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Abbigliamento a scuola

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 E' accaduto in un liceo di Savona che il preside ha emanato una circolare con la quale  invita  le studentesse a prestare maggiore attenzione al proprio abbigliamento per non "offendere altre culture".

Come era facile immaginare, la circolare ha suscitato molte proteste ed acceso un forte dibattito.

Quali i temi coinvolti?

Innanzitutto, quelli della libertà personale e del multiculturalismo.

Molte anche le proteste e il disaccordo manifestato non solo dalla popolazione studentesca, ma, anche dal corpo docente.

Occorre adattarsi a un ambiente sempre più globalizzato e diversificato e tenere così in considerazione la sensibilità di tutti?

Oppure è più un tentativo di limitazione delle libertà personali ed un'intrusione nell'autonomia delle scelte individuali?

 Il caso di Savona dimostra quanto sia delicato e intricato il tema del rispetto per l'alterità in una società sempre più multiculturale.

In mezzo a queste tensioni, il sistema scolastico deve individuare come gestire la complessità di una realtà in rapida evoluzione, senza perciò rischiare di incorrere in soluzioni troppo semplicistiche che, piuttosto che favorire l'integrazione, rischiano di alimentare divisioni e malcontenti.

D'altra parte questo di Savona non costituisce il primo caso. Sempre nell'anno 2023 si verifica a Roma un altro caso.

In un istituto comprensivo, un dirigente scolastico interviene con una circolare volta a regolare il "dress code".

Afferma il preside nella circolare " nell'interesse di rispettare la sensibilità di tutti i membri della nostra Comunità educativa e dell'Istituzione scolastica in quanto ambiente di crescita inclusiva e interculturale, un ambiente di apprendimento tranquillo e non sottomesso alle mode effimere del consumismo, si richiede l'uso di un vestiario appropriato".

 Ed ancora il preside invita tutti gli studenti, i docenti e il personale scolastico a non indossare abiti inadatti in un ambiente dedicato alla formazione e all'educazione per l'armonia e la cittadinanza, che ci si sforza di promuovere.

A solo titolo esemplificativo: shorts troppo corti, canottiere e magliette troppo corte, oltre a qualsiasi abbigliamento eccessivo o inappropriato.

Oltre a ciò insegnanti e personale scolastico vengono considerati responsabili di ricordare agli studenti e ai colleghi l'importanza di rispettare ciò che il buon senso comune dovrebbe suggerire di per sé e di informare l'amministrazione di comportamenti inappropriati.

Quello che emerge in entrambi i casi è quindi un quadro complesso, in cui si intrecciano questioni di libertà individuale, diritti delle donne e convivenza multiculturale. 

 

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Il Comune risarcisce per difetto di istruttoria.
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