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Cristiana Panebianco è un avvocato civilista operante, prevalentemente, nel settore giuslavoristico e tributario e dedica una particolare attenzione ai diritti del malato e alla responsabilità professionale medica. Iscritta all'Albo degli Avvocati di Crotone, svolge la sua professione anche ma non solo, nelle città di Roma e Perugia. Ci racconta la sua storia con un po' di amarezza, storia che riguarda la richiesta che lo stesso avvocato rivolge alla Scuola Forense "Gerardo Gatti" di Perugia, nel mese di novembre del 2015.
"Era stato in realtà il consiglio di un collega, lui aveva inviato il suo curriculum alla Scuola Forense perugina e mi ha suggerito di farlo anche io, vista la mia esperienza pregressa già in ambito universitario da laureanda, e il mio dottorato di ricerca, in quel momento in corso. Se hanno scelto me, sceglieranno te immediatamente, vedrai è una bella esperienza, gratuita ma bella. Ricordo perfettamente le parole del mio collega amico, e l'ultimo giorno utile per l'invio della domanda, ho effettuato la trasmissione della mia candidatura, offrendo tutte le possibili informazioni su di me che, in realtà, poi, era anche abbastanza facile reperirle in Rete. Sottolineo ciò perché questa facilità di reperire informazioni non è affatto vero che appartiene a tutti gli avvocati o ai liberi professionisti, in generale."
D. E' stata esclusa subito?
R. Si, immediatamente anche se non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale. Ho sollecitato una risposta chiamando, due volte, la segreteria del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Perugia, ma non riuscivo a reperire informazioni certe. Successivamente, ho contattato telefonicamente il collega presidente della Scuola – oggi non più tale – che dopo la nostra conversazione via cavo, mi ha inviato una email in cui mi spiegava le motivazioni della scelta di non scegliermi, mi faccia dir così. Era il sei febbraio del 2017.
D. Come ha reagito?
R. Non ero troppo sorpresa e, in ogni caso, pochi giorni dopo il ricevimento di quella missiva, ho subito la perdita di mio Padre e, quindi, com'è naturale, non ho risposto alla comunicazione se non dopo diversi mesi, con una mia lettera, precisa, specifica, lunga, articolata e disattesa. Ignorata, completamente, intendo.
D. Cosa le veniva comunicato? Le venivano spiegate le ragioni della sua esclusione?
R. Certamente. Innanzitutto, il presidente della Scuola Forense "Gerardo Gatti" di Perugia, nella missiva del sei febbraio che sopra cito, richiama il VI° comma dell'articolo 7 dello Statuto della medesima Scuola che, testualmente, dichiara che l'organo preposto alla selezione dei docenti è il Comitato Direttivo, che i docenti nominabili sono avvocati, magistrati, docenti universitari esperti nelle materie giuridiche, sulla base dei curricula, tenendo conto della esperienza maturata come formatori, della frequenza ai corsi di formazione dei formatori organizzati dalla Scuola Superiore dell'Avvocatura e di eventuali pubblicazioni. Aggiunge che la nomina è rimessa al Comitato Direttivo, e che la selezione non è procedimentalizzata ma avviene sulla base di una valutazione discrezionale che, però, è fondata su requisiti pre – determinati.
D. Esiste un Regolamento del CNF che regolamenta l'istituzione delle Scuole Forensi e le loro finalità?
R. Assolutamente sì e sarebbe anche un argomento di conversazione e confronto che spero possa avere spazio ulteriore in un articolo dedicato.
D. Da chi è composto il Comitato Direttivo di una Scuola Forense?
R. Generalmente dagli avvocati iscritti al Foro della città in esame.
D. Come è stata giustificata la sua esclusione?
In astratto, spiegandomi che la candidatura non implicava automaticamente la scelta ma, ciò, mi pare sin troppo ovvio. Sono state evidenziate anche le variabili della "eccessiva disponibilità dei docenti" rispetto alle esigenze della Scuola e che l'avviso di "ricerca" dei docenti è, giustappunto, un avviso e non un bando e che, per tale ragione, la mia richiesta di trasparenza e la mia encomiabile volontà di ricerca della verità, se libera, era fondata su presupposti inesistenti per l'assenza di un procedimento amministrativo e di documenti amministrativi.
D. Ma la trasparenza non dovrebbe essere comunque garantita e, comunque, se si parla di assenza di documenti amministrativi, come avviene la scelta?
R. Guardi, "amministrativamente" parlando, non è del tutto esatto ma questo è un capitolo troppo lungo e troppo tecnico che lascio, se ce ne sarà possibilità, ad un altro spazio su questa rubrica. Per rispondere alla sua domanda non posso che ripeterle ciò che a me è stato comunicato ovvero che "la nomina è rimessa al Comitato Direttivo, e che la selezione non è procedimentalizzata ma avviene sulla base di una valutazione discrezionale che, però, è fondata su requisiti pre – determinati." Di più, non posso dire perché sto raccontando fedelmente la mia storia senza aggiungere nessuna riflessione di tipo personale, come farebbe uno storico appassionato!
D. Nel concreto, invece, come è stata giustificata la sua esclusione?
Mi è stato detto che non possiedo un curriculum adatto seppur provvisto di molteplici attività in settori giuridici, ma non avevo indicato le attività di docenza né la partecipazione ai corsi per formatori promossi dalla Scuola Superiore dell'Avvocatura, né pubblicazioni in materia. Quindi, la mia, non era stata una esclusione ma semplicemente non avevo i titoli per prestare libera e gratuita attività di insegnamento in quella Scuola, tutto qui.
D. Parliamo del suo curriculum.
R. Il mio curriculum è in Rete. A mio parere è provvisto, anche di pubblicazioni. Non possiedo, però, la partecipazione ai corsi per formatori promossi dalla Scuola Superiore dell'Avvocatura. Quella no.
D. Le risulta che tutte le persone selezionate abbiano i titoli richiesti?
R. No. Almeno da ciò che ho potuto leggere in Rete. Tuttavia devo ritenere che li possiedano.
D. Ha potuto visionare i curricula?
R. No, e per la ragione che spiegavo sopra ma ho cercato in Rete i curriculum dei docenti selezionati negli anni; ricerca abbastanza agevole perché non vi è stata una marcata turnazione dei docenti selezionati.
D. Quali requisiti ha notato negli altri curricula? Che lei non possiede?
R. Essere nati a Perugia, aver frequentato il liceo perugino e l'università perugina, aver svolto la pratica legale a Perugia e aver ricoperto incarichi in alcuni spazi della vita forense perugina (Camera Penale di Perugia, Comitato Scientifico della Scuola Forense di Perugia, Scuola di Specializzazione per le professioni legali di Perugia etc). Non ho visto curriculum molto corposi, forse non sono stati aggiornati, e comunque in Rete ve ne sono molto pochi. Quanto alle pubblicazioni, ne ho viste poche o nulla e, parimenti, anche per ciò che concerne la partecipazione ai corsi per formatori promossi dalla Scuola Superiore dell'Avvocatura. Tuttavia le ripeto, il mio non è un "campione" attendibile attesa la scarsa presenza dei curricula dei docenti scelti, online.
D. Ha ripresentato la sua candidatura?
R. Si, nel novembre del 2017. Il 28 dicembre 2017 il nuovo presidente della Scuola mi ha comunicato via PEC che il Consiglio Direttivo della Scuola, dopo aver esaminato il mio curriculum, aveva rilevato la mancanza dei requisiti richiesti per l'attività di docenza (gratuita) confermando nel punto la nota del 6 febbraio 2017, di cui ho parlato fino a qui.
D. Cosa ha fatto e cosa pensa di fare?
Le dico cosa ho fatto, non cosa penso di fare. Ho inserito nel mio curriculum questa doppia esclusione, perché credo che la vita "faccia curriculum" con le sue delusioni, piccole come queste, grandi come altre. Ho letto un articolo, molto bello, in questo senso, sulla capacità di trasformare le esperienze negative in pensieri, azioni e idee positive e creative, sulla capacità di raccontare se stessi senza scadere nel costruito e nell'artefatto, nella importanza di possedere una bella "dose di coraggio." Probabilmente avrò un curriculum originale ma, di certo, mi racconta, appunto, ed è questo ciò che più conta, per me: "la libertà è un lusso per pochi".
D.È stata oggetto di molte critiche?
R.Sono abituata e, devo dire, da sempre. Le critiche della donne sono scontate, quelle degli uomini denotano la loro consapevole assenza di talenti, tout court intesi e, spesso, sono le più pericolose.
D.Ha intrapreso azioni e o provvedimenti?
R.Deontologia e coscienza non mi consentono in questa Sede di parlare di nulla se non che raccontare questo "parte" della mia storia. Ma devo dire che ho ricevuto anche tanta solidarietà e questo mi fa piacere. Probabilmente qualcosa sta cambiando e raccontare serve proprio a questo, a sensibilizzare e informare perché alla fine tutti viviamo gli stessi problemi, mi creda.
D.Si è sentita tutelata considerata la professione che svolge?
R.No.
D.Si sente sola o demotivata, in generale?
R.Assolutamente no. Demotivata mai. La vita mi ha mostrato le mie qualità, umane e professionali. So che saprei re - inventarmi, se servisse. Non faccio solo l'avvocato e ho molteplici interessi, ho sempre cercato di costruirmi un percorso professionale open non per necessità ma per passione.Non soffro l'incubo "del quello e basta", insomma.
Grazie per averci raccontato la sua esperienza.
Grazie a voi.
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