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La festa della Liberazione ai tempi del Corona virus ha un gusto diverso, ha un significato più profondo perchè impone, al di là delle restrizioni di questi ultimi due mesi, riflessioni profonde. Fa capire a tutti noi il vero significato della "libertà", quella libertà che oggi invita e sollecita di restare a casa per evitare il diffondersi di contagi, che induce a capire che il bene del singolo corrisponde al bene di tutti, che le misure restrittive e le imminenti ri-aperture richiedono libertà di scelta: essere buoni cittadini, solidali e rispettosi del bene comune oppure mettere da parte la ragione e vivere senza pensare al domani, dimenticando chi siamo e da dove veniamo. Settantacinque anni fa, tante donne e uomini hanno combattuto per liberare il Paese dal nazifascismo e l'hanno fatto pensando, senza dubbio, alla possibilità di dare ai loro figli un futuro migliore, dove ognuno avrebbe potuto scegliere cosa fare per il proprio bene e quello degli altri. Oggi come ieri, la parola d'ordine deve essere RESISTERE per un domani migliore, per tornare ad essere "liberi" come lo eravamo prima dell'emergenza Corona virus. La ricorrenza di ieri, festeggiata sul web, ha offerto innumerevoli riflessioni raccontando la nostra storia; quella storia fatta di uomini ma anche di tante donne troppo spesso dimenticate. E' doveroso, pertanto, ricordare i numeri diffusi dall'ANPI, l'associazione nazionale partigiani italiani: le donne partigiane combattenti furono 35 mila. Settantamila fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna. 4653 furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate. 1070 caddero in combattimento, 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d'oro al valor militare. Alle donne coraggiose che in quegli anni hanno combattuto, rischiando la proprio vita, va il pensiero delle donne di oggi attraverso una serie di iniziative on line al fine di ricordare il ruolo e il significato della presenza delle donne nella Resistenza.
Cinzia Venturoli e Elena Musiani, con un video appuntamento realizzato dal Museo Civico del Risorgimento per il 75° anniversario della Liberazione - La Storia, parlano del ruolo delle donne bolognesi nella Resistenza. Donne partigiane e sostenitrici del movimento di liberazione hanno compiuto azioni di resistenza militare e civile, hanno manifestato, protestato, rischiato e pagato con la vita alla pari degli uomini. Nel Parco di Villa Spada, il Monumento alle Cadute partigiane, ricorda le 128 donne partigiane dell'area metropolitana bolognese cadute nel corso della lotta di liberazione.
L'associazione nazionale Toponomastica femminile per il 25 aprile ha voluto ricordare le partigiane italiane con una raccolta di foto delle targhe di strade, piazze e altri luoghi pubblici dedicate a partigiane. Uno scatto per immortalare la memoria di valorose e ricordare ai tutti noi e ai posteri che "la storia siamo noi"!
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Mi chiamo Giovanna Cascone, ho una personalità poliedrica e i cambiamenti li vivo come nuove sfide. Da qualche anno abito a Bologna e credo di aver trovato la mia dimensione. Una città aperta e accogliente, con un ampio sguardo al mondo femminile. Mi interesso di politica e guardo con attenzione il versante delle cosiddette - pari opportunità -. Adoro il cinema, il teatro, la musica, la danza; in poche parole, amo l’arte in tutte le sue forme. Mi piace leggere e viaggiare. Vivo la vita con entusiasmo e cerco di assaporare, attimo dopo attimo, le piccole e grandi vittorie che mi riserva.
Sono una giornalista pubblicista, esercito da circa 14 anni. Sono iscritta all’Ordine dei giornalisti di Sicilia e collaboro da oltre 12 anni con il quotidiano La Sicilia. Ho lavorato per 10 anni presso E20sicilia, un’emittente televisiva sita in Vittoria (RG). Ho collaborato con alcune riviste specializzate e curato i rapporti con la stampa per progetti di interesse turistico come Azzurro mediterraneo. Ho avuto l’onore di presentare ben tre edizioni del VideoLab Film Festival - Concorso Internazionale dei Corti del Cinema d’Arte Mediterranea di Kamarina. Da anni sono a fianco di associazioni che lottano per la difesa delle donne vittime di violenza.