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L'Avvocato XXXX aveva, da un po' di tempo, notato uno strano fenomeno: i suoi clienti, spontanei e naturali nelle loro esposizioni dei fatti, nel corso del colloquio, mano mano che si avvicinava il momento di discutere dei compensi mutavano consistenza fisica, assumevano una particolare rigidità, lo sguardo si appannava, si presentava una lieve forma di sordità (Come ha detto, avvocato?), ma questo molto prima che si arrivasse al momento clou, alla esposizione della spesa complessiva da affrontare, dei costi vivi, degli acconti da pagare, previo accordo scritto.
In quel preciso momento, il cliente era diventato una statua, con lo sguardo vitreo, con una espressione oltraggiata. Un signore ottantaduenne, che aveva perso la mamma a dodici anni e quindi ben settanta anni prima, aveva sospirato "Ah, povera mamma", ma la frase non aveva nessun nesso logico con tutto il contesto.
Il colloquio spesso e volentieri si concludeva con "Va bene, avvocato, adesso ci penso, e poi passo per avviare le pratiche. Mi raccomando, eh, sono nelle sue mani".
Poi tornavano a studio, i clienti, e davano avvio alle pratiche, lasciando la metà esatta di quello che l'avvocato aveva chiesto: e l'avvocato con il tempo aveva imparato a chiedere il doppio di quello che voleva.
Ma rimaneva sempre con questo dubbio: la trasformazione fisica del cliente, l'occhio di triglia, lo stato catatonico, l'irrigidimento cadaverico, se lo sognava o accadeva davvero?
L'avvocato XXXXX decise dunque di fare un esperimento. Andò al supermercato, e riempì il carrello di ogni ben di Dio. Poi si mise pazientemente in coda, e avviò la procedura: cominciò a irrigidirsi e a muoversi a scatti, fece lo sguardo liquido e si guardò intorno come se avesse gli occhiali appannati, si girò verso la persona in fila dietro di lui e disse "Come ha detto, scusi?", e quello rispose "Io niente..." "Ah, mi pareva di avere sentito....", a quel punto pensò ad un giudice particolarmente antipatico che lo aveva trattato male alcuni mesi prima e la sua faccia assunse una espressione indignata e oltraggiata, che nulla aveva a che fare con la abbondante spesa nel carrello, si irrigidì come una statua e a passi rigidi come il Convitato di Pietra nel Faust oltrepassò la cassa. Alla cassiera che lo chiamava: "Signore, scusi Signore, dove sta andando..." disse "Eh, la povera mamma", e sgattaiolò via. E immediatamente dopo cominciarono a suonare gli allarmi, mentre, la cassiera urlava "Vigilanza! Vigilanza!....."
Si ritrovò nel ufficio della Direzione del Supermarket. Un atletico giovanotto, bardato come se dovesse affrontare trenta hooligans, con torcia, pistola, spray al peperoncino, giubbotto antiproiettile, occhiali da sole specchiati, basco di traverso su capelli lunghi un millimetro e mezzo, lo teneva fermo su una sedia, con cinquanta chili di mano che gli serravano la spalla sinistra. Il carrello della spesa era alla sua destra.
Il Direttore, in piedi, guardava fuori della finestra: si girò e una espressione di stupore si dipinse sul suo volto.
"Avvocà, ma è Lei...ma cosa Le è venuto in mente di fare?"
L'Avvocato XXXX saltò sulla sedia, nonostante la presa ferrea del vigilante. Il Direttore del Supermarket era venuto il giorno prima da lui per una delicata questione di divisione ereditaria, e aveva seguito passo passo la procedura di trasformazione da cliente in statua di sale.
"Va bene, direttore, adesso ci penso, vado a casa e comincio a avviare la cena. Poi domani sono da Lei per un primo acconto...mi raccomando, eh? Sono nelle sue mani""
Il procedimento disciplinare, anche alla luce della dignitosa memoria difensiva presentata dall'Avvocato XXXX si concluse con un richiamo verbale. L'avvocato, però, non riuscì più a togliersi dalla faccia quella espressione oltraggiata e indignata, anche se avrebbe voluto in realtà ridere, ridere, ridere di tutte le fesserie che la gente faceva per poi doversi mettere nelle mani di un avvocato, e che pretendeva pure di non pagare.
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