L'avvocato Federico Valori di Macerata – leggo da le Cronache Maceratesi – è stato condannato ad un anno e quattro mesi inflittigli dal Tribunale de L'Aquila.
L'accusa era di oltraggio ad un Giudice di Pace di Macerata.
Durante un'udienza il nostro Collega si sarebbe lamentato del fatto che il GdP non avesse verbalizzato un'affermazione resa da un teste.
Il Giudice avrebbe replicato per ben tre volte sostenendo che si trattava di una verbalizzazione in forma sintetica.
Ad un certo punto – davanti alle rimostranze del legale – avrebbe poi sospeso l'udienza.
A questo punto l'avvocato avrebbe oltraggiato il magistrato dicendo che non stava facendo il suo dovere.
L'avvocato Valori ha detto che appellerà la sentenza perchè non è oltraggiosa l'affermazione espressa durante l'udienza e nell'esercizio del proprio diritto di difesa.
Incredibile. Incredibile. Incredibile dictu.
Prima di tutto mi inchino davanti all'Avvocato Valori.
E' stupefacente sapere che esiste ancora qualcuno che indossi con dignità – e senza paura – la nostra toga.
Sono pienamente d'accordo con lui che il nostro diritto di difesa ci imponga di difendere il nostro cliente fino al totale sacrificio delle armi e fino all'annichilimento finale di noi stessi, se necessario.
Questo avvocato Valori mi ricorda un po' Alessandro Sallusti – direttore de Il Giornale – quando venne condannato per diffamazione.
Diventò un martire del giornalismo e soprattutto uno che aveva mostrato di avere le palle nel momento preciso in cui bisogna tirarle fuori.
Non c'è nulla da fare.
Arriva un giorno nella vita di ogni avvocato in cui devi mostrare di che pasta sei fatto.
Magari non arriverà mai ma di solito capita.
Lo diceva già Harper Lee ne Il buio oltre la siepe. C'è sempre un processo – prima o poi – che nella vita di un avvocato impone una scelta radicale:non si impara sui libri né all'università.
Il coraggio uno non se lo può dare – come diceva Don Abbondio – ma se non sei in grado di estrarlo dal tuo cuore in un momento come quello in cui si è ritrovato Valori, è meglio che riponi la toga nell'armadio e vai a scaricare cassette al mercato generale.
Il nostro Collega Valori è andato fino in fondo. Sappiamo tutti che cosa fanno i Giudici di Pace. Verbalizzano a muzzo molto spesso.
E questo mi può anche stare bene se il senso delle affermazioni che i testi rilasciano non viene tradito.
Ma sappiamo anche come – a volte – una parola, una singola espressione, possano cambiare l'intero senso della frase.
Pinketts – lo scrittore milanese che un tempo scriveva libri magnifici – ne intitolò uno che tutti gli avvocati dovrebbero leggere:Il senso della frase.
Se sbagli quel senso, o una verbalizzazione, il tuo cliente viene condannato.
Vi dicevo.
Mi sta bene la verbalizzazione sintetica, o a muzzo.
Non mi sta bene quando il Giudice – sollecitato sul punto – non verbalizzi fedelmente.
Il grido di dolore è però un altro. Qui signori traballa tutta la baracca.
Se dovesse passare un principio del genere – ti critico in udienza obbligatovi dall'esercizio del mio diritto di difesa e tu mi denunci per oltraggio – rischiamo di fare gli avvocati da presepe napoletano tutta la vita.
O siamo tutti dei Valori (ci credo poco) o stiamo zitti e subiamo la condanna dei nostri clienti per il malvezzo di certi giudici di darci sulla voce.
Un Giudice di Pace un giorno – mentre esercitavo il mio diritto di difesa – mi disse di stare zitto.
Non tacqui.
Fece chiamare i carabinieri.
Li aspettai a ciglio fermo. Tutti sorridevano perchè sembrava un film dell'assurdo.
Invece era realtà.
Finì a tarallucci e vino.
L'importante era però aver mandato un segnale:sono un avvocato (anche modesto) ma difenderò il mio cliente fino all'ultimo.
Valori sei mio fratello.