Se questo sito ti piace, puoi dircelo così
Salvatore Borsellino, il fratello del giudice Paolo Borsellino, ucciso il 19 luglio 1992 nella strage di via D'Amelio, ha risposto con una nota che ha poco fa pubblicato nella sua bacheca facebook, al procuratore generale aggiunto di Catania Carmelo Petralia, indagato dalla Procura della Repubblica di Messina insieme all'avvocato generale di Palermo Annamaria Palma, che con una intervista al quotidiano catanese La Sicilia, aveva attaccato il fratello del magistrato e sua figlia Fiammetta, accusando l'uno e l'altra di essere lontani al momento della strage. Un attacco che è sembrato del tutto incomprensibile è fuori luogo perché sganciato totalmente dal merito delle accuse che sono rivolte a Petralia.
Pubblichiamo di seguito, e per esteso l'intervento di Salvatore Borsellino, a cui esprimiamo la solidarietà dell'editore e della redazione tutta per le offese, che riteniamo del tutto gratuite ed ingiustificate, che sono state rivolte a lui e alla sua famiglia.
Il Dott. Petralia, uno dei magistrati che si occuparono della prima inchiesta sull'attentato del 19 luglio 1992 raccogliendo le dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino, iscritto, con la Dott.ssa Annamaria Palma, nel registro degli indagati dalla procura di Messina con l'accusa di calunnia aggravata , intervistato dal quotidiano LaSicilia non trova di meglio che scagliarsi contro la fammiglia Borsellino facendo delle, a mio avviso, squallide affermazioni su Fiammetta Borsellino e su di me.
Su Fiammetta dice : «… a lei che domanda dove era lo Stato, dove erano i magistrati durante le indagini, dico dove era lei nei giorni drammatici precedenti l'assassinio di suo padre e degli altri servitori dello Stato, in quei giorni tremendi che separarono Capaci da via D'Amelio?"
Tutti gli articoli pubblicati in questo portale possono essere riprodotti, in tutto o in parte, solo a condizione che sia indicata la fonte e sia, in ogni caso, riprodotto il link dell'articolo.