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Ilaria, leader dei 100mila avvocati contro Inps: "A Poseidone opponiamo Minerva, dea della guerra giusta. Ultimi tra gli ultimi, dividiamo sorrisi e lacrime".

Riprendiamo, dopo le festività natalizie, il consueto appuntamento con la rubrica del sabato "Liberi e Professionisti - La parola agli Avvocati", parlando, stavolta, non di Cassa Forense, ma di Inps.
Dal 2011 ad oggi circa 100.000 Avvocati sono stati colpiti da un violento attacco da parte dell´Istituto, noto come "operazione Poseidone" (il dio del mare e dei maremoti..), che ha messo in moto una gigantesca macchina da guerra con la forza dello Stato e dei suoi Esattori, per recuperare miliardi di euro dalle tasche dei professionisti e finanziare, sostanzialmente, quelle dei privilegiati.
La Relazione al Parlamento della Corte di Conti 2017 sulla gestione dell´ INPS - esercizio 2015 - è molto chiara sul punto, indicando alcuni dati dell´operazione da cui è facile evincere il dramma umano e professionale che si sta consumando e la sua finalità:
- Punto 6. della parte introduttiva: "Gli aggregati più significativi delle gestioni amministrate dall´Inps evidenziano, come già rappresentato, un aumento delle contribuzioni non sufficiente a compensare l´incremento delle prestazioni istituzionali che incidono negativamente sugli equilibri della quasi totalità delle gestioni. I due maggiori fondi, Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) ed ex Inpdap, contribuiscono, rispettivamente, per –8,8 md e per -4,4 md al risultato economico generale, rimanendo, invece, inalterato l´apporto positivo di contenimento del disavanzo dei parasubordinati (7,56 md) e delle prestazioni temporanee (2,69 md)".
- Par. 10.8 sulla gestione separata parasubordinati: "Le contribuzioni accertate aumentano di 342 ml (dai 7,66 md del 2014 a 8,01 md) per effetto dell´aumento dell´aliquota al 30,72 per cento per i liberi professionisti e collaboratori non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie, e al 23,50 per cento per i soggetti titolari di pensione (diretta e indiretta), nonché per effetto delle campagne per l´accertamento di nuovi contribuenti (operazione Poseidone).. A livello sistemico, la gestione separata continua - insieme alla Gpt - a svolgere il ruolo di finanziatore dei fabbisogni finanziari delle gestioni deficitarie.. A fronte di ciò, è da sottolineare come le prestazioni medie erogate siano, per importo, tra le più basse del sistema.. Saranno da valutare gli impatti sulla gestione, derivante non solo dalla riduzione della platea dei soggetti iscritti, ma anche dalle recenti innovazioni apportate dalla legge di bilancio per il 2017 in materia di aliquote contributive".
Le aliquotesuccessivamente indicate nella circolare Inps n. 21 del 31.01.2017 per la contribuzione alla Gestione Separata per l´anno 2017 saranno:
1) per i Liberi Professionisti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie il 25,72%, mentre per i titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria il24%;
2)- per i Collaboratori e figure assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie 32,72%, mentre i titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria il 24 %.
La tecnica utilizzata nell´operazione Poseidone la conosciamo già: si inizia con l´ iscrizione d´ufficio (in questo caso alla Gestione Separata Inps), viene quindi precostituito un debito "a tua insaputa" e sulla base di esso vengono promosse le procedure esecutive, anche in pendenza dei giudizi sulla legittimità della pretesa creditoria! Nel frattempo anche per i 100.000 Avvocati travolti da "Poseidone" entrava in vigore l´obbligatorietà dell´iscrizione a Cassa Forense, facendoli finire tutti sotto il fuoco incrociato sia dell´ Inps che della Cassa Forense!
Esclusi dall´elettorato attivo in sede di elezione del Comitato dei Delegati, trascurati dalla maggior parte delle istituzioni e delle associazioni forensi, questo esercito di 100.000 Avvocati "artatamente indebitati" decide di resistere e lottare nei Tribunali di tutta Italia e, soprattutto, di unirsi e organizzarsi spontaneamente per fare fronte comune contro l´Istituto.
Inizia cosi la contro-operazione "Minerva" (la dea della guerra giusta..).
Insorge per prima l´ Avvocato Ilaria Gadaleta, diventa il leader naturale del movimento e del gruppo FB "AVVOCATI: NO GESTIONE SEPARATA INPS", promuove le azioni giudiziarie contro l´Istituto, arrivano le prime vittorie e ultima, la Sent. Trib. Bari n. 5896 del 13.12.2017, che vogliamo allegare al presente articolo, unitamente alle recenti Sent. Cass. Sez. Lav. n. 30344 e 30345 del 18.12.2017, in modo da continuare a costruire una banca dati on line a disposizione di tutti i Colleghi (approfittiamo dell´occasione per dire: mandateci tutto quello che avete!).
 
Ecco il racconto di Ilaria, carico di rabbia e di passione e le sue acute riflessioni sulle citate pronunce della Suprema Corte.
"Cara Daniela mi chiedi di raccontare e io non saprei da dove cominciare. Ma le storie, si sa, valgono sempre la pena di essere raccontate.
Potrei iniziare parlandoti dei miei sogni di bimba, in cui non mi vedevo ballerina, ma come un eroe, con "poteri" sovrannaturali, che salva il mondo, alla Ernesto Guevara, Mahatma Gandhi e Giovanna d´Arco. Unico modo per sconfiggere le mie paure: di non essere bella, di essere donna, di non essere intelligente, di non essere... sufficiente, abbastanza, tanto per riuscire a...
L´unica cosa che non mi ha mai fatto paura era amare, ma quello, però, fa paura alla maggior parte delle persone.
E a fare l´avvocato non so nemmeno come ci sono finita.. Pensare che volevo fare l´architetto, per realizzare il sogno giurisprudenza. Mi sono laureata e il mondo era mio. Una rivalsa contro una scuola che mi aveva appiattita, masticata senza pudore e sputata, ridicolizzandomi.
Ma impattai quasi subito con il marcio dei concorsi e vidi scomparire i miei miti, come Gino Giugni. Presi la sofferenza delle persone di "strada": non i clochard, la gente comune, quella che non ha le grandi aziende, ma ci lavora ferendosi gli occhi e le mani. E io non sono docile di carattere, anzi. Eppure, tendere la mano mi faceva sentire bene. Ma avevo ancora paura e quindi ingoiavo. Sempre, tutto...
 
Fino a luglio 2015. Quando mi arrivò la letterinadell´Inps, la mia prima: € 3.800,00 ! Io, un nessuno silenzioso, con due figli piccoli. E no! Stavolta no! Non passa!
E dopo che la Cassa Forense (altro mostro che presto impatterà con la mia rabbia profonda e sedimentata) si lavò le mani, quando pensavo che tutto fosse perso, mi ritrovai prima con 10 amici, e poi, pian piano con 200... 500... 1000... 7000... 10.000... 100.000 in tutta Italia.
Sinceramente, non l´avrei scelto. Ma ero lì. E stare lì era ed è bellissimo. Non ero sola. Ecco il punto. Non lo ero io e non lo erano più nemmeno gli altri. E lo abbiamo capito tutti insieme.
Abbiamo capito che la "natura" è la forma di rivoluzione più bella. Una natura che trova da sola il suo equilibrio e che non ha bisogno di apici o di basi formalizzate, di funzioni, dirigenti, scatole cinesi o loghi, ma che si autodetermina nella libertà di essere. La libertà anche di combattere. Di combattere, contro una operazione iniziata nel 2011, con Mastrapasqua, ex Presidente Inps (tristemente noto per una serie di fatti di cronaca), in concerto con l´Agenzia delle Entrate, per il recupero di presunti contributi "sommersi", attraverso l´iscrizione di ufficio, alla propria gestione separata, dei professionisti iscritti ad un albo dotato di propria Cassa previdenziale. L´operazione Poseidone, che ci vede coinvolti insieme ad ingegneri, architetti, dottori commercialisti, ragionieri, geometri, medici, ostetriche, infermieri, soci amministratori di società semplici e che vede la nostra levata di scudi con la contro-operazione "Minerva".
Seguono azioni giudiziali in tutta Italia. E L´Inps risulta soccombente nella maggior parte dei casi.
Già nel 2012, il Governo aveva chiesto di bloccare l´operazione poiché risultavano poco chiare una serie di cose:
1) l´oggetto specifico del protocollo con l´Agenzia delle Entrate (se doveva essere una semplice consultazione, ovvero l´estrazione e l´uso della documentazione fiscale, in spregio della privacy);
2) il grave ritardo, al limite della prescrizione, di riscossione (visto che i dati erano e sono immediatamente consultabili).
Ma nonostante ciò, dopo l´estate del 2015, segue quella del 2016 e del 2017. Arrivano avvisi di addebito illegittimi e addirittura fermi amministrativi a conti correnti e autoveicoli, in aperta violazione di norme di legge.
L´Ente si giustifica adducendo il comportamento ad un errore dei terminali, gestiti da una società esterna! Ma non li blocca o non li annulla. E l´Inps va in appello e in Cassazione... con i soldi di chi?!
A Natale arriva una sentenza della Cassazione Sez. Lav., anzi due, incomprensibili: la n. 30344 e 30345 del 18.12.2017. La gestione separata Inps si trasforma da residuale in "universale", si parla di una previdenza sicura (ma quando mai?!) e del fatto che gli accordi tra privati non valgono più. Si stravolge il diritto, costituzionale per primo, e previdenziale di poi.
Inutile: non è Stato di diritto, ma ragion di Stato.
Certo che, se tutta la platea investita pagasse effettivamente il buco di "oltre 140 miliardi di euro di contributi previdenziali non versati", sebbene "lo stesso istituto ne dà 90 per persi" (quifinanza.it del 01.07.2016 "INPS, BUCO DA 140 MILIARDI, DI CUI 90 NON RECUPERABILI"), forse comincerebbe a colmarsi... ma sarebbe davvero giusto così?!
Paura...? Oh si. Certo che c´è. Ci conviviamo tutti i giorni. E tutti i giorni siamo costretti a salutare un collega che, stremato, si cancella. Perché sai, noi non siamo la fascia "benestante", quella che ha la fortuna di avere alle spalle anche uno studio già avviato, quella che si appoggia agli organismi sindacali, o le grandi società, o gli enti pubblici (appunto). Prevalentemente lavoriamo (e se vedessi come lavoriamo!) con anziani, operai 60enni licenziati, minori in difficoltà, stranieri, donne sole, a tutte le ore del giorno e della notte, senza pensare che alle 19.00 lo studio chiude... perché alle 19.01 ci sono persone (non numeri di ruolo) che chiedono aiuto. E alla richiesta, non ci si può sottrarre. Non si può, se si ha una coscienza.
L´unica cosa che ad oggi mi consola è che dividiamo tutto, sorrisi e lacrime. Abbracci e arrabbiature.
Quanto resisteremo?! Più che possiamo Daniela. Fino alle Sezioni Unite. Fino alla Corte Europea. Siamo orgogliosamente avvocati e quindi tenaci. Abbiamo fatto un giuramento, che io ancora ricordo. E se "moriamo" noi, di quella gente "per strada" chi si occuperà più?
Il mondo forse è ancora nostro Daniela... perché è dei folli e dei sognatori... e noi lo siamo... io lo sono!
Ilaria Gadaleta, AVVOCATO !"

 

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