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Ogni qualvolta assistiamo a dei cambiamenti, buoni o cattivi, utili o inutile, anziché cercare di capire in che cosa consistono i cambiamenti paventati, ci si divide, di regola in due consorterie. Da una parte i "buoni" dall'altra i "cattivi".
A partire da questo momento, ognuno di noi, è disposto, senza "se" e senza "ma", a schierarsi votandosi al bene della "causa".
E non c'è dubbio che, da almeno 70 anni a questa parte, le spaccature in Italia, sono state tante.
E non solo in politica. Ma soprattutto a causa della politica.
Subito dopo la fine del Secondo conflitto mondiale, uscivamo da una guerra che aveva prodotto 60 milioni di morti, intere città europee distrutte, le prime bombe atomiche testate sul genere umano a Hiroshima e Nagasaki, due città giapponesi, che, oltre alle devastanti conseguenze immediate, circa 300 mila vittime, nel tempo le persone continuavano a morire per le radiazioni e la natura era stata desertificata per decenni e decenni.
Seguirono istituzioni di organismi internazionali, l'Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite) il 24 ottobre 1945; Dichiarazione universale dei diritti umani con il primo articolo che recita; "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza". Conferenze sulla Pace, indispensabile per una crescita economica, sociale culturale; il 25 marzo 1957 a Roma veniva firmato il primo trattato della Comunità europea, un'organizzazione di Stati europei, Italia, Francia, Repubblica Federale di Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, che costituiva il "Primo pilastro" della successiva Unione europea, con tutti gli altri trattati firmati in questi decenni.
Alcuni Stati, dal 2002 hanno introdotto anche una moneta unica: l'euro.
Oggi anche questo Organismo viene messo in discussione, e non solo in Italia, per una serie di motivi, sicuramente condivisibili per errori gravissimi, gravi e meno gravi commessi in tutti questi decenni che hanno visto il prevalere di "regole rigide" a fronte di moltissimi bisogni, che hanno coinvolto i diritti, soprattutto, nell'ultimo decennio, delle fasce debole di intere società europee. Italia compresa.
Non sono mancate le reazioni dei cittadini che, con l'arma del voto, hanno prodotto cambiamenti di notevole importanza. In Italia, soprattutto, dove le recenti elezioni politiche hanno premiato un Movimento, le "5Stelle", guidato da Luigi Di Maio, e un Partito, "La Lega", guidata da Matteo Salvini.
Così, dovendo fare di necessità virtù, è partito il "Governo Giallo-Verde", con un premier, si fa per dire, Giuseppe Conte, e due vice premier Salvini e di Maio, che dettano legge!
Cosa è successo in questi sei mesi di governo è sotto gli occhi di tutti e, penso, sia inutile ritornarci, se non per le pieghe, abbastanza preoccupanti, che si sono inserite nel cammino delle scelte governative.
Di certo registriamo che la Lega di Matteo Salvini, che durante le recenti elezioni aveva ricevuto il 17 per cento dei voti, ora sembra che voli, secondo i sondaggi, tra il 32 e il 35 per cento dei consensi.
Non stiamo a discutere su ciò che il "Movimento" e il "Partito" hanno promesso durante la campagna elettorale, tanto meno che, da acerrimi nemici, si sono trovati, forse loro malgrado, a dover dare assieme un governo al paese.
Ma non ci si può esimersi di discutere, e di cercare di capire fino a che punto ci si renda conto delle stato in cui si trova il Paese.
E non ci sentiamo nemmeno di rimuovere, pena l'onestà intellettuale di ognuno di noi, le modalità con cui sta procedendo il governo.
La Camera ha approvato la Legge di bilancio con la fiducia, mettendo in un angolo il Ministro dell'economia Giovanni Tria e, mentre la legge viene discussa al Senato, vengono apportate delle modifiche alla stessa Legge, in fretta e furia perché, evidentemente, i conti non tornano.
Ed è questo solo l'ultimo di una procedura inusuale.
Non sarebbe facile, nonostante la "maggioranza bulgara" dell'attuale forza di governo, trovare momenti di serenità tra le due forze contraenti.
L'immagine che viene data, dai nostri governanti, è molto più vicina ad un confuso procedere, che non alla trasparenza indispensabile per tranquillizzare i mercati e i cittadini.
E' da tempo che si paventa una crisi governativa. Abbiamo assistito, in queste ultime settimane, ad un crescendo di insofferenze tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio che non fanno ben sperare.
L'ultima, in ordine di tempo, consiste nella richiesta pubblica di Luigi Di Maio a Matteo Salvini sulla presunta "mazzetta" che il tesoriere della Lega, Luigi Centemero, avrebbe ricevuto del costruttore edile Parnasi, che avrebbe dovuto costruire il nuovo stadio della Roma e per cui è indagato.
Il clima politico dovrebbe essere sufficiente a chiedere una pubblica riflessione sullo stato della nostra società, sull'odio e sul rancore che sembrano essere entrato nel nostro DNA, vanificando ogni margine di appartenenza ai nostri valori e riscoprire quel senso e quella cultura di cittadinanza che ci ha permesso, anche in un passato recente, di attraversare, indenni i momenti drammatici della nostra storia.
Per dirla con Benedetto Croce, diamo un senso alla bellezza della parola "riscoprire": "essi vengono, con meraviglia e commozione, riscoprendo in se stessi, l'ignota… la negata comune umanità".
Ed un altro Matteo, da non confondere con "altri" Matteo, ci avverte: "In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente". Matteo 5, 13
Ed è indispensabile riscoprire la nostra vera identità prima che "il sale diventi scipito".
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Rosario Antonio Rizzo
Dopo il conseguimento del diploma di insegnante di scuola elementare all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Vittoria, 1962, si reca in Svizzera, dove insegna, dal 1964 al 1975, in una scuola elementare del Canton Ticino.
Dal 1975 al 1999 insegna in una scuola media, sempre nel Canton Ticino e, in corso di insegnamento dal 1975 al 1977 presso l’Università di Pavia, acquisisce un titolo svizzero, “Maestro di scuola maggiore” per l’insegnamento alla scuola media. Vive tra Niscemi e il Canton Ticino. Ha collaborato a: “Libera Stampa”, quotidiano del Partito socialista ticinese; “Verifiche” bimensile ticinese di scuola cultura e società”; “Avvenire dei lavoratori”; “Storia della Svizzera per l’emigrazione”“Edilizia svizzera”. In Italia: “Critica sociale”; “Avanti”; Annali” del Centro Studi Feliciano Rossitto; “Pagine del Sud”; “Colapesce”; “Archivio Nisseno”.