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Fonte: https://www.codicedeontologico-cnf.it
Con sentenza n.257 del 24 novembre 2023 il Consiglio Nazionale Forense ha risolto il quesito se il COA possa rifiutare di rilasciare il certificato di compiuto tirocinio nel caso in cui il praticante avvocato non superi la verifica finale del corso di formazione organizzato dalla Scuola Forense.
Analizziamo il caso sottoposto all'attenzione del Consiglio Nazionale Forense.
I fatti del procedimento
La vicenda sottoposta all'attenzione del Consiglio Nazionale Forense ha come protagonista una praticante avvocato, la quale ha frequentato con profitto il percorso formativo presso la Scuola Forense, ma si è vista negare dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati il certificato di compiuta pratica a causa del giudizio di insufficienza ottenuto nella verifica finale.
La praticante ha presentato reclamo alla Scuola Forense chiedendo il rilascio del certificato del superamento del tirocinio e lamentando la disparità di trattamento tra i praticanti iscritti entro il 31 marzo 2023 e i praticanti iscritti dal 1° aprile 2023 in quanto solo per questi ultimi vige la previsione del percorso formativo obbligatorio presso le Scuole Forensi o altri soggetti abilitati così venendosi a creare una disparità di trattamento tra candidati alla medesima sessione d'esame. La Scuola Forense ha rigettato il reclamo invitando il COA a valutare il rilascio del certificato di compiuta pratica, ma il COA ha confermato la propria decisione di rigetto.
Così, a seguito di ricorso della praticante, la vicenda è giunta al vaglio del Consiglio Nazionale Forense. In particolare la ricorrente ha lamentato
La decisione della Suprema Consiglio Nazionale Forense
Il Consiglio ha precisato i requisiti necessari ai fini dell'ammissione all'esame di abilitazione.
Infatti a partire dal 1° aprile 2022 i praticanti avvocati iscritti al Registro, oltre al regolare svolgimento del tirocinio professionale, devono seguire con profitto un corso obbligatorio di durata minima non inferiore a 160 ore da svolgersi nei 18 mesi di tirocinio presso i Consigli dell'Ordine anche tramite le Scuole Forensi e le associazioni forensi giudicate idonee, nonché gli altri soggetti previsti dalla legge (art. 43 Legge professionale forense).
Questi corsi devono essere strutturati con libera determinazione, ma tenendo conto delle linee guida fornite dal Consiglio Nazionale Forense, in modo tale da garantire l'omogeneità di preparazione e di giudizio sul territorio nazionale.
A norma del secondo comma dell'art.43 L. professionale forense n. 247/2012, il Ministro della giustizia, sentito il CNF, disciplina con regolamento:
Il mancato superamento della suddetta verifica finale impedisce il rilascio del certificato di compiuto tirocinio da parte del COA e richiede la ripetizione dell'ultimo ciclo semestrale di formazione seguito e della relativa verifica.
Nel caso di specie il Regolamento della Scuola Forense ha articolato il percorso formativo in 18 mesi suddivisi in tre semestri nei quali si tengono 15 lezioni di non meno di 4 ore e per ciascun semestre vengono affrontati argomenti di diritto civile, penale e amministrativo, diritto processuale civile, penale e amministrativo, l'insegnamento del linguaggio giuridico, la redazione di atti giudiziari, le tecniche di redazione degli atti stragiudiziali, l'ordinamento e la deontologia forense, le procedure alternative per la risoluzione delle controversie.
Ne deriva, a parere del Consiglio Nazionale Forense, che il metodo adottato da Regolamento della Scuola Forense sia conforme alle Linee Guida predisposte dal CNF per l'attuazione del D.M. Del 9 febbraio 2018 n.17 recanti la Disciplina dei corsi di formazione per l'accesso alla professione di avvocato, le quali propongono, tra l'altro un programma tipo cui le Scuole possono ispirarsi liberamente.
Per questi motivi il Consiglio Nazionale Forense ha rigettato il ricorso.
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Il mio nome è Anna Sblendorio. Sono una persona curiosa e creativa e mi piace il contatto con la gente. Amo dipingere, ascoltare musica, andare a teatro, viaggiare e passare del tempo con la mia famiglia ed i miei amici. Nel 2008 mi sono laureata in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Bari "Aldo Moro" e successivamente ho conseguito l'abilitazione per l'esercizio della professione da avvocato. Nel corso degli anni ho collaborato con diversi centri di formazione occupandomi di tutoraggio in materie giuridiche e nel 2022 ho iniziato a collaborare con la testata giuridica online www.retidigiustizia.it.