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Questo film è basato su una vicenda realmente accaduta in California ed è interpretato da Julia Roberts e Albert Finney (nel ruolo dell'avvocato, già noto per il ruolo dell'investigatore privato Hercule Poirot in Assassinio sull'Orient Express). Candidato a ben cinque Premi Oscar, se ne aggiudicò uno, per la migliore attrice protagonista, assegnato a Julia Roberts, che quando salì sul palco per ritirarlo offrì un sorprendente spettacolo supplementare, sia per il suo discorso "confuso e felice" (per dirla alla Carmen Consoli), sia per il suo abito, disegnato dallo stilista Valentino (considerato uno dei migliori della sua collezione); da segnalare che tra i produttori del film, anch'egli in nomination per un Premio Oscar, c'era anche Danny DeVito, che aveva interpretato il ruolo dell'avvocato ne La guerra dei Roses e dell'eterno praticante avvocato ne L'uomo della pioggia.
Analizziamo gli spunti di riflessione che offre questo film.
Le scene ambientate in tribunale sono soltanto due ma entrambe significative. La prima riguarda una causa civile per risarcimento danni da circolazione stradale, da noi tipico processo davanti al giudice di pace. Come si può notare, nella scena si vede una giuria, perché negli Stati Uniti la giuria popolare costituisce la regola e non l'eccezione come da noi, dov'è presente solo nei processi in Corte d'assise e Corte d'assise d'appello. A tal proposito, ci sembra opportuno proporre un link (nel senso di collegare) questa scena con una delle ultime scene del film The Untouchables - Gli intoccabili(USA, 1987), là dove il giudice ordina allo sceriffo di "scambiare le giurie" di due processi, quello in corso nell'aula (che è un processo penale per evasione fiscale nei confronti dell'imputato Al Capone, fatale per lui) e quello in corso nell'aula a fianco, che è un processo per divorzio (da noi sarebbe impensabile una giuria in un processo per divorzio). La seconda scena è una udienza preliminare, che da noi esiste solo nel penale mentre negli Stati Uniti è una sorta di "filtro" per udienze civili.
La società convenuta in giudizio è la Pacific Gas and Electric, in sigla PGE e così la chiameranno i personaggi del film. Si tratta di una società (company) che eroga acqua, gas ed elettricità alla maggior parte degli utenti californiani: una società multiservizi (multiutility), quotata in borsa, diffusa da noi come le aziende municipali e questo aspetto si offre a una comparazione di diritto amministrativo e commerciale.
Anche in questo film l'avvocato agisce in virtù di un mandato (meglio: un contratto d'opera professionale) che contiene un patto di quota lite e la conseguenza sarà lui stesso a renderla esplicita in una scena: il rischio della bancarotta, proprio come un imprenditore, perché tale diventa l'avvocato americano con il patto di quota lite, rischio che si aggiunge a quello della eccessiva durata del processo.
Qua e là nel film troviamo anche altri spunti di ri- flessione, come l'arbitrato irrevocabile, l'espressione pro bono [publico]28 e risarcimento sanzionatorio: soffermia- moci in particolare su quest'ultimo concetto.
Il risarcimento sanzionatorio è un tipico istituto dell'ordinamento giuridico americano e si manifesta nelle cause per risarcimento danni (quella che da noi si definisce responsabilità extracontrattuale o aquiliana). In pratica, la giuria può sanzionare il danneggiante con due diversi tipi di risarcimento: il danno da compensazione (che è una sanzione civile per ristorare il danneggiato) e il danno punitivo (risarcimento sanzionatorio o esemplare), che assomiglia alla lite temeraria dell'ordinamento italiano per il suo presupposto soggettivo (l'aver agito con dolo o colpa grave) e per il suo carattere afflittivo (come se fosse una sanzione penale, quando invece è una seconda sanzione civile) ma se ne differenzia per la funzione di deterrenza, rispetto non solo al responsabile (cioè il condannato) ma alla generalità dei consociati (l'eco del processo).
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