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Sono molte le persone affette dal Christmas blues, o depressione delle feste. Ma questo stato di tristezza è qualcosa che si differenzia dalla depressione stagionale. Vediamolo più da vicino. E scopriamo insieme come affrontarlo al meglio.
Già Dean Martin nel 1953 cantava :"The jingle bells are jingling
The streets are white with snow
The happy crowds are mingling
But there's no one that I know
I'm sure that you'll forgive me
If I don't enthuse
I guess I've got the Christmas blues".
E ci faceva conoscere quello stato di tristezza più tardi definito dagli esperti Christmas blues, o depressione delle feste. Ma è qualcosa che si differenzia dalla depressione stagionale. Vediamolo più da vicino.
"La principale manifestazione del Christmas Blues è l'anedonia, ossia un'incapacità di trarre piacere dalle celebrazioni", spiega il dottor Janiri, direttore del reparto di Psichiatria del Policlinico Gemelli di Roma. "Si verifica un abbassamento dell'umore, demotivazione e una mancanza di partecipazione, nel momento in cui si viene coinvolti nell'organizzazione. Per alcuni tutto ciò si accompagna ad insonnia, crisi di pianto, pensieri negativi, ansia".
Le feste natalizie comportano quasi sempre una serie di eventi stressanti, come riunioni di famiglia obbligate, convenzioni sociali da rispettare, festeggiamenti prolungati per giorni, città piene di luci colorate per mesi interi, che per alcuni non sono affatto piacevoli e tollerabili.
Il Natale, infatti, è la festa della famiglia. E chi non vive la famiglia come luogo di serenità ma piuttosto come luogo di liti, offese, rabbia e ostilità, non può certo star bene alla sola idea di dover passare dei giorni in casa, libero da impegni lavorativi. Inoltre, rivedendo i familiari, riemergono vecchi rancori ancora dolorosi per chi non li ha elaborati e poi risolti del tutto. Quelle modalità che ci facevano così tanto arrabbiare, quei modi di dire che non sono cambiati, finti sorrisi e comunicazione disfunzionale se non addirittura inesistente, molti non li tollerano più e no, non riescono proprio a far finta di niente.
Ci sono poi persone per cui il Natale o il capodanno hanno significati simbolici carichi di sofferenze: pensiamo a chi ha subito un lutto o si trova a dover vivere una condizione di single non voluta. In quei giorni in cui tutti si ritrovano insieme ai propri affetti più cari per trascorrere momenti felici insieme, la mancanza si fa sentire ancora più forte e non si può essere felici a comando, no, le emozioni non si possono accendere e spegnere a piacimento. E allora si è tristi, ci si perde nel vuoto, non si riesce a dormire la notte e si vive ogni momento con ansia contando le ore alla fine delle feste. Ci sono persone che addirittura non sopportano affatto tutta quella gente intorno felice e contenta e arrivano a sviluppare una totale insofferenza per le luci e gli addobbi delle feste.
Il 31 dicembre, la fine dell'anno, rappresenta per molti il momento di bilanci e conti da fare. Si tirano le somme e molto spesso ci si demoralizza per aspettative irrealistiche che ci eravamo prefissati. Alcune persone percepiscono la propria situazione in maniera più pessimistica, subendone conseguenze sia dal punto di vista fisico che emotivo e rimanendo spesso ignari di quale sia la causa reale del proprio disagio, incompreso sia da se stessi che dagli altri.
Per non parlare poi di chi vive una malattia psichiatrica vera e propria o una dipendenza. In questi casi le festività rappresentano quasi sempre un momento di acutizzazione del disturbo, colpa anche lo stare troppo a contatto con la famiglia, perdendo i propri spazi personali.
E allora che fare? Ecco tre piccoli consigli per vivere al meglio le feste.
1. Prenderle come se fossero dei giorni normali.
Non caricatevi di aspettative sui regali, sul pranzo di Natale o del capodanno. Le aspettative ci portano lontano dalla realtà e ci anticipano un senso di delusione per qualcosa che non si è avverato. Non abbiate paura del giudizio dei parenti, "Cosa mi diranno? Mi troveranno peggiorata?". Le persone sono libere di pensare di noi ciò che vogliono. Sono solo pensieri e non corrispondono assolutamente alla realtà.
2. Non staccate troppo dalla ruotine quotidiana.
A volte si passa da giornate frenetiche di lavoro, corse ai regali nelle pause pranzo e preparativi vari a giornate di totale relax con pranzi che durano giorni interi. Non si può spegnere completamente il nostro cervello e pretendere che ci si rilassi davvero! A volte si necessita di più tempo per far ciò. Prendetevi invece un po' di tempo per voi anche nelle feste comandate, una passeggiatina col cane, un buon libro da leggere, un'ora di luce o addirittura un po' di Light Therapy. Purché sia un impegno da portare a termine, seppur con voi stessi.
3. Abbiate il coraggio di dire di no.
E quando ci pressano con inviti stratosferici in ville super lusso in cui proprio non vorremmo mai andare? E quei parenti che non vediamo da una vita e che proprio non reggiamo, ipocriti e ossequiosi al massimo, che ci pregano di stare insieme per le feste? Se proprio non riusciamo ad inventare una scusa, allora ricordiamoci di usare un tono chiaro e deciso mentre diciamo loro di aver preso un impegno precedente, o di aver accettato un altro invito. E se il parente di turno insiste per sapere perché, sarà lui a voler fare l'impiccione. In questo caso, non cadete nella trappola e non cercate altre scuse per soddisfare la sua curiosità, ma ripetete semplicemente un "No, grazie" all'infinito e fatelo gentilmente.
Durante le feste si rischia di diventare troppo consapevoli della propria solitudine o addirittura, al contrario, della schiavitù di certi legami familiari. E allora sfruttiamo, sì, questi giorni liberi per fare un buon bilancio della nostra condizione, ma non dimentichiamo mai ciò che di buono abbiamo fatto e quanto di nostro abbiamo messo per evitare questa situazione o per affrontarla al meglio. E la nostra autostima ne uscirà così rafforzata!
Cinzia Dell'Imperio, Psicologa - pubblicato in Il Format
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