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Ci scrive una collega, la quale vuole raccontarci in anonimato, la sua personale esperienza durante la pratica forense.
Durante la pratica forense, come tutte le praticanti, mi ero ritrovata a discutere un'udienza innanzi il Giudice di Pace. Ricordo, come se fosse ieri, che arrivato in questo piccolo edificio, completamente diverso dai tribunali delle serie TV, cercai il Giudice di Pace adito, in una calca di persone.
Una volta raggiunta la sua stanza, mi accingevo a trovare il mio fascicolo. Il mio dominus, il giorno precedente, mi aveva ravvisata che, stante la prima udienza di comparazione, dovevo "chiamare" ad alta voce l'altra parte. Era seduta, ben composta, a pochi passi dal Giudice, con il fascicolo sulle gambe e dopo aver preso un bel respiro, trovai il coraggio di urlare quel fatidico nome: "CALIFANO CONTRO UNIPOL"- urlai, purtroppo, con tutta la mia voce.
Tutti i colleghi, in quel istante, rimasero impietriti e d'improvviso, il collega seduto proprio di fianco a me, esclamò :"Sono qui, ma cosa urli?". Arrossii in viso e scappai fuori dall'aula per qualche minuto per la troppa vergogna.
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