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Concordato preventivo: cronaca di un fallimento annunciato.

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Tutto è quasi pronto; per ultimo l'approvazione del modello per l'adesione dei potenziali destinatari delle proposte di concordato preventivo biennale. All'appello manca solo l'approvazione delle specifiche tecniche del software per la compilazione della domanda.

Gli operatori del settore sollevano però già dubbi sul successo del nuovo istituto: la prospettiva di un prelievo tributario fondato su una predeterminazione dei redditi propone concrete evidenze sulla sua non attrattività, con il rischio di non veder realizzato quanto previsto dal legislatore sia in termini di adesioni che di gettito fiscale.

Il concordato biennale, infatti, punta su un procedimento che pone al centro l'ineffettività della capacità contributiva: ma, quando il Fisco decide di derogare all'effettività della capacità contributiva, non considera che le occasioni di "evasione fiscale" del popolo delle partite IVA sono state assai ridotte da molti adempimenti obbligatori e che, quindi, i contribuenti non saranno diffusamente disponibili a vedersi assegnare un reddito presunto da dichiarare qualora lo stesso risultasse analogo a quello effettivo.

A nostro avviso, solo importanti sconti fiscali sulla misura del prelievo nel biennio concordato, renderebbero appetibile l'adesione all'istituto; uscendo dall'ipocrisia di massa, storicamente, questi istituti assicurano il successo dell'operazione solo quando si traducono in un condono istituzionalizzato che rende tollerabile minori redditi da dichiarare.

Al di fuori di questo schema, non si vede come l'adesione al nuovo istituto possa essere appetibile; nessuno aderirà ad un sistema che, di fatto, sancisce solo una forma d'imposizione presuntiva alla quale, una volta prestata adesione non sarà consentito sottrarsi.

Standardizzazione preventiva dei redditi che sarà quindi prevedibilmente destinata al fallimento se non risultasse particolarmente allettante per i contribuenti cui è destinata.

E a poco sembra poter valere quella latente minaccia dell'amministrazione finanziaria secondo cui vi sarà "impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l'attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono": perché accertare milioni di contribuenti non aderenti al concordato sarà impossibile.

Osservando misure similari del passato, nonostante si offrissero condizioni e garanzie più favorevoli di quelle del nuovo istituto deflattivo, il concordato sperimentale e la pianificazione fiscale concordata non ebbero successo; è quindi facilmente immaginabile uno scenario prossimo in cui gli unici a festeggiare un accordo preventivo con il Fisco possano essere esclusivamente quei contribuenti che, per effetto dell'incrocio dei metadati in possesso dell'Agenzia delle Entrate, vedranno assegnarsi redditi da concordare particolarmente vantaggiosi; insomma per la serie "venghino signori, venghino" di Fantozziana memoria.

Meditate contribuenti, meditate. 

 

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