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È legittimo limitare al risarcimento del danno la tutela giurisdizionale contro le sanzioni sportive. Chiamata di nuovo a pronunciarsi sui rapporti fra "giustizia sportiva" e giurisdizione, la Corte costituzionale ha confermato
– con la sentenza n. 160 depositata oggi (relatrice Daria de Pretis) - quanto aveva stabilito nel 2011 con la pronuncia n. 49 ma ha introdotto alcune precisazioni, sottolineando, tra l'altro, la possibilità per il giudice
amministrativo di utilizzare misure cautelari di varia natura, comprese le ingiunzioni a pagare somme in via provvisoria.
Un dirigente sportivo della Federazione italiana gioco calcio (FIGC) si era rivolto al Tribunale amministrativo del Lazio per ottenere sia l'annullamento del provvedimento disciplinare della sospensione per tre anni adottato dal "giudice sportivo" (cui il Dl. 220/2003 riserva in via esclusiva ogni decisione di carattere disciplinare) sia il risarcimento del
danno subito. Dopo aver provvisoriamente sospeso il provvedimento, il Tar aveva sollevato questione di legittimità costituzionale sull'articolo 2
del Dl 220/2003 anche nell'interpretazione data dalla Consulta con la sentenza n. 49 del 2011, che, pur aprendo alla possibilità di rivolgersi al
giudice amministrativo per il risarcimento del danno, aveva escluso un'estensione della tutela giurisdizionale all'annullamento del
provvedimento disciplinare.
Il "teatro" dell'evento è stato Chicago, ed il suo protagonista uno degli attori più famosi al mondo e più amati dal pubblico, Hugh Jackman. Che a Chicago era andato per presentare il suo The Man. The Music. The Show. Poco prima, però, è salito sul suo furgoncino ed ha cominciato ad offrire un caffè agli abitanti della Metropoli americana, sorprendendo moltissimi suoi fans che si chiedevano che significato avesse quanto stava accadendo. In tantissimi hanno postato le immagini sui social, in particolare instagram. Ed abbiamo così tutti appresso che, quasi nell'anonimato, l'attore ha fondato una società, la Laughing Man Coffee Company. Una società il cui fine dichiarato è quello di aiutare i produttori di caffè dei paesi in via di sviluppo. Lo ha fatto insieme ad un amico, David Steingard, ex procuratore. Lo ha fatto dopo essere andato in Africa, nella poverissima Etiopia, quale rappresentante della onlus World Vision, una ONG per l'adozione a distanza, ed avee conosciuto Dukale e la moglie Adanech, due produttori di caffè, e le loro condizioni di vita e di lavoro, veramente al limite.