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Angelo dall'Oca Bianca, Ritratto dell'avvocato Arnaldo Alberti (1930)

Angelo dall'Oca Bianca, Ritratto dell'avvocato Arnaldo Alberti (1930)

Pittore e maestro di stile tra i più noti di tutto il Ventennio, era di umili origini. La famiglia, proveniente da Zevio, era povera: solo il padre lavorava, come verniciatore e doratore. Le iniziali difficoltà economiche vennero presto superate e la famiglia Dall'Oca riuscì ad integrarsi bene in città, tanto che Angelo poté intraprendere studi regolari. Dopo breve però, il padre di Angelo decise di abbandonare il lavoro per aprire un ristorante, che sfortunatamente fallì; Angelo decise quindi di lasciare la casa paterna e di vivere per le strade di Verona. Il suo temperamento, forte e ribelle, gli permise di vivere qualche tempo in questa maniera, sino alla morte del padre. Questo evento lo fece riavvicinare alla madre: ella non poteva mantenere la famiglia, quindi il giovane Angelo iniziò a lavorare, in particolare come apprendista imbianchino. Fu questa l'occasione che gli fece scoprire una grande passione per l'arte. Su consiglio dello scultore Ugo Zannoni, nel 1874 iniziò la frequentazione dell'Accademia Cignaroli e delle lezioni di Napoleone Nani. In quelli stessi anni frequentò anche l'Accademia di Venezia, dove entrò in contatto con Giacomo Favretto, che divenne suo maestro e amico.

Dopo questi anni, iniziò la sua grande fama: al cognome paterno aggiunse la parola Bianca e cominciò così ad esporre i suoi dipinti, che vennero accolti con grande entusiasmo da pubblico e critica. Lavorò così tra Venezia, dove partecipava alle Biennali[1] e Roma, dove conobbe personaggi di grande rilievo come Giosuè Carducci e Gabriele D'Annunzio. A Roma fu presentato persino alla regina Margherita di Savoia, che gli commissionò diversi dipinti. Dopo che le sue opere raggiunsero i più grandi collezionisti e musei del mondo (Parigi, Barcellona, Chicago) e dopo aver esposto in città come Anversa, Vienna, Monaco, ottiene importanti riconoscimenti sia in Italia che all'estero.

Nel 1919 cominciò a ritirarsi progressivamente dalla scena internazionale. Continuò ad esporre a Verona e a ricevere gratificazioni e riconoscimenti. Nel 1939 venne inaugurato il Villaggio Dall'Oca, costruito grazie ad una donazione del pittore e in seguito ampliato con il suo lascito testamentario. Il Villaggio fu edificato da Angelo Dall'Oca Bianca a favore dei poveri della città.

Nel 1941 fece testamento, lasciando tutto il suo denaro e i suoi quadri alla città di Verona e ai suoi poveri. Morì il 18 maggio dell'anno dopo, ottantaquattrenne.

Interessante anche la sua attività di polemista e i suoi esperimenti di mail art

Tutte le opere contenute nella Galleria sono state raccolte dai Colleghi Alessandra Di Loreto e Agostino La Rana, amministratori della pagina Fb L'avvocato nel cinema, nella letteratura e nelle arti figurative, che ringraziamo per la loro disponibilità e per i preziosi consigli. Chiunque può collaborare all'ulteriore crescita della Galleria (che, al momento, propone alcune opere di artisti classici e contemporanei raffiguranti, in prevalenza, Avvocati) inviandoci ulteriori opere, con eventuali commenti, alla casella email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Le descrizioni delle opere sono, invece, tratte, secondo lo stile della condivisione dei contenuti, da Wikipedia e Mediapedia, così da consentire, tramite i termini evidenziati in bleu, ulteriori ricerche e approfondimenti

 

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