Se questo sito ti piace, puoi dircelo così

Dimensione carattere: +

Marta, un'italiana "ambasciatrice" all'Onu: "Sindrome Down non ci impedisce di imparare, non ci lascino soli"

maria-di-benedetto

  Milanese di nascita, vive in provincia di Bergamo e dopo un tirocinio formativo, lavora oggi con soddisfazione in un'azienda dove svolge mansioni amministrative. Marta Sodano è una giovane donna con sindrome di Down e il 21 marzo prossimo sarà lei a intervenire al quartier generale delle Nazioni Unite di New York, come portavoce del CoorDown (Coordinamento delle Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), in occasione della conferenza intitolata "Leave no one behind in education" (letteralmente "Non lasciare indietro nessuno nell'istruzione"), promossa da Down Syndrome International per la quattordicesima Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down* (WDSD – World Down Syndrome Day). Insieme a numerosi speaker provenienti da tutto il mondo, Marta porterà la sua storia e la sua esperienza educativa, condividendo le difficoltà e le conquiste della sua carriera scolastica, percorso fondamentale per la sua attuale inclusione sociale e lavorativa. Sarà infatti proprio il tema della scuola al centro dell'evento, con l'obiettivo di favorire programmi innovativi che offrano opportunità a tutte le persone, comprese quelle con sindrome di Down, il tutto coinvolgendo le Istituzioni, l'opinione pubblica e gli organi d'informazione, per diffondere il messaggio che le persone con sindrome di Down devono avere diritto ad un'educazione inclusiva e le stesse opportunità di ogni altro studente. «Nonostante l'Italia sia un modello a livello mondiale – sottolinea Antonella Falugiani, presidente del CoorDown – la piena inclusione è ancora qualcosa per cui combattere.

  Non è sufficiente, infatti, avere chiuso le "scuole speciali" e permettere agli studenti con disabilità l'accesso alle scuole regolari, ma è necessario garantire la formazione di tutto il personale docente, risorse educative, adeguamenti del curriculum e i supporti per accogliere tutti gli studenti senza lasciare indietro davvero nessuno». Non è quindi un caso che Coordown lanci una campagna di comunicazione internazionale dedicata proprio all'inclusione scolastica. Con il video "Lea goes to school", un libro animato realizzato con le illustrazioni e che racconta la storia di una bambina con sindrome di Down alle prese con il primo giorno di scuola. Apparentemente il suo percorso è segnato: una scuola speciale, degli amici speciali e in futuro, da grande una casa e anche un lavoro "speciali". Ma Lea ha le idee chiare sul suo futuro e il suo presente. La strada che vuole percorrere non ha nulla di speciale e inizia dove inizia la storia di tutti i bambini: a scuola.

 La scelta del 21 marzo non è casuale, in quanto intende sottolineare l'unicità della triplicazione (trisomia) del cromosoma 21, che è la causa della sindrome di Down: il primo giorno di primavera è diventato quindi quello dedicato alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica globale su questa condizione genetica. I benefici di un'educazione inclusiva sono sostenuti da quarant'anni di ricerche scientifiche, che dimostrano come i bambini con disabilità intellettiva raggiungano maggiori risultati accademici e sociali quando sono educati insieme ai loro pari senza disabilità. L'apprendimento in gruppi eterogenei aiuta tutti: gli studenti senza disabilità, che imparano il valore della diversità sviluppando più difficilmente atteggiamenti discriminatori, e gli alunni disabili, che migliorano il rendimento scolastico e le competenze relazionali, proseguono più volentieri gli studi e hanno maggiori chance di trovare poi un lavoro e una propria dimensione di autonomia. Occorre un radicale cambiamento di prospettiva: un sistema scolastico capace di coinvolgere tutti, anche gli alunni con disabilità, genera circoli virtuosi e diventa uno strumento fondamentale per abbattere barriere e luoghi comuni, ma soprattutto aiuta i nostri ragazzi a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e degli altri, passaggio cruciale nel percorso verso l'autonomia. La scuola è il luogo da cui dobbiamo ripartire per costruire una società realmente inclusiva.

 

Tutti gli articoli pubblicati in questo portale possono essere riprodotti, in tutto o in parte, solo a condizione che sia indicata la fonte e sia, in ogni caso, riprodotto il link dell'articolo.

C’è qualcuno per il signor Califano ?
La culpa in vigilando dei ministeri vigilanti

Cerca nel sito