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"L'attesa può essere lunga. Ogni società dimostra una particolare inerzia, che non si riesce a scuotere senza una cospirazione generale di avvenimenti e senza raccogliere il frutto di una lunga preparazione. Per questo i rivolgimenti avvengono raramente. E' necessaria una disfatta militare, una crisi delle istituzioni, un malessere generale e senza sbocco, con una grande debolezza da un lato ed una forza inconsueta dall'altro. Congiunture di questo genere non sono frequenti…La parte forte ha dalla sua il numero, la ricchezza ed il potere. Ma è divisa, scettica, pigra, negligente e senza coraggio. Spreca e disperde le proprie risorse. Ognuno si dedica tranquillamente ai propri interessi…..Una misura veramente radicale incontra mille insensibili ostacoli che ne annullano lentamente gli effetti… I ribelli invece, che contano solo sulla propria volontà, trovano tutto ciò di cui hanno bisogno: sono intrepidi, appassionati, infaticabili…" (Roger Gallois – ISTINTI E SOCIETA' – Guanda Editrice, pagg 64 e seguenti)
Ecco, questo è il quadro. Vi ricorda qualcosa? A me ricorda la avvocatura italiana, e la situazione che sta vivendo. Abbiamo una crisi delle istituzioni, la parte forte che ci tiene il piede sul collo è divisa nella lotta per la conquista di ogni singolo centimetro di poltrona, senza coraggio e negligente.
Negligente al punto di dimenticare i fatti che diedero origine, venti anni fa, a quello che non è più ignorabile, a quello che non è più possibile trascurare.
Duecentocinquantamila avvocati, invece, affrontano una crisi difficile da narrare, da comprendere. La crisi economica li attanaglia, il comparto Giustizia è lento, non funziona, cade a pezzi. E gli avvocati, questi avvocati che soffrono questa crisi senza precedenti, non vogliono che i loro soldi vengano buttati. Non vogliono i gettoni di presenza.. Non vogliono giornali di cui non si capisce il senso, e che sono un buco nero dove scompaiono soldi. Non vogliono le decisioni prese senza alcuna forma di consultazione.
I tempi sono cambiati. Venti anni, quando cominciò questa storia, non esisteva comunicazione orizzontale. I vertici della avvocatura comunicavano in modo verticale, e la crescita esponenziale del numero degli avvocati (esclusi dai processi decisionali) era necessaria per creare un bacino elettorale da manovrare, con promesse e lusinghe.
Poi è esploso il social network, e la comunicazione è diventata orizzontale. I 250.000 peones parlano oggi tra di loro, ogni giorno, da Nord a Sud, in continuazione, si confrontano, sanno. Sanno cose che prima non potevano sapere.
I duecentocinquantamila avvocati, troppi (e chi lo dice, se non chi ha consentito che il numero crescesse a dismisura?), partecipano, osservano, criticano, leggono, vogliono essere parte del processo decisionale.
E per questo è necessario che molta gente vada a casa.
Via tutti. Chi ha consentito che si creasse questa situazione, via, a casa.
Chi ha partecipato allo scempio della 247, a casa, a zappare la terra.
Chi, pur Consigliere dell'Ordine, non ha mai avviato una revisione degli albi, a casa.
Chi ha consentito che sorgessero come funghi società che si occupano di recupero credito, risarcimento danni, mala sanità e che usano gli avvocati come schiavi, a casa.
Chi si è fatto arruolare da queste società per quattro soldi, calpestando non solo la sua dignità ma anche la nostra, a casa.
Chi non ci sa dire esattamente quanti siamo, a casa.
Chi ha messo in piedi studi che ricevono incarichi da banche e assicurazioni, ha accettato tariffe vergognose e ha raccolto intorno a se giovani avvocati che lavorano pagati come raccoglitori di pomidoro, a casa.
Chi come si siede su una poltrona subito si dà un emolumento, a casa.
Chi stampa giornaletti parrocchiali sostenendo che si tratta del giornale della avvocatura, a casa.
Chi continua a sostenere che l'avvocatura ha dignità costituzionale, e non sa nemmeno spiegare dove sta scritto, a casa.
Chi ha creato mille incarichi da morti di fame da distribuire a chi piega la schiena, a casa.
Chi sposa non il cliente ma la causa, e diventa aggressivo ed è disposto a tutto, a casa.
Chi conosce a memoria il codice deontologico, ma non sa nulla del codice etico che dovrebbe governare la vostra vita di professionisti, a casa.
Chi continua a non capire che se su 250.000 avvocati, partecipano della politica forense si e no 5 o 6000 persone, forse 10.000, (dunque una percentuale irrisoria) il motivo non è nella inettitudine della maggioranza costretta al silenzio, ma nell' infame meccanismo che castiga chi dissente e premia chi china il capo, a casa.
Chi ha la mangiatoia bassa, a casa.
Meglio morto di fame e con la schiena dritta.
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Sono nato a Roma nel 1955, Foro di Roma dal 1993, Cassazionista dal 2006. Sono esperto di contenzioso in diritto commerciale, societario, bancario, assicurativo e civile, con approfondita esperienza in campo penale nel settore dei reati finanziari. Ho lavorato anche all'estero, in particolare in Cecoslovacchia e URSS e nella mia vita professionale e privata ho praticato e conosciuto 5 lingue (inglese, francese, russo , tedesco e spagnolo). Sono stato Redattore presso la Compagnia Editoriale srl per le testate Bicisport e Cicloturismo, Docente di Fascia A presso l’Istituto di Studi Giuridici “A.C. JEMOLO” e relatore in numerosi convegni. Nel settore ADR (Alternative Dispute Resolution) sono stato Vice Presidente della Delegazione Italia della Cour Europeenne d'Arbitrage, ho conseguito il titolo di Mediatore nel 2010, ho condotto circa 300 Mediazioni ed ho numerose pubblicazioni su riviste specializzate in materia di arbitrato e mediazione. Nel 2011 sono stato Componente della XXI Commissione per gli esami di abilitazione alla professione di avvocato presso la Corte di Appello di Roma. Discendo da una famiglia di Avvocati per 5 generazioni e come dico spesso "ve conosco tutti!". Ho scritto due libri : “Uno di duecentocinquantamila – troppi avvocati” e “Avvocà, per ora grazie”, in cui ho voluto narrare, anche in chiave ironica e fantastica, i drammi della nostra professione, i rapporti con i Clienti, con i Colleghi e con le Istituzioni Forensi. La nobiltà e la dignità che, nonostante tutto, la caratterizzano. La mia passione sono i libri, leggerli e scriverli.