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Pochi giorni fa, mi ero recato al Tribunale di Napoli per un'udienza e dopo aver bevuto un ottimo caffè, mi accingevo ad usare l'ascensore per recarmi al XXVII piano.L'ascensore del Tribunale di Napoli è una figura quasi mitologica, assolutamente irreale, basti pensare che dal piano III al piano XVII, ci impiega, a volte, anche quindici minuti, alcune volte non passa proprio, altre volte, invece si ferma solo a determinati piani. Durante l'attesa, mi colpii lo sguardo di un collega anziano, un uomo di altri tempi, il quale salutava sempre con un "Buongiorno o un Arrivederci"
Dopo cinque minuti, esaurite tutte le discussioni sul calcio e sulla politica nazionale, eravamo ancora ahimè al VII piano, quando, all'improvviso, il collega anziano, posizionato di fronte a me, approfittando di un silenzio surreale, mi guardò ed esclamò: "Collega, per te, la professione di avvocato si esercita con il cuore o con la testa?"
Sorrisi ed esordii con "Diceva Calamandrei che la nostra professione va esercitata esclusivamente con il cuore...." Fui interrotto subito, "Si fa con la testa….. con il cuore, non ragioni, ti fai trasportare dal caso, ti immedesimi con il cliente, non sei più lucido…e poi con il cuore, sarai troppo passionario e non vedrai mai un Euro" , concluse l'avvocato anziano.
"TINN PIANO XX…",il collega anziano, si avvicinò, mi porse una carezza e si dissolse.
Sorrisi, ormai in ascensore eravamo rimasti in pochi…ma una domanda, ancora oggi mi pervade: l'avvocato si fa con il cuore o il cervello?
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