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7 febbraio 1478, nasce Tommaso Moro: "Perché sono contro la pena di morte"

7 febbraio 1478, nasce Tommaso Moro: "Perché sono contro la pena di morte"

Thomas More, latinizzato in Thomas Morus e poi italianizzato in Tommaso Moro (Londra, 7 febbraio 1478Londra, 6 luglio 1535), è stato un umanista, scrittore e politico cattolico inglese; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, canonizzato come martire da papa Pio XI nel 1935. Nel corso della sua vita si guadagnò fama a livello europeo come autore umanista e occupò numerose cariche pubbliche, compresa quella di Lord Cancelliere d'Inghilterra tra il 1529 e il 1532 sotto il re Enrico VIII.
Cattolico, il suo rifiuto di accettare l'Atto di Supremazia del re sulla Chiesa in Inghilterra e di disconoscere il primato del Papa mise fine alla sua carriera politica e lo condusse alla pena capitale con l'accusa di tradimento. La Chiesa cattolica lo venera come santo; nel 2000 papa Giovanni Paolo II lo proclamò patrono dei governanti e dei politici cattolici. Dal 1980 è commemorato anche dalla Chiesa anglicana, come martire della riforma protestante.
Tommaso Moro coniò il termine "utopia", con cui battezzò un'immaginaria isola dotata di una società ideale, di cui descrisse il sistema politico nella sua opera più famosa, L'Utopia, pubblicata nel 1516
L'opera più famosa di Moro è l'Utopia (1516 circa), in cui descrive un'immaginaria isola-regno abitata da una società ideale, nella quale alcuni studiosi moderni hanno ravvisato un opposto idealizzato dell'Europa sua contemporanea, mentre altri vi riscontrano una satira sferzante della stessa. Moro derivò il termine dal greco antico con un gioco di parole fra ou-topos (cioè non-luogo) ed eu-topos (luogo felice); utopia è quindi, letteralmente un "luogo felice inesistente".
L'Utopia si divide in due libri: città reale e città perfetta.
Città reale
Viene fatta un'analisi sulla situazione politica ed economica dell'Inghilterra dell'epoca. In particolare Moro ritiene assurda e illegittima la sanzione di pena capitale per il furto (in Inghilterra erano aumentati i furti con l'introduzione del sistema delle enclosures).
Ci sono due possibilità per risolvere questo problema:
tornare alla situazione economica del medioevo (una posizione reazionaria che Moro non condivide)
sviluppare un'industria manifatturiera per la produzione di lana in modo da creare un'economia mercantile che possa favorire il benessere sociale nella nazione.
Moro sembra escludere queste ipotesi; ritenendo che il male dei mali sia la proprietà privata, ne propone l'abolizione, in maniera da ripartire i beni materiali in maniera eguale. Si tratta di un sistema di tipo comunistico.
Città perfetta
Nella seconda parte viene descritta L'Utopia.
Nell'isola di Utopia (la forma è simile a quella della Gran Bretagna) secondo Moro, la proprietà privata è vietata per legge e la terra deve invece essere coltivata, a turni di due anni, da ciascun cittadino, nessuno escluso: tutti hanno un lavoro, di 6 ore al giorno; nel tempo libero, tutti i cittadini possono altresì dedicarsi alle proprie passioni e professioni abituali, ma un posto fondamentale è occupato dallo studio delle scienze e della filosofia. La famiglia rappresenta un nucleo fondamentale per l'Utopia: un tipo di famiglia allargata e monogamica. L'uomo si può sposare all'età di 22 anni e la donna a 18 anni. Il divorzio è consentito, l'adulterio è severamente punito: l'individuo che ne è reo viene incarcerato e incatenato con catene e biglie d'oro (l'oro in Utopia non vale nulla, a esso si ricorre solo per sostenere economicamente eventuali guerre).
Per quanto riguarda la religione, nell'isola di Utopia deve essere prevista la più larga tolleranza religiosa, fermo restando però l'obbligo di credere nella Provvidenza di Dio e nell'immortalità dell'anima. Chi infrange le regole viene scacciato da Utopia. Tutti hanno diritto a una vita pacifica, il cui fine è il benessere.
Gli stessi nomi all'interno della descrizione ricalcano lo spirito utopico dell'isola. La città si chiama Amauroto, dal greco "amauros" che significa evanescente. Allo stesso modo il principe Ademo (dal greco alfa privativo + demos cioè "senza popolo") o il fiume Anidro ovvero "senza acqua".
Caratteristiche dell'operaUna delle caratteristiche delle opere di Moro rimane l'uso esagerato di tropi, sia di una presunta voce autoritaria (come nel "Dialogo del conforto", apparentemente una conversazione tra zio e nipote) sia di un'altamente stilizzata, sia di entrambe. Questo, assieme alla mancanza di una direzione chiara di Moro circa il suo punto di vista - per ragioni che diverranno ovvie - significa che è possibile dibattere praticamente qualsiasi opinione di qualsiasi suo lavoro. Per la realizzazione della sua opera si ispira alla dottrina Neoplatonica: ad esempio la descrizione di questa società ideale richiama la Repubblica di Platone.

 Contro la pena di morte

Se gli uomini considereranno che l'uccidere un altro uomo, vietato da un comandamento divino, sia legittimo allorquando una loro legge lo permette, che cosa li frenerà dal considerare altrettanto legittimi, nel caso analoghe leggi li permettano, lo stupro, l'adulterio e lo spergiuro? Secondo la legge di Dio nessuno ha il diritto d'uccidere un altro uomo, e neppure se stesso. Ma se gli uomini possono mettere a morte qualcuno prescindendo dalla volontà di Dio, tanto da ritenere giusto che i carnefici dei condannati contravvengano al suo comandamento, non ne consegue che il potere della volontà divina è limitato dai confini entro i quali la chiudono gli umani decreti? E in questo modo non si finirebbe per sostituire in ogni caso le delibere umane a quelle del Signore, misurando di volta in volta la sua volontà su quelle stesse delibere? In altre parole: la legge mosaica, che pure era rigorosa (come doveva esserlo, regolando la vita di schiavi duri e ostinati), puniva il furto con un'ammenda, non con la morte. Non possiamo sostenere che Dio, con le leggi nuove e clementi che in seguito ha dato ai suoi figli, abbia loro concesso d'essere più crudeli.

Ho esposto le ragioni per cui sono convinto che questa pena sia ingiusta. In più credo ormai chiaro per tutti quanto sia irragionevole e dannoso per la comunità punire nello stesso modo l'assassino e il ladro. Quest'ultimo, infatti, sapendo di rischiare la stessa pena per furto o omicidio,è fortemente tentato d'uccidere quello che altrimenti avrebbe soltanto derubato.

Assassinandolo, infatti, elimina chi potrebbe denunciarlo, senza per questo rischiare una pena più dura.

(Thomas More, Utopia) 

 

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