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CNF: avvocati pronti a ripartire nella fase 2 senza responsabilità per i ritardi e nel rispetto reciproco

CNF

«Nessuna censura potrà essere rivolta all'avvocatura circa i probabili ritardi nella regolare ripresa dell'attività giurisdizionale».

Questo è quanto ha annunciato fermamente il Consiglio nazionale forense (CNF) (https://www.consiglionazionaleforense.it/web/cnf-news/-/694774).

Il periodo emergenziale in cui tutti noi siamo stati catapultati ha contraddistinto – dice il CNF - la categoria degli avvocati per un grande senso di responsabilità. E ciò in considerazione del fatto che l'avvocatura ha scelto consapevolmente di:

  • condividere le regole per affrontare l'emergenza, anche in settori originariamente ignorati dalle previsioni;
  • accettare quelle «norme che mettono a dura prova la resistenza dei principi del giusto processo che informano e reggono il nostro sistema, nell'equilibrare le diverse aspettative della categoria, rivendicate nel rispetto del ruolo e con l'unico scopo di garantire sempre e comunque il diritto di difesa».  

Questo senso di responsabilità, secondo il CNF, rischia di essere vanificato a causa di alcune rivendicazioni che sarebbero state sollevate da dirigenti e personale amministrativo relativamente alle riserve che gli avvocati hanno manifestato nei confronti dello svolgimento delle udienze in modalità telematica, soprattutto per particolari categorie di procedimenti.

Dette rivendicazioni, a parere del CNF, potrebbero collidere con la tutela del diritto di difesa che richiede una partenza più rapida della giustizia.

In questa fase delicata, ad avviso del CNF, tutti gli operatori del settore devono:

  • attivarsi per ripartire subito;
  • responsabilizzarsi affinché da un lato, siano rispettare le norme e dall'altro, siano date delle risposte ai cittadini in tempi rapidi.

Ne consegue che, per gli eventuali ritardi che si dovessero riscontrare, non potranno essere ritenuti responsabili gli avvocati.

L'avvocatura – dice il CNF - è pronta a offrire il proprio contributo, come sempre, ma occorre rispetto reciproco e l'inattività non può protrarsi ancora per altro tempo perché, in caso contrario, essa sarebbe contraria all'interesse della collettività. 

In questa fase 2, tanto agognata, ma tanto delicata, secondo il CNF, anche il Ministro della giustizia e il Governo devono consentire la migliore organizzazione per una ripartenza più celere, dando uniformità ai vari protocolli e alle diverse direttive che, in questo periodo, sono state adottate dai tribunali.

È chiaro il messaggio che si evince dal comunicato del CNF: in questo momento storico non trovano spazio rivendicazioni o accuse in quanto l'obiettivo dovrebbe essere quello di riavviare la macchina della giustizia verso una "normalità".

Solo in un clima di collaborazione e coordinamento sarà possibile non perdere di vista il vero focus di questa ripartenza, ossia la tutela del diritto della difesa nel rispetto del principio:

  • del giusto processo;
  • del bilanciamento tra la tutela del predetto diritto della difesa e quello della salute individuale e pubblica.

 

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