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In ciascuno di questi film (Il promontorio della paura, Legge criminale, La giusta causa, Schegge di paura, Conflitto d'interessi, Conflitto di classe, The Lincoln Lawyer, … e giustizia per tutti, Una doppia verità, ndr) il protagonista è un avvocato penalista (tranne Conflitto di classe), ne La giusta causa anche (soprattutto) docente universitario.
Il primo era interpretato nella versione originaria da Gregory Peck (per l'ennesima volta nel ruolo di un avvocato) e da Robert Mitchum (il suo ex cliente), mentre nel remake quei ruoli erano interpretati, rispettivamente, da Nick Nolte e Robert De Niro.
Il promontorio della paura non è stato l'unico filmforense ad aver avuto un remake o ad essere remake; gli altri sono stati il già citato Shall we dance?, remake del film giapponese Vuoi ballare ? (1996), L'avventuriera del piano di sopra (Italia, 1941), con Vittorio De Sica nella sua prima interpretazione nel ruolo di un avvocato, Buonanotte … avvocato! (Italia, 1955), il suo remake con Alberto Sordi nel ruolo dell'avvocato (entrambi li citiamo solo per completezza d'esposizione, visto che sono finiti meritatamente nel dimenticatoio) e Under suspicion (sul quale ci soffermeremoin seguito), che puòessere considerato il remake di Guardato a vista (Francia, 1981).
Ciascuno di questi film e tutti insieme offrono due spunti di riflessione. Il primo riguarda il rapporto con il cliente (la fiducia reciproca come base del mandato e il tradimento), il secondo riguarda specificamente il lavoro dei penalisti, chiamati a difendere un imputato qualunque sia l'imputazione, mettendo in conto la sua colpevolezza o, quantomeno, la sua inaffidabilità. A molti praticanti, poi diventati avvocati, è capitato di ricevere dal dominus (o, meglio, dall'avvocato affidatario, come si usa dire oggi con espressione politicamente corretta) il seguente monito: "Ricordati che il peggior nemico dell'avvocato è il suo cliente".
Naturalmente ciascuno di questi film offre una trama, sempre avvincente e drammatica, e una sua chiave di lettura nel rapporto tra avvocato e assistito.
Il promontorio della paura si caratterizza, come gli altri e più degli altri, per una escalation di questo rapporto: in tal senso, costituisce una sorta di prototipo per gli altri film citati.
Nella trama di Legge criminale il ripensamento dell'av- vocato (interpretato da Gary Oldman) sul mandato con- ferito e accettato, viene trattato in maniera meno improv- visa (o meno traumatica) rispetto agli altri film citati.
La giusta causa è l'unico film nel quale Sean Connery interpretò il ruolo di un avvocato. Per la verità, Connery si era già calato nella parte di un avvocato, sebbene decisamente sui generis, ne Il nome della Rosa (Italia, Francia, Germania, 1986), nel quale interpretò il protagonista, il frate francescano Guglielmo da Baskerville; in una scena egli assume la difesa (come un difensore d'ufficio) di Remigio da Varagine e di Salvatore, accusati, in un processo né penale né canonico ma con caratteristiche un poco dell'uno e dell'altro, di eresia dolciniana.
Schegge di paura è, in ordine cronologico, il primo dei tre film nei quali Richard Gere interpreta il ruolo di un avvocato di Chicago; seguiranno L'angolo rosso e Shall we dance?. Tra gli altri interpreti, segnalo due attori compaiono anche in altri film forensi: Laura Linney e John Mahoney. La prima interpretò l'unico film horrorche ha per protagonista un avvocato, L'esorcismo di Emily Rose (USA, 2005), il secondo interpretò il ruolo del giudice in Presunto innocente.
Da segnalare in questo film "l'omicidio di primo grado" (che corrisponde all'omicidio volontario del nostro codice penale), la presenza di un investigatore privato nello studio legale del protagonista (fatto normale negli Stati Uniti), la gratuità del mandato difensivo (pro bono, che non significa patrocinio a spese dello Stato ma adempimento all'obbligo deontologico di dedicare una quota del tempo di lavoro a incarichi gratuiti), l'avvocato che offre le sue prestazioni al cliente recandosi in carcere (per il nostro codice deontologico è il cliente che deve cercare l'avvocato e non viceversa) e il solito errore di traduzione (prisoner tradotto alla lettera come prigioniero e non come detenuto).
Simile a Schegge di paura è L'alibi era perfetto (USA, 1956)
, film interessante, ma più come thriller che come film forense.
Conflitto d'interessi è l'unico dei film citati nel quale s'intrecciano questioni sia penali che civili e, tra l'altro, è una storia di vinti senza vincitori; anche in questo film ritroviamo John Grisham (suo è il romanzo dal quale è tratto) e Robert Duvall (ma non nel ruolo dell'avvocato). Class action (titolo originale) è stato inopinatamente tradotto in italiano come Conflitto di classe. In questo film uno dei due avvocati (civilisti) protagonisti è interpretato daGeneHackman,MaryElizabethMastrantonio interpreta sua figlia, una collega incaricata di difendere la controparte (dunque avversaria), che si troverà davanti a un conflitto tra la sua coscienza, la deontologia e
l'obbligo di rispettare il mandato ricevuto.
In buona sostanza, questo film c'interroga sul concetto di responsabilità sociale dell'avvocato: se - e sottolineo se – esiste, qual è il confine tra deontologia e responsabilità sociale?
Per quanto riguarda The Lincoln Lawyer, invece, ritroviamo Mattew McConaughey alla sua terza – e per ora ultima – prova come avvocato (tutte brillanti, per la verità). In questo film emerge in maniera lancinante il conflitto tra il mandato accettato dall'avvocato e la sua personale coscienza che matura con lo sviluppo del dibattimento penale, come in Music box – Prova d'accusa.
…e giustizia per tutti è un film nel quale l'avvocato (interpretato da Al Pacino) affronta una serie di casi penali che, partendo dalla difficoltà di eseguire un mandato lì dove sorgono problemi di coscienza o addirittura si è accettato il mandato per un ricatto, lo condurranno a una crisi di rigetto nei confronti del sistema giudiziario e dello stesso concetto di giustizia. Memorabile la sua arringa nel finale, alla quale segue una sorta di crisi d'identità.
Il tema del rapporto di fiducia tra avvocato e cliente viene estremizzato in Carlito's Way (USA, 1993), nel quale l'avvocato è interpretato da Sean Penn e il cliente da Al Pacino, già citato ne L'avvocato del diavolo. In questo caso, però, il rapporto viene inquadrato più dal punto di vista del cliente che dell'avvocato e la mancanza difiducia è reciproca: una sorta di gara, certo patologica, a chi inganna per primo l'altro.
In Una doppia verità rivediamo Keanu Reeves, già protagonista ne L'avvocato del diavolo, che si barcamena tra verità e menzogna in un processo penale relativo all'omicidio di un avvocato.
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