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La quarta Panchina Rossa per Scoglitti

Ivana

E' la quarta volta che la Panchina Rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, viene riposizionata nella piazzetta sottostante la centrale piazza Sorelle Arduino a Scoglitti, frazione balneare della città di Vittoria in provincia di Ragusa. Purtroppo non è l'unico luogo dove tale simbolo è stato più volte oltraggiato, ma di certo ritengo che sia uno dei pochi siti dove il grado di inciviltà abbia contribuito ad aggravare lo stato delle cose. Vandali insensibili ai messaggi della collettività e alle lotte portate avanti dalle associazioni che contribuiscono con piccoli gesti a dire "No" ad ogni forma di violenza. Più volte, la suddetta località marittima, è stata teatro di atti vandalici infidi e immotivati da parte di ignoti che approfittando, prima della stagione invernale e poi del periodo di lockdown, hanno divelto e in diversi casi rubato la Panchina Rossa, simbolo dalla violenza contro le donne. Un gesto vile che dovrebbe far riflettere sulla poca volontà di una parte della realtà locale di voler contribuire a far crescere il senso di appartenenza ad una comunità sensibile alle difficoltà del prossimo e pronta a lottare contro ogni forma di sopruso. Ma la battaglia di civiltà portata avanti dal resto della comunità vittoriese non si ferma,  la città risponde a tali atti vandalici riposizionando per la quarta volta il simbolo della violenza contro le donne. A darne notizia è Rosa Perupato, presidentessa de "Il Filo di Seta", che sottolinea la volontà dell'associazione e dell'amministrazione di voler andare avanti con impegno e tenacia nel segno dell'eguaglianza di genere e contro ogni forma di violenza. Vittoria, così come tante altre città italiane, è una comunità che rinnega la violenza sulle donne e l'ennesima istallazione della Panchina Rossa lo dimostra. E' stata posizionata nello stesso sito proprio a voler rimarcare l'intimo legame con la gente e il luogo che l'ha ospitato e resa visibile agli occhi dei passanti. La Panchina Rossa non è solo un simbolo, è qualcosa di più profondo: ricorda le tante donne uccise fisicamente e moralmente; le innumerevoli violenze subite tra le mura domestiche, negli angoli di una città o nei posti di lavoro; tocca l'animo dei sensibili e di tutti coloro che hanno ben chiaro cosa vuol dire l'eguaglianza di genere e aborra ogni forma di violenza.

Intanto i numeri sui casi di femminicidio aumentano. Dal 5 gennaio 2020 al 23 maggio siamo a quota 32. Tra venerdì e sabato sono state uccise altre due donne: una a Cuneo e l'altra a Roma. Di fronte a tanta violenza non si può stare in silenzio. In soli cinque mesi abbiamo registrato numeri spaventosi di femminicidio, per non parlare dei casi di violenza fisica e psicologica subita tra le mura domestiche nei mesi di isolamento e segnalate alle autorità competenti attraverso le linee telefoniche dei centri anti-violenza presenti sul territorio e al numero anti-violenza nazionale 1522 e la nuova App1522.

​L'impegno, la tenacia, la grinta e la determinazione nell'esserci per sostenere le donne in difficoltà non ha fermato le associazioni impegnate nella lotta contra la violenza sulle donne. Molte hanno usufruito delle piattaforme online per comunicare, incontrarsi e condividere esperienze e iniziative da mettere in campo, oltre ad intervenire nei casi di violenza segnalata attraverso le linee telefoniche, operative h24. 


 

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