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Il coraggio di una donna è spesso misurato con la capacità della stessa di denunciare violenze fisiche e/o psicologiche subite dalla persona con cui ha deciso di condividere il percorso di vita o dall'uomo che ha deciso di lasciare. Direi che il coraggio di una donna è altrettanto evidente, e forse non ancor più, quando si trova a dover affrontare tragedie di altra natura come la perdita improvvisa del proprio marito o di un figlio. Drammi che segnano profondamente e sconvolgono la vita di chiunque. Purtroppo, nei giorni scorsi una giovane donna di Vittoria, moglie e mamma di una splendida bimba di appena 6 mesi, si è "scontrata" con la vita e ha dovuto affrontare una delle prove più difficili come la perdita prematura del marito, morto a causa di un incidente sul lavoro. Una perdita che da una lato solleva il delicato tema della sicurezza sul lavoro, delle innumerevoli vite spezzate sui luoghi di lavoro e dall'altro lato quello legato all'universo femminile, alle tante donne coraggio che per diversi motivi si trovano a dover affrontare tragedie e perdite incolmabili. Mamme, mogli e figlie messe a dura prova da un destino che non fa sconti. Oggi è toccata ad una giovane donna di Vittoria, qualche giorno fa ad un'altra di Donnalucata e così via da Nord a Sud. Una catena umana di dolore inarrestabile generata, in questi casi specifici, dal mancato rispetto delle norme di sicurezza perché è più semplice ed economico eluderle che rispettarle. I numeri diffusi in questi giorni dall’Inail sugli infortuni e decessi sul lavoro, a livello nazionale per il mese di gennaio, lo dimostrano con estrema chiarezza. Sono 52 le persone morte per incidenti sul lavoro, ovvero otto in più rispetto lo scorso anno.
Numeri allarmanti che si scontrano da un versante con il silenzio assordante del mondo della politica, dall’altro con l’urlo disperato dei familiari delle vittime che reclamano giustizia come le tante donne che non accettano in silenzio perdite così importanti. Ed è in questi casi che il “coraggio", pur assumendo contorni astratti tali da essere impercettibile (si sa, il dolore annebbia la mente, si è vulnerabili e fragili) rende le donne, madri e mogli delle guerriere pronte a combattere le battaglie che la vita pone davanti al loro cammino. Donne coraggiose pronte a tutte, che gridano giustizia.
Un grido che segna la rinascita, che dovrebbe far risvegliare il mondo della politica dal torpore. Un grido di giustizia che dovrebbe rompere i muri del silenzio. Un silenzio assordante, che piange vittime in un Paese dove la chiacchiera è all’ordine del giorno mentre tante donne, madri, mogli e figlie reclamano giustizia.
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Mi chiamo Giovanna Cascone, ho una personalità poliedrica e i cambiamenti li vivo come nuove sfide. Da qualche anno abito a Bologna e credo di aver trovato la mia dimensione. Una città aperta e accogliente, con un ampio sguardo al mondo femminile. Mi interesso di politica e guardo con attenzione il versante delle cosiddette - pari opportunità -. Adoro il cinema, il teatro, la musica, la danza; in poche parole, amo l’arte in tutte le sue forme. Mi piace leggere e viaggiare. Vivo la vita con entusiasmo e cerco di assaporare, attimo dopo attimo, le piccole e grandi vittorie che mi riserva.
Sono una giornalista pubblicista, esercito da circa 14 anni. Sono iscritta all’Ordine dei giornalisti di Sicilia e collaboro da oltre 12 anni con il quotidiano La Sicilia. Ho lavorato per 10 anni presso E20sicilia, un’emittente televisiva sita in Vittoria (RG). Ho collaborato con alcune riviste specializzate e curato i rapporti con la stampa per progetti di interesse turistico come Azzurro mediterraneo. Ho avuto l’onore di presentare ben tre edizioni del VideoLab Film Festival - Concorso Internazionale dei Corti del Cinema d’Arte Mediterranea di Kamarina. Da anni sono a fianco di associazioni che lottano per la difesa delle donne vittime di violenza.