Se questo sito ti piace, puoi dircelo così

Dimensione carattere: +

Scuola, i "furbetti" della 104. Fioccano le denunce dei docenti scavalcati, si muovono le Procure. Effetto domino, ecco i rischi

Le graduatorie sono intasate di docenti che beneficiano delle precedenze della 104. I numeri assegnano alla Calabria il primato dei trasferimenti per casi di disabilità: sono il 79%.
Adesso però gli scavalcati hanno rotto ogni indugio e si sono rivolti alle Procure. Cominciando da quelle calabresi. Ecco, in proposito, quanto raccontato dal Corriere della Calabria ieri.
Che presto, come in un effetto domino, potrebbe espandersi in tutta Italia.
Ma cosa rischiano coloro che non hanno i requisiti ma che hanno dichiarato, eventualmente in modo non veritiero, di possederli? Rischiano di essere indagati per reati di estrema gravità, dal falso in atto pubblico alla truffa, passando per il concorso in abuso d´ufficio. Reati che, se fossero dimostrati, potrebbero condurre anche alla destituzione dal rapporto di impiego.
Cominciamo da quanto pubblicato nella testata calabrese:
"La prima pagina del Corriere della Sera di domenica non ha fatto che riportare in primo piano una vecchia storia. Quella dei meridionali furbetti che, sfruttando la legge 104, riescono a ottenere benefici che ad altri sono impediti. Non a danno dei colleghi del Nord, ma di altri meridionali meno furbi a cui "rubano" il posto che gli spetterebbe.
«I numeri – scrive Gian Antonio Stella – non lasciano dubbi: su 2.902 trasferimenti interprovinciali per l´anno 2017/2018 nella scuola primaria, solo 7 son dovuti alla precedenza data dalla 104 in tutto il Nord Ovest, 5 in tutto il Nord Est, 48 nel Centro e 564 nel Centro-Sud.
Le quote regionali confermano: 0,0% di spostati grazie alla 104 in Friuli, 0,7% in Veneto, 0,9% in Piemonte e nelle Marche, 1,0% in Toscana, 1,2% in Lombardia, 1,5% in Emilia Romagna.
Sul versante opposto: 35,0% in Molise, 37,2% in Puglia, 66,6% in Campania, 72,9% in Sicilia e infine quel sonante 79,5% in Calabria».
Un record, dunque, nel quale ci stanno sia i casi di trasferimenti sacrosanti, sia quelli forzati da qualche certificato medico compiacente. Bisognerebbe valutare caso per caso, ma l´analisi dei dati – l´ha eseguita il sito Tuttoscuola, che da vent´anni si occupa del mondo dell´istruzione – mostra che i posti per i trasferimenti nella scuola primaria disponibili per che ha i punteggi ma non si avvale della precedenza per assistenza a familiari con disabilità sono estremamente limitati in alcune aree del paese.
E il fenomeno è particolarmente accentuato indovinate dove? In Sicilia e in Calabria. Ancora una volta, ecco i numeri.
Spiccano, tra i trasferimenti interprovinciali, la situazione di Agrigento (su 10 posti disponibili per trasferimenti, tutti e 10 sono andati a maestri che si sono avvalsi della 104, in particolare 3 maestri e 7 maestre), Cosenza (34 su 35), Vibo Valentia (14 su 16), Palermo (53 su 65), Trapani (10 su 12), Ragusa (10 su 13), Messina (17 su 23), Reggio Calabria (24 su 37). E così via.
Un mix siculo-calabrese che, in forma ridotta, è confermato anche nei trasferimenti dei docenti di scuola dell´infanzia, dove in Sicilia su 146 movimenti da fuori provincia 61 (42%) sono avvenuti secondo la precedenza della 104, in Campania 71 su 182 (39%), in Calabria 22 su 101 (22%).
L´ESPOSTO
Il fenomeno individuato dalle cifre potrebbe essere ora approfondito dalla magistratura. Nei giorni scorsi, infatti, un gruppo di docenti appartenenti alle graduatorie a esaurimento ha deciso di rivolgersi a due legali perché troppo spesso si vede scavalcato per via della solita "104".
L´esposto incardinato dagli avvocati Giancarlo Scarpelli e Valerio Zicaro è stato presentato alla Procura della Repubblica di Cosenza e servirà – nelle intenzioni degli insegnanti – a stanare chi usufruisce in maniera indebita delle agevolazioni della legge.
I numeri sono sospetti: «Se si dà uno sguardo alla graduatoria di assegnazione provvisoria interprovinciale per ciò che concerne la scuola primaria, resa dall´Ufficio scolastico regionale per l´anno scolastico 2016-2017 – si legge nell´esposto –, ci si renderà conto che su 542 docenti, 280 risultano godere della precedenza (il 52%).
Appare inverosimile, e suscita dubbi e sospetti, un numero così alto di persone con malattie invalidanti e affetti da patologie tali da essere dichiarati handicappati o che abbiano un familiare portatore di handicap». Dall´Ufficio scolastico non sono arrivati chiarimenti. Ora atti (e numeri) sono sulla scrivania del procuratore Mario Spagnuolo".
COSA SI RISCHIA
Ma c´è adesso, e queste sono nostre considerazioni un´ultima domanda che si pone. Cosa rischiano virgola utilizziamo ovviamente il condizionale, quei lavoratori che dovessero essere ritenuti colpevoli di una falsa dichiarazione oppure virgola nel caso che la dichiarazione sia veritiera ma i permessi non siano correttamente utilizzati, di un abuso?
Si tratta, occorre premetterlo subito, di conseguenze particolarmente rilevanti. Alcune di esse possono scattare ancor prima di una condanna passata in giudicato, ed in tal caso hanno natura cautelare, costituendo delle sanzioni di natura disciplinare, proprie di un procedimento introdotto a cura dell´Amministrazione datrice di lavoro che può portare alla irrogazione di alcune misure, con o senza sospensione nelle more della definizione del procedimento penale.
Per quanto riguarda i potenziali reati, evidentemente potrà ben essere indagato per il reato di cui all´articolo 640 del codice penale, il reato, cioè, di truffa, che nel caso in cui il soggetto leso sia lo Stato, recherà in sè una aggravante, chi abbia falsamente dichiarato di trovarsi in una condizione voluta dalla norma per usufruire del beneficio che a tale situazione è collegato, come una precedenza o una preferenza in una pubblica graduatoria. In tal caso, oltre al reato di truffa, il soggetto attivo potrà rispondere anche di falso in atto pubblico, anche quando difetti in suo capo la qualifica di pubblico ufficiale, e ciò in quanto il reato di falso in atto pubblico può, per pacifica giurisprudenza, essere integrato da chi renda sotto la propria responsabilità una dichiarazione che viene ad inserirsi in un procedimento regolato dalla legge, e tendente, come nel caso di specie, al godimento di un beneficio.
Di tali reati, quelli appena descritti, oltre al dichiarante, potranno rispondere, a titolo di concorso, sempre che sia dimostrata la loro partecipazione dolosa, i soggetti che si siano, in qualche modo, messi a "disposizione" ddl dichiarante.
Per completezza, non rimane che dedicare delle ultime battute a quei lavoratori che si avvalgono dei permessi legge 104, retribuiti e a carico dell´Inps, per motivi diversi dalla finalità principale stabilita dalla legge. Anche qui, le sanzioni possono essere particolarmente rilevanti.
Infatti, nel testo della legge n. 104 del 5 maggio 1992 si legge che "i permessi da lavoro retribuiti possono essere concessi al lavoratore familiare di soggetto con disabilità soltanto a specifiche condizioni, ovvero a condizione che la persona handicappata non sia ricoverata a tempo pieno, il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità, coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravita´ abbiano compiuto i sessantacinque anni di eta´ oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa".
"Il predetto diritto non può essere riconosciuto a più di un lavoratore dipendente per l´assistenza alla stessa persona con handicap in situazione di gravità. Per l´assistenza allo stesso figlio con handicap in situazione di gravita´, il diritto e´ riconosciuto ad entrambi i genitori, anche adottivi, che possono fruirne alternativamente" (art. 33, comma 3, legge 104/92).
Pertanto, i permessi sono concessi a chi assiste un familiare affetto da disabilità grave e quindi, nel caso di utilizzo dei permessi legge 104 per finalità diverse, scatta l´abuso e le sanzioni. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione con alcune sentenze in cui i pareri dei Giudici hanno sanzionato il lavoratore.
L´abuso dei permessi retribuiti per l´assistenza di un familiare disabile si concretizza, per esempio, quando durante le ore di assenza da lavoro si svolgono mansioni diverse a quelle necessarie per l´assistenza del disabile.
Il datore di lavoro può applicare sanzioni che portano al licenziamento per giusta causa del lavoratore titolare di permessi legge 104 qualora le ore di assenza dal lavoro siano utilizzate per svolgere attività personali diverse da quelle riconducibili all´assistenza.
Recentemente la Corte di Cassazione, con sentenza 9217 del 6 maggio 2016 ha stabilito che il licenziamento del lavoratore che abusa dei permessi concessi dalla legge 104 è da considerarsi legittimo e quindi in questi casi si tratta di sanzione giusta e proporzionata alla gravità della condotta e alla frode del lavoratore nei confronti dell´Inps, ente erogatore della prestazione, ma anche del datore di lavoro.
La sanzione per abuso di permessi retribuiti da legge 104 comporta quindi il licenziamento per giusta causa e senza preavviso a causa di abuso di diritto e frode lesiva nei confronti del datore di lavoro e dell´Inps per erogazione e percezione indebita di indennità dovuta per prestazioni assistenziali verso soggetti affetti da disabilità.

 

Tutti gli articoli pubblicati in questo portale possono essere riprodotti, in tutto o in parte, solo a condizione che sia indicata la fonte e sia, in ogni caso, riprodotto il link dell'articolo.

Condominio, è reato disturbare il riposo con rumor...
Lo ha sposato per i soldi. Cassazione: pronunciare...

Cerca nel sito