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Si è tenuta ieri, 13 febbraio 2025, presso la sala Isma del Senato, la presentazione del libro di Pietro Gurrieri "Autonomia differenziata: come la destra ha spaccato l'Italia" edito da Bonanno. I lavori - introdotti dalla sen. Vincenza Rando (Pd) - hanno visto gli interventi del sen. Dario Parrini (Pd), dell'on. Federico Cafiero De Raho (M5s) e dell'Autore, l'Avvocato siciliano Pietro Gurrieri. Il Presidente del M5s, On. Giuseppe Conte, ha quindi concluso i lavori.
Nel proprio intervento, Gurrieri ha ricostruito la storia del disegno di legge Calderoli, e la sua connessione con i disegni di legge su premierato e potere giudiziario, in una logica di baratto, definito "inaccettabile" tra i tre partiti più rappresentativi della coalizione di maggioranza. Fortunatamente - ha aggiunto - il "disegno eversivo" di Calderoli è stato bloccato dalla Corte costituzionale che con la sentenza n. 192/2024 ha demolito la legge, al punto da indurla poi, con sentenza n. 10/2025, a dichiarare inammissibile il referendum, "essendo la partita ormai chiusa senza necessità dei tempi supplementari". È necessario, però - ha concluso - tenere sempre alta la guardia, perchè questa vicenda non sembra ancora archiviata.
Il Presidente Giuseppe Conte, concludendo i lavori, dopo essersi complimentato con Gurrieri per l'opera, ha parlato di un "pericolo scongiurato grazie all'intervento della Corte Costituzionale" e della demolizione, da parte di questa, di una legge "scriteriata", richiamando, in proposito, il proprio commento a caldo dopo il cs diffuso dalla Consulta il 14 novembre, nel quale si riassumevano i profili di incostituzionalità della legge n. 86/2024. Il premierato sembra essere stato messo da parte dalla maggioranza - ha poi detto Conte - mentre questa ha spostato il proprio interesse sulla separazione delle carriere e sulla riforma della giustizia. Rivolgendosi, poi, scherzosamente all'Autore, per invitarlo "dato che quest'opera ha portato bene" essendo state le critiche in essa formulate seguite dagli interventi demolitori della Corte Costituzionale, a scrivere su tale riforma della giustizia, prima ancora che sul premierato.
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