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"Sacrificio e passione nostre armi migliori". Emanuela, prima a presiedere un Coa in Sicilia, l'avvocatura ha occhi di donna nella terra di Montalbano

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 Iscritta all'ordine degli avvocati dal 1992, civilista e lavorista, appassionata di letteratura e viaggi, alle prese con l'eterno problema di conciliare al meglio i tempi della vita e della famiglia con quelli di una professione impegnativa. Il rinnovamento dell'ordine forense ibleo ha il volto e la passione dell'avvocato Emanuela Tumino, ragusana doc, già vicepresidente del Consiglio dell'ordine, rieletta con percentuali bulgare, 525 voti su 815 votanti, espressione di una platea di 1071 avvocati iscritti all'ordine più a sud d'Italia e d'Europa, e geograficamente perfino di Tunisi

È qui, in questo foro piccolo ma dalle grandi tradizioni e in questa terra baciata dal sole e dalle straordinarie bellezze rese celebri in tutto il mondo dal commissario Montalbano, che poche settimane fa è maturata, proprio con l'elezione dell'avvocato Emanuela Tumino, una svolta storica: una donna, per la prima volta, alla guida di un Consiglio dell'ordine forense siciliano. C'è da sorprendersi? Assolutamente no, ma sta di fatto che non era mai accaduto nella storia dell'avvocatura isolana. 

Questo territorio, d'altronde, ha sempre segnato, nella cultura, come anche nell'impresa e nelle professioni, grandi e significative innovazioni, e in alcuni casi è stato antesignano di mutamenti che si sono poi registrati in altre aree della Sicilia e del paese. Forse non è allora un caso che, a pochi giorni dalla elezione di Emanuela, una collega sia stata eletta presidente di un altro Consiglio dell'ordine, quello di Gela. E c'è da scommettere che tra le due sarà presto stabilito un contatto. Anche perché, come ci dice Emanuela, ci può essere molto da fare nel medesimo spirito, ciascuno nel proprio territorio: "Sono ben consapevole della grandissima responsabilità che mi sono assunta soprattutto in merito alla questione della parità dei generi". E "la mia elezione" - soggiunge - "può anche essere un messaggio non solo per le donne ma per tutto il mondo dell'avvocatura e anche per i giovani colleghi e le giovani colleghe". "Quale messaggio, presidente?", le chiediamo. "Quello che il sacrificio, lo spirito di abnegazione, la passione per la professione possono portare a traguardi importanti per tutti" la sua risposta.

 "Quando ho iniziato la mia carriera, nel 1992", continua, "le donne del mio foro, quello ragusano, erano davvero pochissime, mentre oggi sono quasi la metà degli iscritti, a dimostrazione di un'importante evoluzione della presenza femminile nella avvocatura". Insomma, che esista una tendenza strutturale è un dato incontrovertibile, ultimamente confermato dalla circostanza che, in occasione dell'ultimo giuramento dei nuovi avvocati appena abilitati, 10 dei 12 colleghi erano donne. Ma nello stesso tempo - annota la presidente - "esiste ancora qualche gap da colmare dal punto di vista della redditività". 

Il percorso, tuttavia, è stato avviato. "La legge sull'ordinamento forense" - spiega - "in un primo tempo prevedeva che una quota del Consiglio fosse riservata alla presenza femminile. Questo meccanismo è stato poi soppresso, ma è stato comunque previsto che una parte delle preferenze attribuite nella scheda da ciascun elettore fossero riservate al genere femminile". Ma - rileva poi Emanuela - quella delle donne non è certamente stata una presenza puramente formale o nominalistica, al contrario: "Il comitato di pari opportunità, esistente all'interno del Consiglio del nostro foro, ha svolto un lavoro assolutamente meritorio". "Nei prossimi mesi" - ci anticipa - "si terrà l'elezione di tale comitato, con il quale io stessa ho sempre lavorato in assoluta sinergia, abbracciando tutte le iniziative che di volta in volta sono state messe in campo. Tantissime ed importanti, a partire dai qualificati convegni". 

Emanuela Tumino ricorda l'impegno del Consiglio negli ultimi anni: "Tutto il Consiglio, unitariamente, ha creduto e si è impegnato per questo ed altri obiettivi, ed ha aiutato il comitato anche nella fase di approvazione della delibera di istituzione di una sala di allattamento all'interno del Palazzo di giustizia ibleo. Così sarà anche nel futuro"."Le sfide sono tante", continua la presidente. "Uno dei miei obiettivi principali è quello dell'accesso alla professione. L'obiettivo è di creare qui da noi una scuola forense. Fin qui abbiamo sopperito a quella che tutti noi avvertiamo come una indubbia esigenza" - continua - "tramite la predisposizione di corsi gratuiti con la collaborazione dei colleghi, ma adesso dobbiamo fare di più e riuscire a rispondere in maniera forte con l'istituzione della scuola, anche perché dal 2020 ne sarà obbligatoria la frequentazione. Solo in questo modo riusciremo ad evitare le esternalizzazioni di questo servizio con i conseguenti, comprensibili disagi". 

La scuola forense, dunque, come primo, ma non certo unico, obiettivo. Ci sono, infatti, altre priorità, e tra queste "uno sportello previdenziale da garantire a beneficio di tutti i colleghi iscritti, ma anche un supporto da parte di questo Consiglio a quei giovani colleghi che non dispongono ancora di quegli strumenti, quali banche dati e biblioteche, necessari per esercitare al meglio la professione, che peraltro è cambiata e ha bisogno di formazione, specializzazione e competenze per rispondere in maniera efficace alle sfide del nostro tempo".

Tumino enuncia i punti del proprio programma, uno ad uno, e si appassiona. Ci crede e riesce a trasmettere in chi l'ascolta un ottimismo sicuramente condiviso non sono dai 15 componenti del Consiglio, 5 le donne, che formeranno la sua squadra, ma dalla comunità degli avvocati del foro, che si sono recati in massa alle urne, coscienti che solo partecipando, e mettendo quindi da parte ogni tentazione di delega, si possono affrontare al meglio le numerose sfide che si pongono all'avvocatura in questi anni difficili. 

"Qui abbiamo registrato un grande rinnovamento, anche generazionale" - annota la presidente - "ma si è trattato di un processo naturale, apertosi già in occasione della precedente elezione del Consiglio attraverso l'ingresso di nuovi consiglieri, poi rieletti". Ed anche la figura del presidente "è stata sostituita in maniera naturale, non essendosi ricandidato l'avvocato Giorgio Assenza, il mio predecessore". 

Una eredità certamente impegnativa, pensiamo noi, considerati il carisma, la professionalità, l'abnegazione e le indubbie capacità con le quali il presidente uscente (nella foto sopra) ha esercitato per anni ed anni il proprio mandato. Ma poi guardiamo negli occhi Emanuela, ed intuiamo che, insieme ai Colleghi che la accompagneranno in questo percorso e potendo contare sulla fiducia e lo spirito di squadra degli avvocati del foro, non le sarà impossibile poter riuscire a portare a compimento tutti i progetti che ci ha raccontato in questa conversazione, sia per il contributo di coloro che hanno per anni lavorato con impegno e preparato un terreno fertile perché questa nuova generazione di professionisti potesse scendere in campo ed afferrare il testimone, sia, lasciatecelo dire, perchè nulla è impossibile alle donne.

 

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