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La tecnologia ai tempi del virus Omicron

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l periodo che ci stiamo lentamente lasciando alle spalle è stato uno dei momenti più difficili degli ultimi secoli, e ancora non è del tutto finito. Ma a differenza del passato, oggi abbiamo un alleato essenziale: la tecnologiaAffrontare questo nemico invisibile qualche decina di anni fa, senza poter contrare sui progressi della rivoluzione digitale, sarebbe stato molto ancora più complesso. 

Il progresso tecnologico si sia rivelato fondamentale per semplificare non solo la gestione della crisi, ma anche della nostra quotidianità, letteralmente sconvolta dall'emergenza sanitaria, (ancora oggi a causa dell'Omicron, la nuova variante del Covid 19).

Al di là delle avanzate applicazioni e strumentazioni su cui ha potuto contare il personale sanitario in prima linea negli ospedali, l'innovazione si è rivelata essenziale per facilitare l'impiego, per ragioni di distanziamento sociale, della telemedicina, ovvero i consulti via video e chat: le piattaforme online che offrono questo tipo di servizi, hanno conosciuto un incremento esponenziale di utenti e richieste. Addirittura, la stessa OMS ha lanciato un servizio di chatbot per fornire informazioni sul nuovo coronavirus e risposte alle domande più frequenti sulla malattia.



Anche la data analytics ha giocato un ruolo importante: le App di tracciamento dei contatti sviluppate dai diversi governi, come Immuni in Italia, stanno contribuendo fattivamente al contenimento del virus. Ma non solo: per esempio, Qlik ha supportato l'NHS, il servizio sanitario nazionale britannico, nello sviluppo di un sistema, basato sull'analisi predittiva, per la gestione dei bisogni attuali e futuri dei pazienti in relazione alla capienza e alle risorse degli ospedali.

Negli Stati Uniti, Qlik ha invece lavorato con l'organizzazione no profit Direct Relief, per sviluppare una dashboard che, combinando i dati relativi all'emergenza Coronavirus a supporto della logistica, permetteva di comprendere dove gli strumenti anti-Covid a disposizione andavano spediti con più urgenza. 

Con un obiettivo simile e sempre negli USA, Qlik ha infine collaborato con WellSky, azienda globale specializzata in tecnologia e servizi per la salute e l'assistenza alle comunità, allo sviluppo e al lancio del WellSky COVID-19 Tracker: grazie a questo strumento, è stato possibile sfruttare i dati relativi alla diffusione del virus così da poter individuare in anticipo le zone in cui l'infezione è in crescita.


Guardando l'aspetto, invece, prettamente lavorativo, durante il lockdown in Italia hanno lavorato da remoto 1,8 milioni di dipendenti del settore privato: di questi, oltre 1,6 milioni sono passati allo smart working proprio a seguito delle norme anti-Covid. Ad oggi, nonostante la nuova variante Omicron e i contagi in lieve discesa, sono allo stesso modo utilizzati Zoom, Google Duo, Meet, Microsoft Teams o Cisco Webex Meetings e il lavoro è proseguito come prima.

In alcuni settori, la tecnologia e l'analisi dei dati in particolare, è venuta ulteriormente a supporto in termini di pianificazione delle risorse umane e ad esempio in caso di aziende che hanno continuato la produzione anche nelle fasi più dure del periodo pandemico.

In un contesto economico fortemente influenzato dalla pandemia, con milioni di posti di lavoro a rischio in tutto il mondo, le analytics possono anche aiutare a mettere in relazione la domanda con l'offerta. Il governo australiano ha infatti lanciato mesi fa una piattaforma chiamata Jobs Hub, costruita su Qlik Analytics, che collega gli australiani in cerca di occupazione con i posti di lavoro disponibili in tutto il Paese. Forse così anche oggi sarebbe più facile favorire l'interazione tra il datore di lavoro e i dipendenti, e in generale, il networking che è un momento fondamentale per creare, sviluppare contatti e relazioni, creando una rete e sviluppandola a più livelli, ricevendo competenze e informazioni.

 

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