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Avvocati ed emergenza ucraina.

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 A seguito dello scoppio della guerra molte sono state le necessità per interventi di vario genere legati alla fuga della popolazione ucraina dalle proprie terre.

Secondo l'Alto Commissario per le Nazioni Unite per i rifugiati, solo nei primi sette giorni di guerra i profughi in fuga dall'Ucraina sono stati un milione e 45 mila.

L'emergenza ha portato il Consiglio Nazionale Forense, di concerto con le Avvocature europee aderenti al Consiglio degli Ordini Forensi europei ( Ccbe), a garantire assistenza ai cittadini ucraini. E così il CNF, già nel mese di marzo, ha invitato tutti gli ordini degli avvocati ad istituire presso i consigli forensi dei "contact point" a disposizione dei profughi di guerra, per garantire loro il necessario supporto legale.

 Evidentemente le necessità possono spaziare dal riconoscimento dello status di rifugiato, all'assegnazione di un alloggio, al sostegno alimentare, alla cura sanitaria, al ricongiungimento familiare, all'assistenza ai minori con necessità di essere competenti in quest'ultimo caso non solo nella disciplina della migrazione, ma, essere anche disponibili a relazionarsi con i servizi assistenziali territoriali, pubblici e gestiti da associazioni di volontariato.

Se l'Unione europea si è nel frattempo preoccupata di attivare la direttiva sulla protezione temporanea per l'Ucraina, nel frattempo giuriste e avvocatesse facenti parte dell'Uba ( Ukrainian bar association) un'associazione che riunisce professionisti del mondo giuridico, dal 24 febbraio scorso hanno lavorato incessantemente per non smettere le loro attività personali e professionali.

 Ad esempio Olena Kibenko, giudice della Suprema Corte ha creato il canale Telegram "I miei diritti all'estero" per sostenere, attraverso attività di volontariato, chi ha perso tutto o quasi, per sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto all'importanza di dare una mano, un aiuto, per spiegare agli ucraini le opportunità da cogliere.

Il canale Telegram ha così raggiunto solo nel primo mese oltre 4 mila contatti.

In collaborazione con la nota law firm "Ario" che si occupa di assistenza legale alle aziende ed è componente del board dell'Uba, legali hanno fatto la spola con la Polonia per assistere i connazionali fuggiti dai bombardamenti e fornendo consulenza legale attraverso una linea telefonica dedicata, attivata dall'Uba e dallo studio legale per non perdere i contatti con propri assistiti.

Avvocati e giuristi insieme hanno costituito una grande rete per il sostegno ai propri connazionali, con la speranza che presto si possa scrivere sulle pagine di questa guerra infinita, la parola FINE.

 

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