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Lei ha scritto btg e non battaglione, valuti se continuare questa professione (da "Avvocà, per ora grazie")

caravita

L'Avvocato dello Stato Distrettuale di Napoli Beniamino eccetera eccetera morì nel 1958, ed ebbe due funerali. Uno a Napoli, di Stato, in pompa magna, l'altro a Carinola, dove era stato Sindaco, e dove del suo feretro si impossessò il paese intero, che non aveva dimenticato il bene che aveva fatto.

Olivetta, la nuora adorata, la giovane moglie di Ciccillo, la ragazza dagli occhi di fuoco, portava in grembo il terzo figlio, Tommaso, e per mano gli altri due maschi, Beniamino e Giuseppe. Luisa doveva ancora arrivare.
Nonostante il caldo, e lo sforzo, e la stanchezza, Olivetta affrontò le due cerimonie funebri, e gli elogi funebri interminabili, e la sterminata fila di anziane signore di campagna con i baffi puntuti che la baciavano bisbigliando parole di incoraggiamento, e il dolore dignitoso di mammà, la moglie dell'avvocato, e la disperazione delle sorelle del marito Francesco Saverio, e arrivò con dolce fermezza fino al consòlo, cioé al momento in cui da tutto il paese arrivavano piatti di ogni genere, e le cameriere preparavano a getto continuo litri di caffè, e gli anziani raccontavano le gesta eroiche,divertenti, buffe, serie, gli studi e le marachelle dello scomparso Avvocato dello Stato, che sembrava così rivivere nel racconto tumultuoso, nelle parole che si sovrapponevano, nei ruoti di lasagne e di sartù di riso, negli ossequi porti dai notabili alla composta vedova.

Fu in quella occasione che Giuseppe, detto Peppolino e poi promosso, in virtù della sua stazza, a Peppò, apprese che il nonno non strizzava l'occhio, ma portava i segni di una granata esplosa vicino a lui mentre in qualità di ufficiale, con la fascia azzurra e la sciabola in mano, guidava l'assalto ad una trincea nemica durante la Grande Guerra.

L'Avvocato dello Stato Distrettuale di Napoli era il marito di mammà, la marchesa Maria Luisa, e il padre di Ciccillo, Chicca, Rosetta, Enrichetta, Mariolina e Ninì.
Morì perchè fumava troppo: con il mozzicone della nazionale senza filtro si accendeva la sigaretta successiva e così via, fino ad arrivare ad oltre 80 sigarette al giorno.
Al fliglio Ciccillo, poi diventato l'avvocato Francesco Saverio impose una educazione severa, ed altrettanto fece l'Avvocato Francesco Saverio, una volta Ciccillo, con i suoi quattro figli.
Tre vennero su bene, ma il secondo (Peppò, appunto) - uno scapestrato dai capelli rossi, poi diventati stranamente neri - fu la sua disperazione.
Poca voglia di studiare, da quindici anni in su botte tutti i giorni per i motivi più disparati (i fasci mi hanno inseguito, mica poteva scappare sempre, Tizio mi ha guardato male, sono caduto, è vero ho fatto a botte ma non sono partito per primo): ma si volevano bene senza saperlo.

L'Avvocato Distrettuale lavorava fino a tardi, ed un giorno mandò a chiamare un giovane procuratore dello Stato del suo ufficio. All'epoca non esistevano le macchine da scrivere o i computer, tutto era fatto a mano, dalle minute alle copie collazionate.

L'Avvocato Distrettuale leggeva tutto, anche le minute.
E agitando sotto il naso del giovane procuratore una certa minuta, esclamò: Dottore, Lei ha scritto btg anzichè battaglione. Questa è pigrizia mentale. Si faccia un esame di coscienza, valuti Lei se è il caso di continuare questa professione...

Il procuratore valutò. Peppò dal canto suo diventò serio, e addirittura avvocato. I due si incontrarono per caso una volta al Tribunale Amministrativo, dove il primo era Giudice, e dove volle - a fine udienza - raccontare a Peppò l'episodio: "Avvocato, ancora mi vengono i brividi", ed erano passati trent'anni.
E Peppò, che rideva sempre quando qualcuno lo chiamava Avvocato, ricordando quello che aveva combinato in gioventù, sorrise.

 

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