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Una sentenza errata, che, per tutta una serie di ragioni, esplicitate in modo certosino in altrettanti motivi di ricorso, merita di essere cassata. La Procura Generale ha mantenuto l'impegno che si era assunto nell'immediatezza del deposito della sentenza Matei e ha proposto tempestivamente ricorso alla Corte di Cassazione. Cominciando con il contestare uno dei punti più "indigesti" di quel dictum: la "tempesta emotiva" che si manifestò in Michele Castaldo, portandolo ad uccidere Olga, "altro non è se non la proiezione immediata della gelosia, al massimo grado, che ha scatenato il gesto omicida".
Si tratta di una sentenza, a detta del procuratore generale Paolo Giovagnoli e dell'avvocato generale Alberto Candi, "illogica" e "carente nelle motivazioni e contraddittoria" ed errata anche sotto il profilo della illegittima concessione delle attenuanti.
Si, Castaldo ad un certo momento perse del tutto il controllo della situazione, ma tale situazione, si spiega, non fu causata dal "turbamento emotivo" ma dai "fumi dell'alcol". Insomma, quell'omicidio avrebbe potuto essere evitato, ed anche le "pregresse esperienze di vita del Castaldo, per la procura generale di Bologna "non stanno al di fuori delle normali negative esperienze di vita che ciascun essere umano si trova ad affrontare".
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