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Con sentenza n. 10554 del 2 novembre 2018, il TAR Lazio ha affermato che l'idonea giustificazione del superamento del limite massimo di ore di assenze consentito agli alunni, non è sufficiente ad escludere la non ammissione alla classe successiva. Infatti, tale superamento va valutato con il livello di apprendimento e di preparazione raggiunto dagli alunni; una valutazione, questa, che rientra nel potere discrezionale riservato dalla legge al Consiglio di classe. E ciò in considerazione del fatto che il giudizio di tale organo riflette specifiche competenze tecniche solo da esso possedute. Ne consegue, pertanto, che ai Giudici spetta solo di verificare se il procedimento, a conclusione del quale tale giudizio è stato formulato, sia conforme al parametro normativo, ovvero ai criteri deliberati previamente dall'organo stesso, e non risulti inficiato da vizi di manifesta illogicità, difetto di istruttoria e travisamento dei fatti. Ma vediamo nel dettaglio la questione sottoposta all'esame del TAR. La ricorrente, quale esercente la responsabilità genitoriale sulla figlia, ha impugnato il provvedimento con cui il Consiglio di classe della scuola frequentata dall'alunna non ha ammesso quest'ultima alla classe successiva. In buona sostanza, secondo l'organo collegiale la figlia della ricorrente:
Per tali motivi, quindi, il Consiglio di classe, in conformità ai criteri stabiliti dal Collegio dei docenti e resi pubblici nel PTOF della scuola, ha ritenuto che l'anno scolastico dell'alunna non è da considerarsi valido. Il caso è giunto dinanzi ai Giudici amministrativi. Questi ultimi, innanzitutto, partono dall'esame dell'art. 14, comma 7, D.P.R. n. 122/2009, secondo cui ai fini della validità dell'anno:
Tornando alla fattispecie di cui stiamo discorrendo, la figlia della ricorrente ha accumulato un numero di assenze pari a 312 ore, a fronte di un limite massimo fissato dall'amministrazione scolastica pari a 240 ore. Orbene, nella questione in esame, se, da un lato, è vero che l'alunna ha giustificato le assenze, presentando idonea documentazione medica, dall'altro, la deroga ammessa dalla legge su richiamata al limite minimo di frequenza non può trovare attuazione. E ciò in considerazione del fatto che la giustificazione del superamento del monte ore di assenze ammesso, perché possa rendere operativa la deroga, non deve essere considerato isolatamente. Infatti, in tali casi, è necessario prendere in considerazione anche l'incidenza che tali assenze hanno avuto sulla valutazione da parte della scuola del livello di apprendimento e di rendimento scolastico dell'alunno, ossia se il superamento del limite massimo di assenze consentito abbia pregiudicato o meno tale valutazione. Se il Consiglio di classe constata l'impossibilità di procedere a questa valutazione e la presenza di insufficienze, allora deve essere esclusa qualsivoglia operatività della deroga su richiamata. Né, in tali circostanze, è possibile sollevare eccezioni ai giudizi espressi dal Consiglio di classe dal momento che detti giudizi sono connotati da una evidente discrezionalità tecnica.
Invero, il livello di apprendimento e preparazione raggiunto dai singoli alunni costituisce espressione di una valutazione riservata dalla legge al suddetto organo collegiale, il cui giudizio riflette specifiche competenze tecniche solo da esso possedute. Con l'ovvia conseguenza che i Giudici amministrativi non possono sindacare nel merito tali valutazioni, ma devono solo limitarsi a:
Orbene, tornado al caso di specie, a parere del TAR, l'amministrazione scolastica ha ben agito in quanto, quest'ultima non solo ha tenuto conto del superamento del limite massimo del monte ore di assenze consentito, ma ha anche i) preso in considerazione gli elementi che hanno denotato, alla conclusione dell'anno scolastico, la mancanza di un sufficiente livello di preparazione e di maturità, ii) motivato la sua valutazione finale in modo ampio e dettagliato. In buona sostanza, secondo i Giudici amministrativi, l'operato della scuola è corretto per aver essa ritenuto di non poter esprimersi proprio perché le assenze della figlia della ricorrente hanno reso del tutto impossibile effettuare un giudizio sulla preparazione dell'alunna per l'intero anno scolastico. Sulla base di tali argomentazioni, pertanto, il TAR, pronunciandosi sul ricorso, l'ha respinto.
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Il mio nome è Rosalba Sblendorio. Sono una persona estroversa e mi piace il contatto con la gente. Amo leggere, ascoltare musica e viaggiare alla scoperta delle bellezze del nostro territorio. Adoro rigenerarmi, immergendomi nella natura e per questo, quando posso, partecipo ad escursioni per principianti. Ho esercitato la professione da avvocato nel foro di Bari. Per molti anni ho collaborato con uno Studio legale internazionale, specializzato in diritto industriale, presso il cui Ufficio di Bari sono stata responsabile del dipartimento civile e commerciale. Mi sono occupata prevalentemente di diritto civile, diritto commerciale e diritto della proprietà intellettuale.