disposizione sia dell'Agenzia delle Entrate sia della Guardia di finanza.

La proroga al 30 novembre 2024 predisposta dal decreto Proroghe svela anche un'altra finalità: coordinare le esigenze informative attualmente previste per i contribuenti forfetari con il nuovo concordato preventivo biennale disciplinato dall'art. 17 della legge delega, al quale saranno ammessi anche i contribuenti appartenenti a tale regime ad imposta sostitutiva.

Meditate contribuenti, meditate. 

 

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