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La Corte di Cassazione, con una recentissima decisione, la n. 9736 depositata lo scorso 11 marzo, è stata chiamata a pronunciarsi sulla configurabilità del delitto di inquinamento ambientale in ipotesi di raccolta senza licenza di coralli.
La difesa riteneva infatti che nell'ipotesi contestata non fosse configurabile il delitto in parola e che comunque la fattispecie di cui all'art. 452 bis c.p. fosse stata descritta dallo stesso legislatore in maniera illegittima al punto di integrare la violazione degli art. 25 Cost. e 7 CEDU.
La Corte descrive anzitutto la struttura del reato in parola.
Si tratta di un reato di danno integrato da un evento di danneggiamento.
La disposizione sanziona il comportamento di chi cagiona abusivamente una "compromissione" o un "deterioramento" significativi e misurabili, di uno dei profili in cui si declina il bene "ambiente", come descritti al comma 1, n. 1 e al n. 2, tra cui un ecosistema.
La "compromissione" e il "deterioramento" consistono in un'alterazione, significativa e misurabile, della originaria consistenza della matrice ambientale o dell'ecosistema.
Per la sussistenza del reato non è richiesta l'irreversibilità del danno.
Tant'è che anche le condotte poste in essere successivamente all'iniziale deterioramento o compromissione del bene non costituiscono un post factum non punibile, ma integrano viceversa singoli atti di un'unica azione lesiva: spostano in avanti la cessazione della consumazione.
L'attività può poi essere seriale e ripetuta nel tempo poichè è necessario che solo globalmente considerata sia in grado di incidere sul bene tutelato in termini di "significatività".
La Corte ritiene infine manifestamente infondato anche il motivo di ricorso per cui la disposizione in commento sarebbe illegittima in quanto non conforme al principio di legalità poiché le espressioni impiegate dal legislatore appaiono sufficientemente univoche nella descrizione del fatto vietato costruito come reato di evento a forma libera.
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Sono un giovane avvocato presso il foro di Siena.
Mi sono laureata presso l'Università degli Studi di Siena nel 2015 in diritto penale amministrativo e responsabilità degli enti giuridici (d.lgs. 231/2001).
Presso lo stesso Ateneo ho conseguito il diploma presso la scuola di specializzazone per le professioni legali nell'estate del 2017.
La mia passione per i viaggi e per la tutela dei diritti, mi ha portato più volte in Africa al seguito di progetti di cooperazione internazione insiema alla mia famiglia.
Amo leggere, studiare e mi interesso di tutto ciò che può essere chiamato cultura a partire da quella classica fino alle tematiche di maggior attualità.