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Compravendita di auto d’epoca: benefici fiscali

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Riferimenti normativi: Art. 63 L.n. 342/2000

Focus: Le auto d'epoca sono i veicoli di interesse storico e collezionistico utilizzati per partecipare a manifestazioni storiche e culturali ai quali è riconosciuto un regime di esenzione da diverse imposte, riconoscendone in tal modo il valore culturale e incoraggiandone la loro conservazione.

Principi generali: Per le auto d'epoca sono previsti benefici fiscali per godere dei quali è necessario che il veicolo sia registrato come auto d'epoca presso uno dei registri riconosciuti (come ASI – Automotoclub Storico Italiano o FMI – Federazione Motociclistica Italiana) e che non venga utilizzato come mezzo di trasporto quotidiano. La definizione di auto d'epoca si evince dall'art.63 della Legge n. 342/2000 il quale stabilisce che "sono esentati dal pagamento delle tasse automobilistiche i veicoli ed i motoveicoli, esclusi quelli adibiti ad uso professionale, a decorrere dall'anno in cui si compie il trentesimo anno dalla loro costruzione". 

Pertanto, la stessa legge prevede che i veicoli di interesse storico e collezionistico, iscritti nei suddetti registri (ASI – FMI), sono esenti dal pagamento della tassa di possesso (bollo auto). Ma, in alcune regioni italiane può essere richiesto il pagamento di una tassa ridotta o di una tassa di circolazione minima. Per quanto riguarda la compravendita tra privati, l'imposta di registro non è generalmente applicata direttamente alla transazione. Però, se l'atto di vendita è formalizzato tramite un notaio le spese notarili e l'imposta di registro possono essere applicate in misura fissa. Inoltre, la compravendita di auto d'epoca tra privati può non essere soggetta ad imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) se non è mossa da intento speculativo. Infatti, secondo la normativa italiana, le plusvalenze derivanti dalla vendita di beni mobili (come le auto) non sono soggette a tassazione IRPEF se la vendita è occasionale e non rientra nell'ambito di un'attività commerciale abituale. 

A tal riguardo, occorre chiarire che si ha compravendita occasionale quando la transazione non avviene con frequenza e non è parte di un'attività commerciale continuativa.Per evitare la tassazione è poi necessario dimostrare che la vendita non è motivata da scopi speculativi. Se l'auto d'epoca è venduta da un collezionista, l'operazione è considerata non speculativa se l'auto è stata posseduta per un lungo periodo e non acquistata con l'intento di rivenderla a breve termine per profitto. Per dimostrare ciò è utile avere una documentazione dettagliata delle transazioni, i certificati di iscrizione ai registri storici, le ricevute di manutenzione e le partecipazioni a eventi storici. Tuttavia, le auto d'epoca possono essere considerate un "bene indice" della capacità contributiva, e il loro possesso può essere utilizzato per valutare il reddito del proprietario nell'ambito del redditometro il quale è uno strumento utilizzato dall'Agenzia delle Entrate per stimare il reddito di un contribuente basandosi su elementi di spesa e beni posseduti. Questo può implicare un accertamento sintetico del reddito in base ai beni posseduti (Cassazione- Ordinanza n.36123/2022).

 

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